I Valdesi si sentono “rigenerati”?

Ha suscitato notevole impressione nella gente comune il “NO” dei Valdesi al Papa. Chiamati i "poveri di Lione" dalla città del fondatore, il mercante Valdo, scomunicati nel 1184 da papa Lucio III e perseguitati molto duramente quando secoli dopo aderirono ai principi della riforma protestante. Ottennero diritti politici per risolutezza del re Carlo Alberto nel 1848. In Italia sono circa 24mila e vivono per lo più in Piemonte. La richiesta di pacificazione di papa Francesco, in nome della rigenerazione nello Spirito nominato anche da Gesù, voleva che insieme si proseguisse la strada verso l’unità chiamata così ardentemente anche da Gesù prima della sua crocifissione. I valdesi sono “gente dura” e ammirevoli per la loro adesione allo spirito del fondatore Valdo. Non è che la chiesa cattolica è stata particolarmente “fraterna” con loro, né è da criticare la loro proposta di voler progettare insieme il futuro, però senza dimenticare il passato. Si parla tanto di non mettere in un cassetto il nostro passato e poi da quelle persone “speciali” che girano nella gerarchia, si osa perfidamente criticare chi decisamente dichiara di non cancellarlo. Mi auguro che al meeting di Comunione e Liberazione che corre sempre dietro ai politici del momento, qualcuno introduca anche la parola “rigenerazione” dal suo carattere prettamente biblico alla politica fatiscente dei nostri tempi ( Cfr. Lucien Jaume,Le religieux et le politique dans la Revolution Francaise. L’idèe de regeneration, Parigi, Puf, 2015), per renderla più vivibile e praticabile.
Che cos’è la rigenerazione.
Il termine rigenerazione viene usato nella teologia biblica cristiana per indicare l'opera mediante la quale Dio, tramite il Suo Santo Spirito, infonde vitalità spirituale nel cuore di una persona, una "nuova natura" che la prepara alla nuova creazione. Quando questo accade, essa si sente irresistibilmente attratta da Dio e si ravvede dal modo di pensare e di vivere precedente, fondato su indifferenza o ostilità verso di lui; crede di cuore a ciò che le Sacre Scritture affermano sulla Persona e sull'opera di Cristo come qualcosa che la coinvolge personalmente; sente dentro di sé amore e riconoscenza verso Dio che l'ha resa oggetto della sua grazia; desidera ubbidire a quanto Dio le comanda nella sua Parola, come pure di approfondire la conoscenza delle cose di Dio e di crescere nella fede. Tale trasformazione interiore è così radicale che ad essa è equiparabile ad una personale nuova nascita, appunto "ri-generazione".
Nel Nuovo Testamento
"rigenerazione", appare solo due volte: "E Gesù disse loro: «Io vi dico in verità che nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, anche voi, che mi avete seguito, sarete..." (Matteo 19,28); (2)"...egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo..." (Tito 3,5). Fra le Chiese cristiane vi è una controversia sul rapporto intercorrente fra rigenerazione, battesimo in acqua e conversione. Mentre il  cattolicesimo lega la rigenerazione al battesimo,  come mezzo della grazia, le chiese evangeliche invece considerano il battesimo semplicemente come un segno ed un sigillo della rigenerazione, cioè, la rigenerazione implica il  ravvedimento e la fede e non dipende dal battesimo in acqua, ma il battesimo la ratifica, la certifica. Per gli evangelici calvinisti la rigenerazione è causa prima della conversione.
Storia
La corrente valdese del cristianesimo nasce nel Medioevo, nel XII secolo, come movimento religioso, costituito da contadini e in genere da poveri, che precede di poco quello promosso da Francesco d'Assisi. Tradizionalmente si fa risalire la fondazione del movimento a Valdo di Lione  che fu colpito dalle parole di Gesù rivolte al giovane ricco: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi" (Matteo 19, 21).Più volte il movimento valdese chiese l’approvazione ecclesiastica, ma senza alcun risultato perché la predicazione del Vangelo era assolutamente compito dei chierici. Poiché essi continuarono ad annunciare la Parola nel 1184 a Verona, con la bolla Ad abolendam, papa Lucio III li  scomunicò assieme ad altri gruppi ritenuti ereticali. Nonostante la condanna papale, comunque, il movimento valdese continuò la sua espansione verso il Mezzogiorno di Francia e l'Italia (Piemonte, Lombardia, Puglia e Calabria), giungendo anche in alcune regioni della Germania, in Svizzera, e persino in Austria, Spagna, Ungheria, Polonia e Boemia. Durante i secoli, specie dal  1655 si consumarono i massacri dei valdesi che durarono parecchi anni. Solo nel 1848 con le Lettere Patenti di Carlo Alberto furono riconosciuti i loro diritti civili e politici.. Nel 1979 è stato siglato il patto di integrazione tra metodisti e valdesi in un'unica comunità confessionale. Essi pongono al centro della vita religiosa ed ecclesiastica la Bibbia, letta e interpretata come "Parola di Dio" senza tuttavia rifiutare l'apporto della critica biblica e le ricerche storiche e teologiche. La chiesa valdese rifiuta ogni forma di gerarchia personale ed è retta da un sistema di governo rappresentativo-sinodale. L'organo esecutivo, detto Tavola Valdese, è attualmente presieduto dal moderatore Eugenio Bernardini. Dal 1984 i rapporti tra le chiese valdesi e metodiste e lo Stato italiano sono regolati da una Intesa (legge 449/1984), sulla base dell'art. 8 della Costituzione.
Curiosità
La sera del 16 febbraio, nelle borgate delle Valli Valdesi si accendono i fuochi, i falò di gioia in ricordo della firma delle “Lettere Patenti” con le quali il Re Carlo Alberto concesse (il 17 febbraio 1848), per la prima volta nella storia del Piemonte, i diritti civili alla minoranza protestante valdese e, qualche giorno dopo, anche alla minoranza ebraica.
La festa, da sempre, non ha un carattere religioso ma civile. Intorno al falò si raduna la popolazione al di là delle differenziazioni politiche, culturali, religiose, per una grande festa popolare.

Maria de falco Marotta
Fatti dello Spirito