A Sondrio ci si sposa di più in Comune

In Chiesa è Sacramento, in Comune è contratto

Diminuiscono in città i matrimoni religiosi, mentre si verifica un’impennata di quelli civili. Un trend che dal 2014 non accenna a cambiare.  Dal quasi pareggio del 2008 quando i matrimoni religiosi erano stati 28 contro i 32 di quelli civili, a quelli del 2009 con 45 civili contro i 41 religiosi. Ma nel 2010, inaspettatamente quelli civili si sono assottigliati a 22 contro i 39 di rito religioso. Dal 2011 in poi la svolta, una controtendenza, con le unioni religiose al palo a 21 contro le 36 di rito civile. E l’inarrestabile marcia dei matrimoni civili è continuata nel 2014 con ben 42 civili contro i 15 di rito religioso ed è continuata per tutto il 2015 quando i matrimoni religiosi fino al maggio scorso erano fermi a 1 contro gli 11 di rito civile. A fine anno si sono contati 18 matrimoni religiosi (in linea con lo scorso anno), mentre hanno continuato ad essere in netta ascesa quelli civili. “Sicuramente un aspetto da approfondire, che dipende da vari fattori con dati che vanno letti nel contesto di ogni anno. Difficile, quindi, fare un’analisi precisa”, ha dichiarato il vice sindaco cittadino Michele Iannotti. “Quello che merita la dovuta attenzione, più che i matrimoni, sono i numeri tra morti e battezzati che ci mostrano una popolazione cittadina sempre più vecchia visto il calo consistente e continuo delle nascite (79 i battesimi contro i 180 defunti)”, ha detto invece l’arciprete di Sondrio Don Marco Zubiani.  “Si avverte ultimamente una disaffezione verso le tradizioni di carattere religioso nella mezza età, in quei figli del ’68 che aderiscono meno alla vita ecclesiale con tradizioni venute meno perché svuotate da un cambio di mentalità, in un mondo in cui domina l’individualità, il materialismo e la ricerca a tutti i costi del benessere. Gli stessi oratori che generano grande socializzazione, avviando un cammino etico e morale secondo i principi evangelici, incontrano difficoltà visto il sovraccarico d’impegni dei nostri ragazzi, mentre, fortunatamente si avverte un nuovo coinvolgimento di genitori e ragazzi dai 6 ai 10 anni che affrontano insieme un cammino di catechesi in comune”, ha continuato don Zubiani che ha poi affrontato il problema delle nuove povertà cittadine che non accennano a diminuire. “Sono tante le opere avviate per contrastare questo fenomeno grazie a gente sensibile e generosa, come la gestione della Casa di prima accoglienza di via Parravicini che ora ospita 7 persone bisognose, o il pranzo domenicale all’oratorio dell’Angelo Custode curato dai volontari Caritas che assistono una ventina di persone” ha spiegato l’arciprete che si è poi soffermato sulla collaborazione della diocesi col Centro del riuso, anche di vecchi mobili da ricollocare, o con gli istituti di recupero del cibo come la mensa ospedaliera, che permettono di poter sfamare oltre 70 persone. 

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In Chiesa, per i credenti, è Sacramento, in Comune è contratto (ndr)

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