CONVEGNO DIOCESANO DEI CORI

DOMENICA 23 ORE 10.00 IN CATTEDRALE A COMO LA MESSA CON IL CARDINALE CANTONI

“Il popolo cristiano è un popolo che canta”. Così affermava uno dei padri del Movimento Liturgico, Prosper
Gueranger. Il canto è una delle caratteristiche fra le più importanti ed evidenti della vita della Chiesa, la
quale – madre e maestra – intuendo l’enorme ricchezza racchiusa nel linguaggio musicale, l’ha fatto
proprio, introducendolo nella celebrazione liturgica fin dai suoi albori.
La partecipazione ad un evento diocesano, come il Convegno Diocesano dei Cori liturgici, rinviato due
volte per la pandemia, manifesta in pienezza che il ministero della musica e del canto esistono e sono
occasione di incontro con il Signore e di annuncio del suo Vangelo solo in un contesto di Chiesa, che si
manifesta in particolar modo nella Chiesa locale.
Il programma del Convegno prevede, domenica 23 ottobre, XXX Domenica del Tempo Ordinario e
Giornata Missionaria mondiale, alla mattina è la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo, il
cardinale Oscar Cantoni, in Cattedrale, alle ore 10.00. La celebrazione è animata dai cori iscritti (un
numero considerevole, 38, come negli anni d’oro dei Convegni – anche se i cori risentono del calo
numerico post Covid) ma è aperta a tutti: in Cattedrale saranno predisposti posti per l’assemblea e sarà
a disposizione di tutti il libretto per partecipare alla celebrazione. Nel pomeriggio, alle ore 15.00,
possibilità di visita artistica e musicale in Cattedrale.
A conferma di quanto sia importante il linguaggio musicale nella Chiesa leggiamo, a oltre cinquant’anni di
distanza, quanto ci indicava l’istruzione Musicam sacram (1967): «L’azione liturgica riveste una forma più
nobile quando è celebrata in canto, con i ministri di ogni grado che svolgono il proprio ufficio, e con la
partecipazione del popolo. In questa forma di celebrazione, infatti, la preghiera acquista un’espressione
più gioiosa, il mistero della sacra Liturgia e la sua natura gerarchica e comunitaria vengono manifestati più
chiaramente, l’unità dei cuori è resa più profonda dall’unità delle voci ». (MS, n. 5). Per questo ogni
domenica siamo convocati in santa assemblea per cantare inni a Cristo «quasi Deo», «come Dio», secondo
quanto ci riferisce anche il comasco Plinio, governatore della Bitinia, nella sua lettera a Traiano del 112
d.C. (Ep. X, 96, 7).
La piccola, grande storia dei nostri convegni diocesani inizia nel 1968 quando monsignor Ilario Cecconi
organizzò in Cattedrale il primo raduno corale per festeggiare il quarantesimo di attività del maestro Lui-
gi Picchi.
Due anni più tardi, in occasione del II Convegno delle corali, Ernesto Teodoro Moneta Caglio
definì Como e la sua Diocesi «un’isola musicalmente felice», proprio grazie all’ opera infaticabile e geniale
di Luigi Picchi. Anche negli anni successivi non sono mancati riconoscimenti e apprezzamenti. Monsignor
Virgilio Noè, già segretario del “Centro di Azione Liturgica”, quindi maestro delle celebrazioni pontificie,
apprezzò molto questa iniziativa. In occasione del decimo Convegno delle Corali, egli, divenuto cardinale,
presiedette la solenne celebrazione eucaristica, e così scrisse in una successiva lettera indirizzata a
monsignor Cecconi: «Ripenso e parlo con entusiasmo della Messa celebrata nella Cattedrale di Como
domenica scorsa. Quale gioia avere una celebrazione con tale solennità, data dall’ambiente, ma creata
particolarmente dal canto corale, degno di una Basilica romana!». Sono passati cinquant’anni dalla prima
volta e ogni due anni, quasi ininterrottamente, i cantori dei cori liturgici diocesani si ritrovano in Duomo
per continuare, nel solco di una consolidata tradizione, questa esperienza del popolo di Dio che canta. Ed
eccoci arrivati all’edizione 2022: l’abbiamo attesa lungamente, è stata collocata a ottobre per non
allungare ancora la preparazione, risente dello stop dovuto al Covid, ma è segno grande di speranza.
Abbiamo cercato, ancora una volta, di mettere in pratica, nel miglior modo possibile, l’importante lezione
di coloro che ci hanno preceduto: gli allievi del maestro Picchi che con lui e dopo di lui, hanno creato una
“scuola” ricca di insegnamenti, una preziosa eredità di buon canto liturgico da custodire, trasmettere e far
fruttificare.
don SIMONE PIANI
Responsabile dell’Ufficio liturgico diocesano

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