“Don Bosco ritorna tra i giovani ancor “ A Sondrio il 13 e il 14

Nella sala dei balli l'evento – da noi pubblicato in anteprima anche con tutto il progtamma, è stato ufficialmente presentato alla presenza del Sindaco Molteni e del Presidente della Provincia Sertori dal Delegato per la Pastorale Giovanile Lombardia - Emilia Romagna don Cesari con interventi anche di Don Dei Cas direttore dell'Opera Salesiana sondriese e del direttore dell'Oratorio Don D'Aprile. Molto entusiasmo.

“Don Bosco ritorna tra i giovani ancor “ è il canto di invocazione che risuona nelle chiese salesiane il 31 gennaio, tradizionale festa del Santo dei giovani. E don Bosco nel bicentenario della sua nascita avvenuta il 16 agosto 1815 a Castelnuovo d’Asti  ha accolto  questa invocazione ed è veramente ritornato trai suoi amati giovani  con le sue spoglie in centinaia di città di tutto il mondo dove sono presenti i Salesiani. Infatti la Famiglia salesiana con le sue centinaia di opere educative, migliaia di educatori è presente in tutto il mondo e raggiunge milioni di persone nei cinque continenti. E' una multinazionale del bene specializzata nell’educazione dei giovani per  contribuire a edificare “onesti cittadini e buoni cristiani”. Già agli albori della sua missione Don Bosco aveva pensato alle periferie del mondo inviando i primi missionari nell’America del Sud in Patagonia ,in Argentina da dove viene Papa Francesco che per molti aspetti assomiglia al Santo dei Giovani nell’attenzione ai poveri e agli ultimi nella semplicità dei gesti e nella concretezza dell’azione, uniti al rifiuto dei fasti e delle ricchezze. Infatti il papà di Papa Bergoglio, emigrante dalla  terra piemontese in Argentina nei primi anni del novecento,  aveva trovato i primi conforti  nei missionari salesiani. Quando Don Bosco vede un povero muratore che piange perchè affaticato dal lavoro, non ci pensa due volte e l’aiuta a tirare il carretto e se lo fa amico. Questa pedagogia dell’accompagnamento, della vicinanza , dell’amicizia , della fraternità è più importante di mille tomi di educazione e richiama l’opera di Papa Francesco. Un cattolicesimo che è prima scuola di umanità che una serie di norme e di precetti. Richiama “L’ama e fa ciò che vuoi” di Sant’Agostino.  Non per  niente il suo sistema preventivo è raccolto in un piccolo compendio ed è di estrema e grande attualità nel campo pedagogico, ma non solo :la prevenzione viene prima della cura e della riabilitazione non disdegnando comunque anche queste due ultime azioni per il recupero dei giovani in difficoltà. La grandezza di don Bosco è di avere messo al centro i giovani e la loro educazione: quale migliore e più affascinante missione. Con tre parole: ragione,religione e sopra l’amorevolezza. Si noti questa finezza; l’amorevolezza:cioè il volere bene,lo star vicini,il comprendere, il perdonare, l’accompagnare danno pieno senso alla fede e al ragionamento. Senza queste qualità la ragione e la religione possono diventare dei gusci vuoti. Quale attualità di questo messaggio. Per queste ragioni don Bosco è stato un precursore ed un profeta: pensiamo ad esempio al primo statuto di diritti dei giovani lavoratori, degli apprendisti o all’importanza dei mezzi di comunicazione sociale.
Le spoglie di San Giovanni Bosco saranno presenti nella Collegiata di Sondrio e a san Rocco il 13 e 14 febbraio 2014. Un forte appuntamento che testimonia il reciproco affetto esistente tra la provincia di Sondrio e il Santo piemontese.  Ma perchè proprio a Sondrio anche se nel lungo peregrinare il Santo dei giovani non è stato mai in città ? Semplice:perchè da oltre cent’anni i suoi Figli operano nell’Oratorio San Rocco e nel convitto plasmando migliaia di giovani che hanno operato e lavorano  nel campo sociale,politico , sindacale , economico ed ecclesiale della Valtellina e Valchiavenna. Hanno contribuito a formare un tessuto sociale sano ed operoso che ha permeato i nostri territori. Non solo ma anche il Santo della provincia di Sondrio, Don Luigi Guanella è stato ispirato nella sua grandiosa  opera di assistenza ai sofferenti dall’azione di Don Bosco quando ha passato alcuni mesi a Torino presso l’opera del Santo dei giovani.  Presso  l’Opera salesiana di Sondrio hanno lavorato figure di sacerdoti che hanno lasciato il segno  e sono ricordati con affetto e riconoscenza da migliaia di giovani; Don Borghino, che ha coltivato le vocazioni salesiane di Don Egidio Vigano’ VII successore di Don Bosco e dei suoi due fratelli Don Angelo, ispettore e direttore della Casa editrice Ldc, e di  Don Francesco, Don Plinio Gugiatti, Don Ugo De Censi fondatore dell’Operazione Mato Grosso, il beato Don Quadrio, Il vescovo don Cappelli, i recenti compianti Don Vittorio Chiari e don Angelo Tengattini e così  come decine di sacerdoti che hanno dedicato la loro vita ai giovani.  La Valtellina e la Valchiavenna hanno un debito di riconoscenza a Don Bosco e all’opera salesiana di Sondrio.  Oggi di fronte alle nuove sfide sociali , alla crisi della famiglia la chiave di volta è comunque sempre la stessa : educare, fare formazione con particolare attenzione ai giovani ed in particolare a quelli più in difficoltà. La venuta  di Don Bosco a Sondrio quindi non è un anacronistico momento di ricordo ma un atto d’amore  per la Valtellina e Valchiavenna  e  un’occasione per  riscoprire l’attualità del suo messaggio  e di risveglio delle nostre assopite coscienze.
G.C.

Fatti dello Spirito