GLI AVVERSARI DELL'ORA DI RELIGIONE CATTOLICA

Riceviamo e pubblichiamo:

I docenti di religione cattolica continueranno a concorrere alla determinazione del credito scolastico degli alunni avvalentisi. Che sono 6 milioni nelle scuole di stato, cioè il 91,1% in tutta Italia, tranne che a Milano città dove 6 studenti su 10 non fanno religione a scuola nelle Scuole superiori). «In sede di scrutinio finale - si legge nell'art. 6 del regolamento - il consiglio di classe, cui partecipano tutti i docenti della classe, compresi gli insegnanti di educazione fisica, gli insegnanti tecnico-pratici (...) i docenti di sostegno, nonché gli insegnanti di religione cattolica limitatamente agli alunni che si avvalgono di quest'ultimo insegnamento, attribuisce il punteggio per il credito scolastico di cui all'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 23 luglio 1998, n. 323, e successive modificazioni». Lo stabilisce il regolamento sulla valutazione degli alunni negli scrutini pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.122 di mercoledi scorso e che, di fatto, supera l'ingiusta sentenza del Tar del Lazio n. 7076 del 17 luglio 2009; sentenza che discriminava non solo i docenti di questa disciplina, ma soprattutto gli studenti che l'avevano scelta liberamente e spontaneamente all'atto dell'iscrizione. Infatti, per chi non lo sapesse, lo studente, una volta scelta l'ora di religione cattolica, essa diventa parte del suo curricolo scolastico esattamente come le altre discipline. Chi in malafede o per ignoranza afferma che gli studenti che non fanno religione a scuola sono discriminati dicono una balla colossale. Gli studenti che fanno attività alternative hanno diritto anch'essi al credito scolastico. Viceversa gli studenti che scelgono di andare al bar, al parco o fuori dalla scuola NON hanno diritto. Perché? Perché loro, a differenza dei loro compagni, hanno scelto il disimpegno scolastico che, essendo altamente diseducativo, non gli dà diritto di partecipare alla determinazione del credito scolastico relativamente all'attività alternativa che non scelgono. Infatti entrano a scuola un'ora dopo o escono un'ora prima. Benissimo.La Corte Costituzionale, nel 1991, con una storica sentenza glielo consente. Ma perché costoro che non fanno nulla a scuola dovrebbero anch'essi essere valutati? Qui non è discriminazione come qualche somaro ha scritto. Si tratta solo di prendere atto che molti studenti dell'8,9% che non fanno religione a scuola scelgono tutt'altro e non possono essere equiparati ai loro compagni che per 33 settimane si fanno un'ora di lezione in più. E scusate, signori della CGIL scuola, se è poco! Ieri i quotidiani si sono dati una regolata sull'ora di religione. Dopo l'attacco violentissimo del giornalista Visci direttore de QN (Il Giorno, la Nazione e il Resto del carlino) in cui aveva dedicato ll'intera prima pagina di queste tre testate giornalistiche alla sentenza del Tar del Lazio che escludeva i docenti di religione cattolica (non dagli scrutini come hanno scritto decine di giornalisti incompenti), oggi il signor Visci dedica (se questo è giornalismo i miei studenti sono sicuramente migliori!) sempre in prima pagina una sola riga. Un comportamento scorretto da un punto di vista professionale, che occulta la verità sostanziale dei fatti e che dà enfasi e una pubblicità abnorme e sproporzionata a coloro che sono ostili all'ora di religione cattolica. Visci un giorno dedica un'intera prima pagina contro i proff. di religione, 3 giorni dopo, una volta riabilitati, gli dedica solo una riga sempre in prima pagina. Questa è onesta' intellettuale o laicismo gratuito? Il Manifesto che anch'esso aveva dedicato tutta la prima pagina contro l'ora di religione cosa fa? Dà a pag. 4 un resoconto stizzito della cronaca, e l'autore del pezzo, tale Stefano Milani, se la prende con la Gelmini accusandola di "fregarsene del Tar". E noi contribuenti italiani paghiamo la cooperativa a responsabilità limitata de Il Manifesto e i suoi giornalisti compreso il direttore Valentino Parlato per leggere di un regolamento "truffa" e vedere citazioni solo del segretario della CGIL scuola e di una certa Antonia Sani coordinatrice della Ass. Nazionale per la Scuola della Repubblica. A parte il nome pomposo di questa sconosciuta Associazione, ma è lecito sapere quanti docenti sono iscritti? dove ha sede? dove è stata registrata? E a nome di chi parla la signora Sani? e nell'atto costitutivo chi c'è? E poi: se è un'associazione nazionale quanti sedi ha nel territorio italiano.? E su 1 milione di docenti quanto aderiscono alla Associazione professionale della Sani? Delle due ll'una: o è un'associazione farlocca e sedicente, o deve rispondere a queste domande. Se no nel caso la Sani rappresentasse solo se stessa e quattro amiche parli a titolo personale. Salvo Intravaia di Repubblica, che aveva messo la notizia del Tar del Lazio in prima pagina senza occuparla militarmente come Visci e Parlato, dà notizia (bontà sua) del regolamento della valutazione degli scrutini a pag. 12. E il suo capo il vaticanista Orazio La Rocca, per riparare la brutta prima pagina dell'altro giorno di Repubblica, intervista nientepopodimeno che un vescovo. Si, avete letto bene. Si tratta di Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Fabriani, già Vescovo di Imola, e, ora, membro CEI della Commmissione educazione, scuola e università. Questo si che è un miracolo. E poi dicono che i miracoli non esistono! Osserva poi Monsignor Fabiani in un comunicato "e' solo un provvedimento giusto, che premia l'insegnamento della religione, liberamente scelto nelle scuole italiane di ogni ordine e grado dal 91% degli studenti. Una materia che, attraverso la conoscenza delle nostre radici religose, valorizza la persona e il patrimonio culturale". Monsignor Fabiani risponde alle polemiche sollevate da coloro che ritengono che 'fare religione' significhi 'fare catechesi' nelle scuole "non e' cosi', il catechismo si fa nelle parrocchie, non a scuola. L'insegnamento della religione cattolica e' un'opzione culturale doverosa per l'Italia, paese pieno di radici cristiane. La scuola non puo' ignorare cio'". Sulla decisione avanzata dal Tar del Lazio, osserva sempre il vescovo "e' un atteggiamento incomprensibile, laicista, che tenta di impedire alla Chiesa di poter offrire liberamente i suoi servizi. Ma la Chiesa va avanti, perche' come dimostra questo regolamento, alla fine la giustizia prevale sempre", conclude. Passiamo a La Stampa che, con un linguaggio offensivo della dignità umana dei 26 mila docenti di religione, aveva scritto con orgoglio e pregiudizio che i proff di religione devono stare fuori dalla porta. Lapsus o aspirazione? Ora a pag. 17 Raffaello Masci da Roma scrive contraddicendosi che "LA RELIGIONE TORNA NEGLI SCRUTINI". E poi c'è la consueta intervista al segretario generale della CGIL scuola. Come se tutti gli altri sindacati presenti nella scuola non avessero nulla da dire. Ma si sa la CGIL è una grande mamma che guadagna 1 miliardo di euro l'anno e anche se rappresenta solo il 17% dei docenti e del personale Ata bisogna citarla in tutte le salse. Ordini di scuderia. Anche l'Agenzia Asca di Sonzogno non è da meno e riporta un lancio di Pantaleo della CGIL scuola. ''Siamo di fronte alla violazione dei principi e dei valori costituzionali, a partire dalla laicita', e questo non puo' essere tollerato in un Paese democratico''. Cosi' Mimmo Pantaleo, Segretario generale della Flc Cgil, in merito al ''regolamento sulla valutazione, pubblicato il 19 agosto ma in vigore dal 22 giugno, nonostante la sentenza del Tar, conferma la partecipazione degli insegnanti di religione agli scrutini e non prevede lo stesso criterio per quelli delle materie alternative''. ''Il ministro Gelmini - denuncia Pantaleo - ritiene di potere ignorare le leggi promulgando regolamenti gia' in vigore da due mesi e discriminare coloro i quali non si avvalgono dell'ora di religione. Occorre, percio', una forte risposta morale e civile alla deriva autoritaria che calpesta i diritti fondamentali delle persone''. (Agenzia Asca Roma res-map/mcc/rob). Ritornando a La Stampa: che delusione, direttore Mario Calabresi. Pensavo che durante la sua gestione questo clima di ostilità venisse meno e scomparisse. Anche perchè sua madre, Gemma Capra, nelle scuole di Milano, per una vita intera ha insegnato religione cattolica. E dovrebbe essere orgoglioso di una madre che ha formato culturalmente centinaia di studenti e li ha allevati e condotti per mano come dice il significato etimologico del verbo educare. C'è sempre sulla sua scrivania il "caso Milano", caro direttore, ma le pressioni sono state cosi forti e potenti che lei non ha neanche la libertà di prendere decisioni contro corrente? Eppure la giornalista milanese che ha fatto il servizio ce l'ha nel cassetto da tre mesi! Eh, caro Calabresi, cosa bisogna fare per compiacere i potenti di turno... Passiamo al Corriere della Sera che è stato molto più prudente equilibrato e moderato di tutti i quotidiani come il Messaggero, Libero, il Giornale, e il Tempo di Roma. A pag. 20 dedica al nuovo regolamento un servizio firmato Giulio Benedetti, il quale fa un resoconto veritierio (nessuna intervista al solito Pantaleo della CGIL scuola ) ma si lascia andare quando parla di provvedimento "blindato" della Gelmini. E qui il nostro Benedetti si sbilancia, ma lo fa con stile e signorilità. Il quotidiano diretto da Concita De Gregorio, l'Unità, aveva scritto che il 59% degli italiani (diventato poi il titolo del pezzo ) è d'accordo con il Tar del Lazio (fonte Sky) e aveva fatto un servizio copia incolla di dichiarazioni bipartisan di vari esponenti. peccato che concita sia stata smentita da un sondaggio analogo fatto da Virgilio.it dove invece il 56% non è d'acordo con la sentenza del Tar. Chi ha ragione donna Concita o Virgilio.it? Un suo giornalista, Fabrizio Rondolino, ex consigliere dell'immagine del lider maximo del Partito democratico Massimo D'Alema a Palazzo Chigi, che si era dimesso nel 1999 quando L' Espresso e Panorama hanno dedicato a lui e al suo ultimo romanzo "Secondo avviso" due articoli: "Cicciolino rosso", L' Espresso, "Luce rossa la trionfera", "Panorama". Di erotismo, in effetti, trattano alcune pagine del libro che immagina un "quadrangolo" fra due uomini che in tempi diversi sono mariti e amanti delle stesse due donne, senza mai sapere l' uno dell' altro. Ma il dibattito si e' animato proprio intorno alle pagine piu' "hard". "Secondo avviso" - aveva dichiarato Rondolino - non e' un romanzo erotico, ci saranno si' e no quattro pagine in cui si parla di sesso". Combinazione, quelle finite ai giornali. "C' e' modo e modo di parlarne. Il "Foglio" l' ha presentato con stile e poi non e' vero che ai giornali sono andate solo quelle, l' anticipazione su "La Stampa" era assolutamente senza sesso e nessuno se l' e' filata. Poi io non ho niente contro la pornografia, il sesso telefonico, cibernetico, per esempio, lo trovo piuttosto sfizioso, mi piace". Ebbene Rondolino, 50 anni, ex cronista de l'Unità, una laurea in Filosofia teoretica, scrive su Vanity fair (edizione italiana) un articolaccio fazioso, intollerante e rozzo sull'ora di religione e i suoi docenti. Rondolino scrive che i docenti di religione sono "privi di una formazione teologica religiosa, ignoranti di ebraico e greco". Rondololino ha letto i curriculum vitae di 26 mila docenti di cui il 70% sono di ruolo? Non sa che dal 1990 per insegnare Religione bisogna fare 34 esami a Scienze Religiose , mentre lui alla Facoltà di Filosofia ne avrà fatti 25 si e no? Non sa il Rondolino che molti docenti hanno il baccalaureato, la licenza o il dottorato in teologia? Sul greco l'ebraico. gli rispondo. Se il docente ha fatto il liceo classico il greco lo conosce certamente e se ha frequentato la facoltà di teologia conosce entrambe le lingue. certo, non è un biblista, e non puo' conoscere l'aramaico. Ma se è per questo nel suo PD D'Alema Occhetto Petruccioli e Veltroni non hanno la laurea, Rutelli neppure, Fassino si è laureato dopo biennio 96-98 quando era segretario dei DS. Il laicista Boselli, Bobo Craxi Cossutta e Bertinotti lo stesso. Ma, io, contrariamente a Rondolino che come scrittore mi fa cadere le braccia, non uso il criterio che ha usato lui nei confronti dei docenti di religione. riconosco ai leader del centro sinistra una cultura, quanto meno di autodidatta. Quindi Rondolino pensi alle laurea mancata del suo capo Massimo D' Alema e alle tante lauree conseguite dai docenti di religione cattolica. Ultimo violentissimo attacco di Rondolino è ai docenti di Religione cattolica. "Del resto sappiamo tuti che l'ora di religione è una farsa: nella migliore delle ipotesi si legge il giornale in classe, di solito si fa casino e basta". E poi in delirio fuori controllo, senza logica né razionalità alcuna, tira in ballo tutti: Berlusconi, i vescovi, l'Ici, i soldi, le scuole private. Fa un minestrone senza ne capo ne coda. Rondolino, a 50 anni suonati, ha scritto una mascalzonata. Le mele marce esistono da per tutto ovviamente, ma criminalizzare un'intera categoria di docenti solo perchè Rondolino è un ateo, anticlericale, laicista, positivista, relativista e scientista è da disonesti. I 26 mila docenti italiani operano per trasmettere cultura religiosa e per formare le nuove generazioni. Rondolino lo sa bene, ma non lo dice. Il suo comportamneto è vergognoso e inqualificabile. Il contributo dei docenti di religione nelle scuola di stato - piaccia o no - è importante. E ciò che fa perdere il sonno a Rondolino e scrivere testi pornografici durante queste notti, è che 6 milioni di studenti scelgono liberamente nella scuola di stato (senza pistola puntata alla tempia di fare religione a scuola). Da qui nascono il suo livore, il suo accanimento e i suoi pregiudizi. Ma lo sa questo signore che noi docenti facciamo lavori interdisciplinari con i colleghi di filosofia e di lettere? Parliamo di Francesco, Dante, Manzoni, Agostino, Tommaso, Anselmo d'Aosta, Plotino, Cartesio, Pascal, Mounier, Maritain, Rosmini ecc. Tanto a indottrinare gli studenti contro la Chiesa ci sono i suoi colleghi di filosofia atei e razionalisti che passano un anno a parlare solo di Marx, Freud e Nietzsche perchè vogliono allevare le nuove generazioni inoculandogli il dubbio e lo scetticismo sulle verità religiose. Beh, dimenticavo, anche di Fuerbach, e di Kant che avuto il merito, a loro dire, di demolire le cinque vie elaborate da San Tommaso d'Aquino che conducono a Dio. La lezione di religione che concepisce Rondolino esiste, piace, ed è auspicata da quelli che vogliono che i nostri studenti in una società multiculturale, multireligiosa e multietnica, restino deprivati culturalmente. E allora viva il docente che fa giocare a carte o fa fare i compiti di altre materie. O che parla (reggiti bene alla sedia Rondolino) di sesso, musica, calcio e droga. Ma costoro dovrebbero come diceva il mio ex Arcivescovo di Milano, card. Giovanni Colombo, rassegnare le dimissioni nelle mani del vescovo. Concludo. Papa Benedetto XVI, recentemente, ha ribadito che l'insegnamento della religione cattolica, lungi dal costituire «un'interferenza o una limitazione della libertà, è un valido esempio di quello spirito positivo di laicità che permette di promuovere una convivenza civile costruttiva». Il nuovo filosofo dei Ds che supera di gran lunga Cacciari e Galimberti (anzi che fa concorrenza loro due) rifletta bene su queste parole. E impari la tolleranza da filosofi come Voltaire e John Locke. Noi, se permettete, lezioni dai Rondolino di turno, non ne accettiamo!

Prof. Alberto Giannino (x)

(x) Presidente Ass. culturale docenti cattolici (Adc)

alberto.giannino@gmail.com

Prof. Alberto Giannino (x)
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