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1) Misure


Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 24 gennaio scorso,
ha approvato il decreto
legge 25 gennaio 2006, n. 19 recante "Misure urgenti per
garantire l'approvvigionamento
di gas naturale". Il provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale n. 21 del 26
gennaio scorso, dispone misure temporanee per contenere i
consumi di gas naturale
nel settore termoelettrico e fronteggiare l'attuale congiuntura
critica dovuta ad
eccezionali fattori climatici e di difficoltà di
approvvigionamento dalla Russia. Il decreto
legge consente, in via eccezionale, fino al 31 marzo 2006,
l'utilizzo di impianti ad olio
combustibile, oggi non operativi, con una deroga temporanea ai
vincoli per le emissioni
in atmosfera e con la previsione di misure compensative sul
piano ambientale. Il 25
gennaio il Ministro delle Attività Produttive ha inoltre firmato
il decreto "Norme transitorie
delle temperature dell'aria nei diversi ambienti e di durata
massima giornaliera" che
prevede l'abbassamento della temperatura del riscaldamento di un
grado, salvo le
eccezioni in ospedali, cliniche, case di cura, centri sociali
per anziani, scuole, asili nido,
e i termosifoni accesi per un'ora in meno.Con l'effetto
combinato dei due provvedimenti
si potranno risparmiare dai 30 ai 45 milioni di metri cubi di
gas al giorno.

NLG


2)

Emergenza

Via libera fino al 31 di marzo all'uso di olio combustibile
nelle centrali a gas, ma anche una mini-tassa sui prelievi di
metano dagli stoccaggi per produrre elettricità. E l'assenso dai
ministri dell'Ambiente e anche della salute per poter superare i
limiti degli inquinanti atmosferici. Sono le principali novità
del decreto anti emergenza gas approvato dal consiglio dei
Ministri. Il decreto, di tre soli articoli, delega il ministro
delle Attivita' Produttive Caludio Scajola, di concerto con il
ministro dell'Ambiente, ad emanare i provvedimenti che saranno
necessari. Per poter sforare i parametri sull'inquinamento
dell'aria servira' anche l'ok del responsabile della Salute
Francesco Storace.

Il primo articolo prevede ''modifiche temporanee delle
condizioni di esercizio e funzionamento delle centrali
termoelettriche alimentate ad olio combustibile'' di oltre 300
MW; il secondo introduce una mini-tassa a carico dei produttori
di energia elettrica ''a valere sui punti di prelievo delle reti
di trasporto e di distribuzione del gas naturale connessi a
centrali di produzione di energia elettrica che utilizzano gas
naturale e sui prelievi di gas naturale dal sistema degli
stoccaggi''; il terzo affida al Presidente del Consiglio il
ruolo di ''coordinamento di promozione delle iniziative avviate
e da avviare da parte dei Ministri competenti '' per far fronte
all'emergenza.

''Con questo provvedimento - ha annunciato il ministro -
consentiamo di riaprire centrali elettriche chiuse nel biennio
precedente, che consumano olio combustibile. Sono centrali che
vanno con olio senza zolfo (stz) e anche a basso tenore di zolfo
(btz). Potranno produrre circa 4000MW di energia elettrica
risparmiando fra i 25 e i 35 milioni di metri cubi di gas al
giorno.

Oltre a questo, il provvedimento contiene un invito alle
famiglie che prevede “prevede di abbassare di un grado le
temperature e diminuire di un'ora il riscaldamento''.

Il decreto anti-emergenza gas potrebbe determinare un ''piccolo
aumento ma di lieve entità'' sulle bollette delle famiglie.
Sulla questione dei rigassificatori Scajola ha affermato “di
averne autorizzati due e ce ne sono cinque al via che attendono
la valutazione di impatto ambientale ma su ognuno abbiamo
incontrato difficolta' insormontabili sul territorio”.

Il giorno precedente alla firma del decreto, con una circolare
ai Prefetti, diramata di intesa con il Ministero dell'Interno,
il Ministro delle Attivita' Produttive ha invitato i
rappresentanti del Governo a convocare la Conferenza Permanente,
allargata agli Enti Locali, affinche' venga richiamata la
puntuale applicazione delle misure finalizzate al risparmio
energetico (previste dal D.P.R. n. 412 dell'agosto 1993).

Le norme sono legate alla progettazione, l'installazione,
l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli
edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia.

Secondo FederUtility si tratta di misure inadeguate, anche se è
un merito il richiamo alla preziosità dell'energia.

“Un intervento frammentario e parziale' - ha commentato il
presidente aggiunto di Federutility, Mauro D'Ascenzi - perché
chiedere alle famiglie di limitare l'uso del gas vuol dire non
tener conto dei tagli che queste hanno già fatto ai propri
consumi con l'aumento delle bollette, e rimettere in campo
combustibili abbandonati, se non proibiti, è mancanza di
strategia, perché si ignorano gli investimenti fatti per
riconvertire quelle strutture”.

Secondo D’Ascenzi il vero problema “è la lacuna strategica sul
fronte energia, che c'era anche nel precedente governo, insomma
l'illusione che il problema energetico fosse risolvibile con la
privatizzazione o con la liberalizzazione. Ma il problema è la
strategia industriale e non la carenza di regole: le regole
servono per la politica industriale, ma senza politica
industriale le regole non servono a niente”.

Federutility annuncia a tal proposito la presentazione, entro
febbraio, di un documento che la federazione metterà a
disposizione delle forze politiche, anche in campagna
elettorale: “uno strumento concreto di programma per i
candidati, con un approccio più strutturale e meno
regolamentare”.

Quindici - Federutility

GdS 30 I 2006 -
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