Amnistia, indulto, grazia, ma alle vittime nessuno ci pensa

Non una sola parola di pietà per le vittime della delinquenza



Il giorno di Natale il leader radicale Marco Pannella e un
nutrito stuolo di uomini della politica, dello spettacolo, della
cultura e della Chiesa hanno sfilato per le vie di Roma
chiedendo al governo e all'opposizione di risolvere il problema
del sovraffollamento delle carceri. Sovviene naturale chiedersi
perché il "caritatevole comitato di liberazione", oltre a
ripetere come un mantra lo slogan "amnistia, indulto, grazia",
non abbia speso una sola parola di pietà per le vittime della
delinquenza. Alla manifestazione, giova ricordarlo, non ha
partecipato nessuna vittima o famigliare di chi ha “beneficiato”
delle azioni di chi ora si vorrebbe graziare. Suona davvero
“curiosa” la massiccia mobilitazione di persone e associazioni
affinché “Caino” (figura biblica condannata da Dio senza alcun
sconto di pena) venga liberato. E’altrettanto inquietante
constatare che in questo scorcio di secolo, a fronte di un
aumento di reati e atti criminali, una consistente fetta di
opinione pubblica mostri tanta inspiegabile indulgenza, se non
talvolta, comprensione e solidarietà, verso il peccato e i
peccatori (ammesso che i termini si possano ancora proferire),
mentre per gli onesti, i giusti, e gli innocenti (ivi compresi i
nascenti ancora in grembo), solo sprezzante indifferenza. Certo,
la carità cristiana non si nega a nessuno, ma l’altra porzione
di opinione pubblica si sarà sicuramente chiesta perché i
detenuti nell’attesa degli sconti di pena, non abbiano chiesto
pubblicamente scusa alle loro vittime e alla nazione italiana.
Un silenzio su cui riflettere!
Gianni Toffali

GdS 10 XII 2005 -
www.gazzettadisondrio.it

Gianni Toffali
Giustizia