Analisi congiunturale II trimestre di Unioncamere, Confindustria e Regione Lombardia
Risultati
dell'analisi congiunturale II trimestre 2005, indagine sui
settori di industria manifatturiera e artigianato di
produzione realizzata periodicamente da Unioncamere
Lombardia, Confindustria Lombardia e Regione Lombardia,
appena conclusasi presso la sede di Unioncamere Lombardia. (in
collaborazione con le Associazioni regionali
dell’Artigianato: Confartigianato, CNA, Casartigiani e CLAAI)
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Risultati dell’analisi congiunturale sull’industria e
l’artigianato manifatturiero di Regione Lombardia,
Unioncamere Lombardia, Confindustria Lombardia e con la
collaborazione delle Associazioni dell’Artigianato (Confartigianato
Lombardia, CNA Lombardia, Casartigiani Lombardia, CLAAI
Lombardia) effettuata attraverso 1.868 interviste ad aziende
industriali e 1.521 ad aziende dell’artigianato
manifatturiero.
IL SECONDO TRIMESTRE 2005 REGISTRA UN AUMENTO DELLA
PRODUZIONE INDUSTRIALE DELL’1,2% RISPETTO AL TRIMESTRE
PRECEDENTE (dato destagionalizzato), E UNA SOSTANZIALE
STAZIONARIETA’ RISPETTO AL SECONDO TRIMESTRE 2004 (-0,1%),
CON UNA POSITIVA INVERSIONE DEL TREND IN DISCESA DELLA PRIMA
PARTE DELL’ANNO. ANCORA IN PEGGIORAMENTO LE AZIENDE
ARTIGIANE (-2,9% SU BASE ANNUA).
La produzione industriale del 2° trimestre 2005 si chiude
con risultati congiunturali positivi (+1,2% il dato
destagionalizzato e +3,1% quello grezzo) e con la conferma
degli stessi livelli produttivi del 2° trim. 2004 (-0,1%).
L’indice destagionalizzato della produzione industriale
(base media anno 2000=100), dopo la caduta dello scorso
trimestre, torna sopra quota 100, raggiungendo il valore di
100,8. Per le aziende artigiane viene confermata la
variazione negativa su base annua (-2,9%) e il valore
dell’indice scende ancora, fermandosi a 93,6.
L’analisi per destinazione economica dei beni mostra un
recupero dei beni di consumo che incrementano i livelli
produttivi dello 0,9% su base annua. Anche i beni
d’investimento registrano variazioni positive, anche se più
contenute (+0,2%). E’ invece in calo la produzione dei beni
intermedi (-1,1% su base annua).
La disaggregazione per settori industriali segnala risultati
positivi su base annua per l’Alimentare (4,5%) e Mezzi di
trasporto (+3,3%); risultati ancora negativi per la “filiera
della moda” con le calzature ancora in fondo alla classifica
(-7,2%), mentre tessile (-2,8%) ed abbigliamento (-0,8)
registrano valori meno negativi rispetto ai trimestri
scorsi.
Su base annua si conferma una variazione della produzione
direttamente proporzionale alla dimensione d’impresa: -0,7%
le piccole (da 10 a 49 addetti), +0,1% le medie (da 50 a
199) e +0,5 le grandi.
Come negli altri trimestri, il dato medio generale continua
a nascondere andamenti molto differenziati fra le imprese: a
fronte del 21% di imprese con variazioni minime che
oscillano attorno allo zero, il 30% ha avuto variazioni
tendenziali superiori al +5% e il 32% ha registrato valori
oltre il -5%.
Altre variabili dell’andamento congiunturale:
• Il fatturato dell’industria cresce su base annua dell’1,3%
nella componente estera, mentre è ancora in calo nella
componente interna (-0,3%). Fra i settori, sono ancora
particolarmente positivi il fatturato per la siderurgia
(+2,8%) e gli alimentari (+2,1%). Ancora negativi tessile,
pelli-calzature e abbigliamento. Fra le aziende artigiane
qualche segnale positivo arriva dalla componente estera del
fatturato per i settori della carta editoria e della
siderurgia.
• Il tasso d’utilizzo degli impianti recupera leggermente
per l’industria (a quota 74,1%), mentre è ancora in calo per
l’artigianato (66,8%). Fra i settori si distinguono per i
più elevati utilizzi i mezzi di trasporto (81,1%)
nell’industria, e la siderurgia (77,0%), nell’artigianato.
Secondo la destinazione economica dei beni le aziende
industriali superano il 74% per i beni finali e beni
intermedi, mentre per l’artigianato il massimo viene
raggiunto dai beni intermedi (69%).
• Gli ordinativi acquisiti nel trimestre si mantengono su
variazioni discrete: per l’industria, quelli tendenziali
crescono dell’8,3% sull’estero e del 5,6% sull’interno,
portando i giorni di produzione assicurata a fine trimestre
a quota 55,8. Secondo la destinazione economica dei beni, le
aziende produttrici di beni di investimento continuano a
registrare i valori maggiori, in particolare sul versante
estero. Gli ordini delle aziende artigiane sono nuovamente
in calo sia nella componente interna che in quella estera:
-1,8% il dato tendenziale degli ordini esteri e –6,4% gli
ordini interni.
• L’occupazione all’interno del trimestre registra un
assestamento leggermente negativo per l’industria (-0,1%) e
più marcatamente negativo per l’artigianato (-0,4%).
• Il livello delle scorte dei prodotti finiti è ritenuto
adeguato dal 73,9% delle imprese industriali (una quota che
sfiora il 30% non tiene comunque scorte); fra le restanti,
le valutazioni di esuberanza superano quelle di scarsità. Le
aziende artigiane che tengono scorte di prodotti finiti
manifestano invece segnali di scarsità (-16% il saldo). Il
60% delle aziende artigiane non tiene scorte.
• Le scorte di materie prime sono adeguate per l’82,9% delle
imprese industriali, con segnali di scarsità ed esuberanza
che quasi si equivalgono (+0,8% il saldo). Gli artigiani
segnalano scorte adeguate nel 72% dei casi, con una maggior
prevalenza, fra le restanti, dei giudizi di scarsità (-13,7%
il saldo).
• I prezzi medi delle materie prime vedono rallentare ancora
i ritmi di crescita passando dal +2,3% dello scorso
trimestre al +0,9%, per le aziende industriali. Anche le
aziende artigiane rilevano un minor incremento passando dal
+3,2% al +1,9%. Fra i settori non è più la siderurgia a
registrare i maggiori incrementi, sostituita da Chimica,
meccanica e legno-mobilio, per l’industria, e gomma-plastica
e meccanica per l’artigianato. La tensione inflazionistica
delle materie prime si traduce solo parzialmente sui prezzi
dei prodotti finiti, in crescita dello 0,1% per l’industria
e addirittura in calo dello 0,1% per l’artigianato
manifatturiero.
Le aspettative degli imprenditori industriali per il 3°
trimestre 2005 sono caratterizzate da un diffuso pessimismo.
Il clima di possibile inizio della ripresa, riscontrato lo
scorso trimestre, non viene supportato dalle nuove
valutazioni degli imprenditori lombardi. Per l’industria
tutti e quattro gli indicatori (domanda estera, domanda
interna, produzione e occupazione) registrano aspettative
più pessimiste rispetto allo scorso trimestre. Circa il 40%
degli imprenditori intervistati si aspetta variazioni nulle
per quanto riguarda produzione e ordini. Relativamente ai
livelli occupazionali la percentuale che ritiene non ci
saranno variazioni sale all’82%. Anche nel caso
dell’artigianato nelle aspettative prevale il pessimismo,
con la quota di imprenditori che prevedono stazionarietà che
cresce avvicinandosi al 50% per domanda e produzione e
raggiungendo l’86% per l’occupazione.
L’andamento della produzione e le aspettative degli
imprenditori confermano per l’industria manifatturiera
lombarda prospettive a breve di calo dei livelli produttivi
acquisiti, in contrasto con un andamento abbastanza
soddisfacente degli ordini. Il modello di previsione, in
particolare, conferma per il 3° trimestre 2005 una
variazione tendenziale della produzione industriale negativa
ma molto vicina allo zero, facendo supporre un ulteriore
trimestre caratterizzato dalla stagnazione produttiva.
DOMANDE AGGIUNTIVE. In occasione della rilevazione sul 2°
trimestre 2005 si sono verificati anche comportamenti ed
opinioni in tema di ricerca e innovazione.
Per l’industria si è riscontrato che l’80% delle imprese
intervistate ha introdotto negli ultimi anni innovazioni di
prodotto, processo o organizzazione. I motivi che hanno
spinto le aziende ad intraprendere innovazione tecnologica
sono, in prevalenza, il miglioramento della qualità del
prodotto (68%) e il soddisfacimento delle richieste dei
clienti (53%). Le principali modalità di accesso alle
innovazioni tecnologiche risultano l’acquisto di nuovi
impianti o strumenti (57%) e la cooperazione tra clienti e
fornitori (47%). Il finanziamento della ricerca e
innovazione è avvenuto nel 73% dei casi prevalentemente con
risorse interne, nel 37% ricorrendo al sistema creditizio e
nel 24% grazie ad agevolazioni pubbliche.
Per l’artigianato manifatturiero l’introduzione di
innovazione ha toccato il 35% delle aziende. I motivi che
hanno spinto ad intraprendere processi di innovazione sono
per il 65% migliorare la qualità dei prodotti e per il 57%
soddisfare le richieste dei clienti. Le modalità di accesso
all’innovazione sono principalmente l’acquisto di nuovi
strumenti e la cooperazione tra clienti e fornitori. Il
finanziamento della ricerca e dell’innovazione proviene
prevalentemente da risorse interne e dal sistema creditizio.
Contatti:
Ufficio Stampa Unioncamere Lombardia Ufficio Stampa
Confindustria Lombardia
Peliti Associati Tel. 02 - 20480015 Nicoletta Bertone Tel.
02 - 72605304
infopeliti@peliti.it n.bertone@confindustria.lombardia.it
Ulteriori informazioni negli allegati
- Indagine congiunturale sul settore manifatturiero
lombardo/2° trimestre 2005
Disponibile sul sito www.unioncamerelombardia.it dal 28
luglio 2005
Dichiarazione del Presidente di Confindustria Lombardia
Mario Mazzoleni da inserire nel comunicato stampa
L’indagine congiunturale sul secondo trimestre 2005 presenta
alcuni risultati positivi, tuttavia ancora insufficienti per
uscire dall’attuale stagnazione. Nonostante il miglioramento
rispetto al trimestre scorso, l’economia non sembra dare un
segnale forte di risveglio e il clima di generale pessimismo
per i prossimi mesi non aiuta certamente a ritenere che la
crisi sia passata. 0ccorre dunque intervenire per rafforzare
in modo deciso i segnali positivi e invertire la tendenza di
quelli negativi, avendo come obiettivo primario l’aumento
della competitività del sistema produttivo lombardo, con
particolare attenzione a settori importanti al momento
fortemente penalizzati. Bisogna quindi puntare innanzitutto
sull’innovazione per spostare l’oggetto della concorrenza
dai prezzi al contenuto dei prodotti, cosi da far ripartire
la crescita e ridare fiducia nel futuro agli imprenditori,
che della crescita e dello sviluppo sono gli attori
fondamentali.
Commento:
La produzione nel secondo trimestre mantiene il segno
negativo riducendo però la variazione rispetto allo stesso
trimestre del 2004 al -0,1%. Il tasso di utilizzo degli
impianti recupera leggermente portandosi a 74,1%. La
variazione degli ordini interni si mantiene intorno al 5%,
mentre gli ordini esteri crescono dell’8,3%. Anche il
periodo di produzione assicurata dagli ordini in portafoglio
sale raggiungendo le 55,8 giornate, uno dei migliori
risultati da gennaio 2004. Le scorte di magazzino sono
giudicate esuberanti per i prodotti finiti (+5,7% il saldo)
mentre il saldo dei giudizi sulle materie prime molto vicino
allo zero indica una situazione di scorte adeguate. Anche il
mostra segnali di recupero con l’interno che riduce la
perdita (-03%) e l’estero che cresce dell’1,3%.
Commento:
I valori congiunturali confermano il quadro favorevole con
tutte le variabili che riportano su valori positivi. La
produzione industriale cresce dell1,2% rispetto al primi
trimestre 2005. Il fatturato interno guadagna l’1,6% e il
fatturato estero, dimostrandosi ancora più dinamico, il
4,0%. Anche la quota del fatturato estero sul totale cresce
raggiungendo il 37,2%.
I prezzi riducono entrambi l’incremento mantenendo però il
divario tra materie prime, ancora soggette a maggiori
tensioni, e prodotti finiti.
Anche i livelli occupazionali mostrano un lieve recupero pur
registrando ancora una lieve flessione dello 0,1%.
Note metodologiche:
L’indagine sulla congiuntura del settore manifatturiero di
Unioncamere Lombardia si svolge ogni trimestre su due
campioni: aziende industriali e aziende artigiane. Per la
selezione delle aziende da intervistare è stata utilizzata
la tecnica del campionamento stratificato proporzionale
secondo: l’attività economica, la dimensione d’impresa e la
provincia di appartenenza. Alcuni degli strati sono stati
sovracampionati per garantire una maggiore significatività
dei dati disaggregati per classe dimensionale, provincia o
settore. Per garantire il raggiungimento della numerosità
campionaria fissata è stata estratta casualmente anche una
lista di soggetti sostituti. Questo metodo garantisce ogni
trimestre la raccolta di 1.700 interviste valide, cioè al
netto delle mancate risposte, per l’indagine sulle imprese
industriali e 1.400 per l’indagine sulle imprese artigiane.
Le interviste vengono svolte utilizzando la tecnica CATI che
permette di rilevare, in tempi alquanto contenuti, più di 20
variabili quantitative e una decina di variabili
qualitative.
Al fine di ottenere la stima della variazione media delle
variabili quantitative, si procede alla ponderazione dei
dati in base alla struttura dell’occupazione. La struttura
dei pesi viene periodicamente aggiornata, così da recepire
tempestivamente significative modificazioni nella struttura
dell’universo.
Le informazioni ottenute dall’indagine sono disaggregabili
per: dimensione d’azienda, in tre classi ; secondo
l’attività economica, in 13 settori ; secondo la
destinazione economica dei beni, in tre classi ; secondo il
territorio, nelle 11 province lombarde.
Dalle serie storiche dei dati raccolti, si ricavano numeri
indici a base fissa che rappresentano un dato sintetico e
quantitativo di facile interpretazione.
Le serie storiche sono destagionalizzate con la procedure
TRAMO-SEATS , che è correntemente impiegata dai principali
istituti di ricerca nazionali e internazionali (EUROSTAT,
ISTAT, ISAE, ecc.). Per l’applicazione di questa procedura è
stato utilizzato il software DEMETRA, sviluppato da EUROSTAT.
Gli interventi effettuati sulle serie sono: correzione
automatica degli outliers (Additive Outliers; Level Shift e
Transitory Change); correzione dell’effetto Pasqua;
correzione degli effetti di calendario dovuti ai giorni
lavorativi e agli anni bisestili; correzione degli effetti
dovuti alle festività “fisse” italiane. E’ da notare che la
procedura TRAMO-SEATS opera ogni trimestre su tutta la serie
storica e non solo sull’ultimo dato inserito, con un
incremento progressivo della precisione nella stima dei dati
passati. Quindi, ad ogni aggiornamento possono verificarsi
piccole correzioni dei dati dei trimestri precedenti in base
alle nuove informazioni acquisite.
Per quantificare i risultati delle variabili qualitative
oggetto d’indagine si utilizza la tecnica del saldo, tutt’oggi
molto diffusa e ritenuta la più efficiente.
Vittoria Castagna
GdS 10 VIII www.gazzettadisondrio.it