Bologna. La strage. Chi. E i fischi

di Luca Alessandrini


Il fatto

Il ricordo, 25 anni dopo, di 85 morti e 200 feriti.
L'Associazione tra i familiari delle vittime, nel suo sito
http://www.stragi.it/
così ricorda quella tragedia:

"Il 2 agosto 1980, alle 10,25, una bomba esplose nella sala
d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna.

Lo scoppio fu violentissimo, provocò il crollo delle
strutture sovrastanti le sale d'aspetto di prima e seconda
classe dove si trovavano gli uffici dell'azienda di
ristorazione Cigar e di circa 30 metri di pensilina.
L'esplosione investì anche il treno Ancona-Chiasso in sosta
al primo binario.

Il soffio arroventato prodotto da una miscela di tritolo e
T4 tranciò i destini di persone provenienti da 50 città
diverse italiane e straniere".



C'eravamo


C'eravamo, il sei di agosto, in condizioni ai limiti della
resistenza (tantissima la gente compressa nelle piazze con
un caldo terribile) fortunatamente assistita dal Comune che
aveva procurato tantissimi tetrapak d'acqua, i funerali di
Stato. Sette solo a Bologna le bare, seguite dal Presidente
della Repubblica Pertini e dal Presidente del Consiglio
Cossiga. Tranne che per Pertini e Zangheri, Sindaco di
Bologna, fischi assordanti per tutte le altre autorità.



Chi, come, perché


A 25 anni di distanza si chiede ancora di sapere. Chi, come,
perché.

Ci sono discussioni. C'é persino dibattito nella sinistra di
fronte a posizioni, sempre interne alla sinistra, poco
inclini ad accettare la versione dominante, quella della
matrice neofascista. E' possibile, come era stato per
l'attentato alla banca dell'Agricoltura a Milano quando si
partì in quarta contro gli anarchici e Valpreda ne fece le
spese, che l'avere etichettato subito questa strage abbia in
un certo senso fatto trascurare altre ipotesi.

Noi ci chiediamo, ad esempio, quale possa essere il filo che
collega questa strage ad altri tragici eventi, ma anche
magari ad Ustica e magari anche all'attentato a Papa
Giovanni Paolo secondo.

Non dimentichiamo che Roma era l'incrocio di molte rotte, in
altri termini di movimentate e sotterranee azioni di servizi
segreti dell'una e dell'altra parte per i quali la nostra
Penisola costituiva privilegiato trampolino di osservazione
e, in alcuni casi, anche terra di scontro diretto,




Fischi idioti ma...

I fischi durante la cerimonia commemorativa di martedì
scorso all'indirizzo dei messaggi di Casini e Pera e,
diretti, per il Vicepresidente del Consiglio Tremonti
richiedono una nota di commento L'illustre concittadino é
rimasto imperturbabile, solo rompendo il silenzio con una
battuta al fulmicotone, vista che probabilmente era diretta
al Sindaco Cofferati: "Bella piazza!".

La solidarietà al primo valtellinese giunto alla
Vicepresidenza del Consiglio, é venuta da quasi tutti i
settori del Parlamento. C'é chi la pensa diversamente
meritandosi da Berlusconi l'invio di casse di bottiglie di
champagne (Presidente, vista la situazione economica,
risparmiamo facendo però altrettanta bella figura: mandi
dello Sforzato di Valtellina!).

Sembra un paradosso, ma non lo é: 25 anni fa i fischi
potevano essere una manifestazione emotiva di fronte
all'orrore di quattro giorni prima. I fischiati, in gran
parte VIP DC, additati come complici, anche solo per
omissioni, nella realtà erano, a fianco di innocenti finiti
al camposanto, vittime politiche, una delle prime
manifestazioni in questo senso.

E' ancora presto per scavare
in questa direzione e non tutti hanno la possibilità, e poi
la disponibilità, di
farlo, posto che ne abbiano il coraggio. Forse però, fra
qualche lustro, l'intreccio delle ricordare rotte, con i
miscugli nazionali e internazionali, con eventuali alleanze
di fatto, quantomeno di convergenze ritenute secondo logica
impossibili, potrà fare abbastanza luce su Bologna e su
altri casi. Non Ustica, che per noi é già chiaro (e non sono
i Generali dell'Areonautica inquisiti ad aver lanciato il
missile...). Resterà il buio solo sull'attentato al Papa,
anche se non a lume di logica.

I fischi idioti di Bologna, in un momento in cui si ricordano 85
morti, da ANGELA FRESU di 3 anni a LUCA MAURI " 6, a SONIA
BURRI di 7, a KAI MADER di 8, a MANUELA GALLON di 11, a
ECKHARDT MADER e CESARE FRANCESCO DIOMEDE FRESA di 14 e
così, per età, via via sino ad ANTONIO MONTANARI 86enne, non
sono però da prendere in grande considerazione.

Lo hanno fatto, ed era un dovere, le Istituzioni e i
rappresentanti a vario livello dello Stato e della politica.
Ma le cose vanno viste a 360 gradi.

Le cose vanno viste a 360 gradi

E con quest'ottica, cui
non fa velo una posizione di parte perché il nostro é
discorso assolutamente obiettivo e vale di chiunque siano
questi fischi idioti e chiunque siano i fischiati, c'é da usare non
l'esecrazione ma il compatimento. Per mille ragioni. Per
l'ignoranza, per l'insensibilità, per una intima fregola di
voler essere come quelli che si combattono.

Una trentina di anni fa i fischi erano per "quelli degli
opposti estremismi" perché, secondo molti non certo
preveggenti non capivano che il pericolo
veniva da destra mentre a sinistra ci sarebbe stata solo un po' di
esuberanza, magari con le catene e il resto nei cortei...

Si
é visto che "quelli degli opposti estremismi", guarda caso,
avevano visto giusto, e le Brigate Rosse sono lì a
dimostrarlo.

E' assai interessante vedere che a qualche isolato
rappresentante autorevolissimo della sinistra si stiano
aggiungendo altri, sempre della sinistra, che sostengono
debba essere superato un tabù e messo da parte il teorema.
L'equazione é sempre stata "neofascista". A 25 anni di
distanza siamo ancora nel buio. Comincia ad allargarsi il
fronte del dubbio, che cioè occorra seguire altre piste,
oltre a quella neofascista oppure anche alternative.
Leggendo magari in altra chiave anche i tentativi di
depistaggio, e senza strumentalizzazione politiche di
qualsiasi segno.

Sarebbe giusto anche per i familiari delle vittime
a.f.



GdS 30 VII  www.gazzettadisondrio.it

Luca Alessandrini
Giustizia