Giustizia e informazione spettacolo: la vicenda cocaina

di Mario Segni

Questa volta non voglio
parlarvi di politica. O meglio la politica c'entra
anch'essa, ma di striscio in quello che sto per dire. E' un
commento a caldo, una sensazione, una emozione forse, sulla
vicenda della cocaina usata, secondo la stampa, da
imprenditori, politici e vip in genere.

Premetto che ho seguito da vicino la vicenda perché ho una
lunga e profonda amicizia con Emilio Colombo. Emilio Colombo
è, per noi, "uno di famiglia", perché il rapporto politico e
umano tra lui e mio padre fu quasi quello tra figlio e
padre. Premetto anche che la mia amicizia verso di lui
rimane e rimarrà sempre profonda e incancellabile. Ma non è
di questo che voglio parlare, perché queste cose fanno parte
della sfera personale di ciascuno di noi, e devono
rimanervi. Sono due invece le considerazioni generali che mi
vengono spontanee.

La prima è la indignazione per il mancato rispetto da parte
della magistratura verso la sfera personale dei cittadini.
Per quale motivo cittadini verso i quali non è ipotizzato
alcun tipo di reato vengono dati in pasto all'opinione
pubblica su fatti personali, che niente hanno a che vedere
con la giustizia? Che difesa hanno per tutelare la loro
dignità personale? Pera e Casini hanno fatto benissimo a
intervenire accusando i giudici di non avere rispettato i
diritti di due parlamentari. Ma il discorso è più ampio,
perché qualunque cittadino, parlamentare o no, ha diritto a
che il proprio nome non venga dato in pasto alle belve senza
che egli abbia niente a che vedere con la giustizia. Ancora
più incredibile e vergognoso l'ultimo episodio, in cui le
ultime rivelazioni sono conseguenza di una fuga di notizie.
Ministro Castelli, è questo un caso in cui lei dovrebbe
aprire una inchiesta, non i casi in cui i giudici indagano
su tangenti o corruzione.

La seconda riguarda la stampa, e soprattutto certa stampa.
Su un banale caso di droga e traffico di prostituzione
(anche di dimensioni modeste, mi sembra) la stampa si è
gettata con la solita fame di pettegolezzo. E' un brutto
vizio, ma purtroppo un vizio di lunga data. Quello che non è
accettabile è che la TV di Stato, che è tenuta alla
deontologia che compete al servizio pubblico, si avventi
sulla notizia con la irruenza di un cronista di terza fila.
Signor Vespa, era il caso di dedicare alla coca il Porta a
Porta della giornata? Mentre dal Medio Oriente arrivano ogni
giorno notizie di tragedie, mentre il mondo guarda sgomento
la spirale di violenza che cresce, la più paludata vetrina
della politica italiana parla per due ore di una triste
vicenda la cui unica particolarità è quella di infangare
qualche politico e di svelare la melanconica parabola di una
attrice sulla via del tramonto. Non c'erano tante cose
importanti da raccontare agli italiani?
Mario Segni



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Mario Segni
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