Guerriglieri o terroristi? Guerriglieri in Irak ma terroristi in Italia

di a.f.


La sentenza di
Milano
L'improvvida sentenza con la
quale il giudice (donna) di Milano ha liquidato la partita
dei fiancheggiatori dei "guerriglieri" in Irak é stata al
centro di critiche concentriche da ogni parte. Quel che più
importa é che le dichiarazioni nella sostanza più pesanti
sono venute proprio dall'interno della Magistratura. Abbiamo
sentito autorevoli magistrati dire che quel giudice aveva
preso, di fatto, una grossa cantonata.

Il Tribunale ha poi reso
giustizia affondando in pieno questa sentenza.

A parte le valitazioni che si dovrebbero fare ma che non si
possono fare perché sui Magistrati é soltanto competente il
CSM, sta il sentire comune che al minimo riteiene che chi
sbaglia in questo modo al minimo dovrebbe essere mandato a
un corso di aggiornamento (con esame finale, a scanso di
equivoci).


Guerriglieri e
terroristi (in Irak)


Ciò detto veniamo al punto.

Guerriglieri e terroristi. Abbiamo avuto modo, addirittura
prima della guerra, di riportare le dichiarazioni di
esponenti di primissimo piano del regime di Saddam che,
tranquillamente, sostenevano la possibilità da parte loro di
reggere per nove anni qualora gli americani li avessero
attaccati. Evidentemente non in conflitto tradizionale per
la stragrande superiorità americana e il controllo assoluto
del cielo (a proposito: ma gli aerei di Saddam che fine
hanno fatto?) Lo squagliamento delle forze migliori di
Saddam quando ci si aspettava una strenua difesa della
capitale o addirittura una lotta casa per casa ha sorpreso
tutti. Dichiarata il 1 maggio la fine della guerra Bush si é
dovuto accorgere che i suoi collaboratori militari,
categoria falchi, gli avevano contato una serie di balle. La
guerra non era affatto finita come dimostra il numero
altissimo di soldati morti.

Quella guerra non é fatta dai terroristi. Quella guerra
continua ad opera di veri e propri guerriglieri, addestrati
a questo in schemi pianificati.

Si sono aggiunti i terroristi,
quelli "professionisti", alla Bin Laden e &, e quelli
artigianali di varia estrazione e con diversificati
interessi. Possono esserci salfature in casi particolari ma
non certo alleanze strategiche. Il terrorismo in prospettiva
é perdente al 100%, la guerriglia non al 100% anche se
magari al 90%...


Guerriglieri e terroristi (in Italia)


Allora, qualcuno può dirci, "voi date ragione alla
magistrato di Milano!". Neanche per sogno. Milano non é
Bagdad, a Milano guerriglieri o terroristi non fa differenza
e operare il distinguo, spezzando il capello in quattro, nei
confronti di chi fiancheggia quelli che sono in Irak é cosa
che non sta né in cielo né in terra. A parte poi il fatto
che se anche per avventura - e non é così perché i
"guerriglieri", quelli che dovrebbero resistere nove anni,
nella loro pianificazione hanno anche pensato al sistema di
scatole chiuse per evitare rischi. Ogni contatto esterno
sarebbe una potenziale esca per la loro cattura - qui a
Milano si operasse in favore dei guerriglieri e non dei
terroristi, sarebbe comunque un operare contro chi é
sospettato di almeno parte dei sequestri di persona e di
almeno parte dei morti occidentali, ed anche italiani!


Considerazione
finale


Che poi arrivi a decidere cose di questa importanza un
giudice monocratico, da solo, senza la garanzia che può dare
un consesso collegiale, é veramente il colmo.
a.f.



GdS 10 e 20 e 28 II 05  www.gazzettadisondrio.it

a.f.
Giustizia