Magistratura: s'ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo...

La sentenza - Sentenza "non politicizzata - Una deduzione - Sorpresa - Si urla troppo. Tutti - Napoli: non certo un bel servizio al Paese - Tutti facciano un passo indietro


LA
SENTENZA


La sentenza con la quale la Corte di Cassazione non ha accolto
l’istanza di trasferimento, per “legittimo sospetto”, da Milano
ad altra sede (Brescia o Perugia) del processo a carico, fra gli
altri, del Presidente del Consiglio e dell’on. Previti ha avuto
uno strascico violento di polemiche.

L’on. Berlusconi ha subito tenuto una conferenza-stampa, con
ampi stralci diffusi da tutte le TV, con toni polemici e con
l’affermazione, ripetuta due volte di seguito evidentemente per
rimarcare il concetto, di voler esercitare “fino in fondo” il
mandato ricevuto dagli elettori.

In altri termini niente dimissioni in caso di condanna,
posizione peraltro correttamente sostenuta anche dall’on.
Rutelli che ha ricordato come il diritto vigente consideri
qualsiasi imputato innocente sino a diverso giudizio definitivo.

SENTENZA
"NON POLITICIZZATA"
Cominciamo con due
osservazioni.

La prima fa riferimento ad un articolo pubblicato in prima
pagina da – significativo - “Il Sole – 24 Ore” a firma Carlo
Guarnieri che sostanzialmente prende le distanze da quanti nel
centro-destra hanno polemizzato con la decisione della Corte di
Cassazione. L’autore ha ricordato come il collegio giudicante
fosse composto, nelle “Sezioni riunite” dai più insigni giuristi
e osserva come possa avere giocato un ruolo anche il rischio,
ove fosse stato concesso il trasferimento, di una proliferazione
di istanze di questo tipo.

La seconda fa riferimento ad una dichiarazione del sen. Ayala,
ex magistrato e già Sottosegretario alla Giustizia, che ha
ricordato come durante la discussione della legge Cirami egli
avesse fatto presente che tecnicamente, così come articolata, la
legge Cirami non sarebbe stata applicabile al processo di cui
sopra.

Ritenere la sentenza "politicizzata", come affermato da alcuni,
é un errore, dell'immediato e per il futuro.

UNA
DEDUZIONE
Proseguiamo con una
deduzione.

Consideriamo non solo la sentenza ma anche la requisitoria della
Procura Generale. In poche parole alcune doglianze della difesa
per posizioni della Procura di Milano nei confronti degli
assistiti sono state considerate, ma - questa in buona sostanza
la posizione dell’accusa fatta poi propria dal Collegio
giudicante - ORA non ci sono motivi di dubitare
dell’imparzialità dei giudici di Milano.

Noi abbiamo dedotto da questo svolgimento, e i fatti ci daranno
poi ragione o torto, una buona probabilità che a Milano si vada
ad una assoluzione dell’on. Berlusconi, sorte probabilmente
diversa per gli altri imputati, anche in relazione ai diversi
reati loro contestati.

SORPRESA

Sta dunque il fatto che il modo con cui è stata commentata la
sentenza sorprende.

Una reazione molto dura degli ambienti più vicini al Presidente
Berlusconi, come se a Brescia, o Perugia, vi fosse la certezza
dell’assoluzione e a Milano vi sia invece quella della condanna.
Obiettivamente non è pensabile di etichettare come politicizzata
la sentenza della Corte di Cassazione. Farlo, oltre ad un
errore, addirittura controproducente, comporta, dimenticando
Montesquieu, allargare il solco fra i poteri dello Stato. Il
loro equilibrato rapporto è fondamentale anche per riacquistare
la fiducia dei cittadini che è elemento fondante e
indispensabile di una democrazia.

SI URLA
TROPPO. TUTTI
Si urla troppo, su
tutti i versanti.

Il centro-destra, pur con accenti diversi secondo le diverse
forze politiche e secondo le diverse sensibilità individuali, ce
l’ha, almeno secondo alcuni, con la “magistratura
politicizzata”, secondo altri e più correttamente, con “alcuni
settori politicizzati della magistratura”.

Alcune volte magari a ragione. Altre volte a torto.

Il centro-sinistra, anche qui pur con accenti diversi secondo le
diverse forze politiche e secondo le diverse sensibilità
individuali, non perde occasione per ergersi a paladino della
magistratura.

Alcune volte magari a ragione. Altre volte a torto.

Per tutti deve valere, al contrario del detto latino, “senatores
probi viri, Senatus mala bestia”, il rispetto e la tutela della
Magistratura. Sempre. Per i magistrati, certo rispetto e tutela
ma non sempre. Il magistrato è un uomo, o una donna, e quindi è
soggetto a sbagliare o a tenere comportamenti non congrui. Nel
caso di dolo o colpa grave ne risponda come qualsiasi cittadino.
Sede a parte, e cioè al CSM anche se… Anche se va detto che, nel
pieno rispetto del Titolo IV della Costituzione, una volta
riconosciuta l’autonomia e l’indipendenza della Magistratura,
nel giudicare ed eventualmente punire i magistrati caduti in
fallo, ovviamente, come già richiamato, per dolo o colpa grave,
si dica che nessuno è infallibile, nessuno perfetto, nessuno
Santo. Sentire in TV che solo due su 2500 procedimenti avviati
dal CSM, Organo di Governo della Magistratura, si sono conclusi
con l’adozione di provvedimenti fa dubitare della serenità di
giudizio, della equanimità, dell’imparzialità di giudizio. E
anche questo è elemento da tenere presente visto poi che un po’
di anni fa sulla responsabilità dei magistrati c’era stato un
Referendum popolare con un esito schiacciante a favore della
introduzione di tale responsabilità, esito poi totalmente
disatteso da parte del Parlamento.

NAPOLI:
NON CERTO UN BEL SERVIZIO AL PAESE
Tornando al tema
iniziale obiettività vuole la citazione di un evento vistoso.
Noi non abbiamo mai digerito – e l’indomani del fatto avevamo
pubblicato sul giornale più diffuso della provincia un commento
molto duro – quell’avviso di garanzia inviato al Presidente del
Consiglio Berlusconi proprio durante il vertice dei “potenti
della terra”. Notificarlo l’indomani del vertice non avrebbe
cambiato nulla sul piano giudiziario. Farlo in quel modo e con
quel tempismo, con l’amplificazione conseguente sui mass-media
di tutto il mondo, è diventato un fatto politico e, quel che poi
è peggio, un fatto politico internazionale di discredito per il
nostro Paese.

Già avevamo un ex-Presidente del Consiglio sotto processo per
contiguità alla mafia. In Italia possiamo ben giudicare come una
gigantesca bufala la storiella del bacio di Andreotti a Reina
che avrebbe potuto risultare credibile solo se si fosse appurata
una sua improvvisa demenza senile da cui ancor oggi nonostante
l’età avanzata Andreotti dimostra di essere lontanissimo. Così
come possiamo ritenere fantapolitica l’accusa di essere il
mandante dell’omicidio Pecorelli. All’estero però, ove a Italia
si associa subito il termine “mafia”, possono crederci.

Aggiungendo il Presidente in carica non é si è reso un bel
servizio al Paese. Né il magistrato che ha dato il via
all’operazione di notifica poteva ignorare che cosa era in corso
a Napoli e quali sarebbero state le conseguenze di quell’avviso
di garanzia recapitato proprio al vertice e magari anche dalla
pubblicazione in grande rilievo a tutta prima pagina sul più
autorevole quotidiano italiano (informato da chi, visto che la
notizia era risaputa da pochissimi? Forse dalla donna delle
pulizie?!?!?).

Comprensibile che l’on. Berlusconi se la sia legata al dito.
Obiettività vorrebbe che ogni italiano se la fosse legata al
dito per il male fatto al nostro Paese.

Ci sono stati altri episodi, qualcuno discutibile, ma resta
comunque un errore da parte di settori del centro-destra
generalizzare e quindi ogni volta che c’è un provvedimento
sfavorevole, prima ancora di conoscere le motivazioni – talora
magari condivisibili, altre volte meno - azionare l’artiglieria.

Così come è sbagliato da parte del centro-sinistra generalizzare
in senso diverso qualsiasi cosa che succeda nelle aule
giudiziarie o in quelle delle Procure.

TUTTI
FACCIANO UN PASSO INDIETRO


Magistratura: s'ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra
risponde uno squillo... Si può andare avanti così?
Occorre che
tutti facciano un passo indietro, magistrati compresi, come da
monito nei giorni scorsi del CSM in un significativo documento
che ha riscosso un’approvazione unanime.

E occorre magari che tutti prendano esempio da Andreotti,
trascinato in una spirale giudiziaria incredibile, che ha
dimostrato, persino oltre ogni ragionevole limite, cosa vuol
dire avere il senso delle Istituzioni, Magistratura compresa (e
dovendo vendere la sua preziosa collezione di francobolli per
pagarsi – miliardi! – le spese legali…).
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GdS 8 II 03 -

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Giustizia