RORY DA CATANZARO CI DICE DI VERGOGNARCI PER I NOSTRI “ATTACCHI GRATUITI” A DE MAGISTRIS. NOI LASCIAMO SERENAMENTE IL GIUDIZIO AI LETTORI

Pubblichiamo la lettera pervenutaci, anche se l’autrice, in contraddizione con quanto scrive, non l’ha firmata. Noi, che in contraddizione con quanto scriviamo non vogliamo essere, la ospitiamo chiosandola (prima). E lo facciamo non replicando punto su punto come sarebbe facile bensì riproponendo intero la nostra nota. In questo modo chi legge ha la possibilità, sentite le due campane, di trarre lui, o lei, le sue conclusioni.

Di tale nota sottolineiamo solo il passo relativo ai punti fermi che un magistrato, a nostro avviso, deve avere e tutti riconducibili al principio di responsabilità: equilibrio, riservatezza, spirito critico.

IL NOSTRO COMMENTO

Il nostro commento, pubblicato sul n. 30/2007. Titolo: “DE MAGISTRIS NON CI PIACE, INDIPENDENTEMENTE DAL MERITO DELLA QUESTIONE”.

Il testo: “De Magistris, il magistrato che ha fornito queste settimane a stampa e TV abbondante materiale per occupare colonne e palinsesti non ci piace. Non ci piace né come persona né come magistrato. E qui non c’entra il merito. E’ invalso un ben strano criterio nella società contemporanea. C’è un’equazione di costante applicazione: si stabilisce un principio, giusto, lo si applica e chi non condivide il modo di applicarlo lo si taccia di nemico dei sacri principi. Nel nostro caso l’equazione è stra-evidente. Io sto conducendo un’inchiesta sui potenti, mi contestano e quindi vuol dire che si vuole insabbiare l’inchiesta. Fossimo dei panni del Procuratore Generale reggente che ha avocato a sé l’inchiesta quereleremmo il giovane e focoso sostituto procuratore. Infatti dire, come i giornali riferiscono abbia detto, che finisce l’ijndipendenza della magistratura significa dubitare della Procura generale che invece l’inchiesta potrebbe essere in grado di svolgerla almeno quanto De Magistris. Sicuramente in modo più silenzioso e più rispettoso della delicatezza della funzione svolta. Curiosamente da notare che la norma che ha consentito l’avocazione non è del Governo Berlusconi e del Guardasigilli Castelli ma del Governo Prodi cui pertanto sarebbero diretti gli strali. Sul merito non entriamo se non, più avanti, sulle conseguenze e sul principio di responsabilità.

Il suo nome è un programma: Luigi che viene dai Maestri. Se in famiglia erano, appunto, dei Maestri, come il patronimico indica, l’ultimo virgulto di cotal famiglia non ha certo seguito le orme dei padri. Un Maestro, in particolare del diritto e quale sia il suo ruolo se inquirente o giudicante, deve avere contezza piena della delicatezza di quello che fa. E sono tre i punti fermi che deve avere tutti riconducibili al principio di responsabilità; equilibrio, riservatezza, spirito critico.

Diventare sostituto procuratore non equivale acquisire il dono dell’infallibilità nella logica del tutto-dovuto e se qualcuno dissente è contro la giustizia o addirittura colluso con i rei (supposti sino a iter giudiziario concluso). C’è poi da ricordare che chi deve giudicare i suoi atti se conformi o meno all’etica ma soprattutto alle norme vigenti è il Consiglio Superiore della Magistratura. Giudizio in casa dunque. Che forse ne abbia paura? Da Santoro, esempio illustre di faziosità intelligente, bravissimo a mettere in croce chi vuole lui, solo però certuni e non certi altri, è andato per prendere i suoi applausi da una platea schierata come si dice abbia fatto nelle settimane scorse dalle sue parti, TV e stampa. Noi abbiamo l’esempio opposto. In tre casi vistosi, assassinio della suora, rapimento del giovane Dassogno, bimbo ucciso sulla pista ciclabile, ineccepibili non solo le inchieste ma anche e soprattutto il comportamento degli inquirenti, divenuti ciarlieri solo a operazioni felicemente concluse, e anche in tali occasioni con parsimonia.

Questa è la figura del magistrato che ci piace, l’opposto dei De Magistris di turno.

GdS”

PS A Rory comunque, che evidentemente si batte per un riscatto della sua terra, il conforto di una solidarietà convinta. E nemmeno qui siamo in contraddizione in quanto riteniamo essenziale ai fini dei risultati non solo la capacità investigativa ma anche il comportamento dei magistrati che in certi casi, magari anche questo, diventa controproducente al fine dei risultati. E questo é quello che dovrebbe importare soprattutto a Rory e a chi sta dalla sua parte.

LA LETTERA DI RORY

Vergogna. Perchè mi sento profondamente delusa ed amareggiata da ciò che è stato scritto sul Vostro giornale sul giudice De Magistris. Perchè certi attacchi gratuiti a chi in questo Paese persegue ancora un ideale di giustizia in un territorio definito "caldo", possono venire solo da chi sta in un luogo troppo lontano sia geograficamente che situazionalmente dalla nostra terra.

Delusa perchè non ruscite a porre l'attenzione su cosa Luigi De Magistris ci vuole dire, ma solo sul suo comportamento, A VOSTRO AVVISO, poco consono a quello di un magistrato.

Amareggiata perchè non avete capito il fatto che il pm catanzarese ha avuto il totale appoggio soprattutto dalle nostre parti, perchè è proprio in queste zone che sappiamo come ci si sente ad essere sempre "l'ultima ruota del carro", a vivere in una terra MARTORIATA dalla malavita, dove il prestigio e l'autorità dello Stato è solamente uno "spettro" di passaggio, dove ogni politico senza scrupoli viene ad attingere, una terra dove a cittadini onesti che hanno "sete di legalità" è stata strappata la Scuola di Magistratura per il capriccio di un ministro.

Una terra dove un bambino di 12 anni può ancora morire per una botta in testa a causa di mancanza di ambulanze e di sale operatorie.

Un terra dove solo chi sta ai vertici può godere di una sanità adeguata.

Una terra dove sono ancora tante, TROPPE le strade definite "DELLA MORTE".

Una terra dove i fondi europei non arrivano, perchè si fermano a "metà strada".

Una terra dove un gruppo di ragazzi coraggiosi sfida la mafia al grido di "AMMAZZATECI TUTTI".

Una terra sgomenta, perchè si rende conto che in un libero paese democratico, un ministro non avrebbe potuto chiedere il trasferimento del magistrato che indagava su di lui.

Una terra che non ha perso la speranza, nonostante un'avocazione definita da molti come "atipica" e con tanti lati oscuri.

Luigi De Magistris, rappresenta per noi la speranza che qualcosa possa cambiare.

Rappresenta la "nostra voce", per troppo tempo inascoltata.

Rappresenta colui che ha avuto il coraggio di tirar fuori tutto ciò che molti sapevano da tempo, ma che nessuno ha avuto la forza di denunciare.

Luigi De Magistris, per noi rappresenta tutto questo. E poco importa se svolge il suo lavoro in un modo che non a tutti piace. A noi, che per anni, decenni, abbiamo subìto, questo poco importa. E dovrebbe importare poco anche a tutti quelli che stanno dalla nostra parte.

Distinti Saluti.

Rory da Catanzaro

RorY da Catanzaro (e nostra nota)
Giustizia