VISTO DA SONDRIO: DESOLANTE IL CASO MASTELLA. E POI SMETTIAMOLA CON IL PRENDERCELO "CON LA MAGISTRATURA"!

Il caso Mastella appare desolante sotto ogni aspetto. Non entriamo nel merito. Le responsabilità, se ci sono, verranno appurate. Se non ci sono si tratta di non lasciar cadere la cosa. Un solo dubbio: si arresta una persona "per tentata concussione" quando poi non vi sono soldi in ballo o cose del genere?

Chi ha visto il film sulla conferenza-stampa del Procuratore della Repubblica di Benevento, magistrato "di altissima professionalità" (lo dice lui e quindi chi osa metterlo in dubbio?) non può che restare inebetito.

Chi ha letto il commento dell'ex Presidente della Repubblica Scalfaro, non può restare indifferente. Egli infatti, notoriamente non proprio un fan di Berlusconi, ha citato queste "coincidenze": nel 1994 la bomba penale a Berlusconi mentre era a Napoli con i potenti della terra, ora la moglie di Mastella proprio quando il Ministro di Grazia e Giustizia stava per leggere la solenne relazione di inaugurazione dell'anno giudiziario in Parlamento.

Dietrologia

Al caso non crede nessuno. Due le ipotesi

1) Bisognava allentare la pressione su Bassolino & C. ormai arrivata al parossismo, con lui e soci tenacemente attaccati alle poltrone contro ogni etica politica.

2) Bisognava far saltare il Guardasigilli reo di fare il Ministro della Giustizia, compresa la posizione assunta nei confronti del De Magistris (ora sanzionato dal CSM)

Terza ipotesi un mix dell'uno e dell'altro o magari anche una faida locale a danno dell'UDEUR in genere.

Clamori e silenzi

Grande clamore su Mastella. Silenzi prolungatissimi su vicende come quelle dei rifiuti napoletani. Non lo diciamo noi. Di Pietro mentre tuonava contro gli amministratori napoletani aggiungeva che c'erano anche altri da chiamare in causa "Dov'era la magistratura? Cosa faceva, anzi non faceva?"

Come poi si fa, vero o non vero che sia, a non pensare male, visto come ripetono i magistrati che l'azione penale è obbligatoria, a non pensare che il metro sia di lunghezza variabile, che le interpretazioni stranamente risultino di un tipo in certi casi e di un altro tipo in certi altri.

Come poi si fa, vero o non vero che sia, a non pensare ad una politicizzazione, quantomeno di tipo ideologico, non già della Magistratura ma quantomeno di certi magistrati?

Come si fa, vero o non vero che sia, a non pensare male quando si vede che qualcuno va in galera e altri no? Fiorani dentro, Consorte fuori, tanto per fare un esempio.

Adesso basta con il dare addosso "alla Magistratura"!

L'occasione è buona per dire "adesso basta con il dare addosso "alla Magistratura"!

Quanti sono?

L'ultimo dato che abbiamo sul numero dei magistrati è di 6185 giudicanti e 2160 requirenti.

Gli strali, le polemiche, talora i dubbi vengono in grande prevalenza dal settore inquisitorio e non da quello giudicante.

Basterebbe questa considerazione per far dire "adesso basta con il dare addosso 'alla Magistratura'"! In realtà anche parte notevole, probabilmente assai maggioritaria, degli inquirenti fa il suo lavoro tranquillamente e serenamente. C'è poi una parte che, vero o no, con i suoi comportamenti, le interpretazioni, i tempi e chi più ne ha ne metta, fa pensare ad una politicizzazione, o quantomeno ad una ideologizzazione. Se cìé dunque da prendersela con qualcuno occorre distinguere e mettere sotto accusa chi interpreta le cose a modo suo. Da generalizzare in ogni caso lo sport nazionale della violazione del segreto istruttorio, regolarmente impunito anche perché l'azione penale dovrebbe essere obbligatoria ma non si capisce perché allora ad una violazione del segreto non corrisponda l'apertura di un fascicolo.

Se è sceso in campo persino Scalfaro a criticare quella che con linguaggio più colorito altri hanno definito "le bome ad orologeria" vuol dire che la cosa è, come si suol dire, spessa.

Da aggiungere che il CSM non dà certamente ai cittadini una buona immagine, come non lo danno certamente le lotte interne fra correnti.

Una norma molto semplice

Una norma molto semplice dovrebbe essere introdotta: quella che consente al magistrato di candidarsi in elezioni europee, nazionali, regionali, locali solo dopo cinque anni da avere cessato attività e funzioni e dieci nel caso che la candidatura avvenga nella provincia in cui ha svolto attività e funzioni. Alcuni casi vistosi avvenuti qualche dubbio lo hanno pur lasciato…

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Giustizia