RAPPORTO DELL’OSSERVATORIO SULLA PROSTITUZIONE

Più attenzione e tutela dei minori, con una stretta sui clienti che vanno con le prostitute minorenni, ed esclusione della prostituzione in alcuni luoghi pubblici quali quelli frequentati da minorenni, luoghi di culto, ospedali. Sono queste alcune misure proposte dall'Osservatorio sulla prostituzione e sui fenomeni delittuosi ad essa connessi. Tra le misure proposte figura l'introduzione di una disciplina speciale della prescrizione per i reati di sfruttamento sessuale, tratta, abuso sessuale, prostituzione, commessi in danno di minori. Ulteriori misure di prevenzione, quali il divieto di accesso ai luoghi frequentati dai minori nei confronti delle persone che risultano pericolose per l'integrità fisica o morale degli stessi. L'introduzione di misure cautelari come il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa nei confronti di imputati per reati di prostituzione minorile, tratta, riduzione in schiavitù in danno di minori, nonché dell'allontanamento dalla casa familiare quando l'imputato sia un familiare della vittima.

Presentazione

Più attenzione e tutela dei minori, con una stretta sui clienti che vanno con le prostitute minorenni, ed esclusione della prostituzione in alcuni luoghi pubblici quali quelli frequentati da minorenni, luoghi di culto, ospedali.

Sono alcune misure proposte dall'Osservatorio sulla prostituzione e sui fenomeni delittuosi ad essa connessi, presieduto dal sottosegretario all'Interno Marcella Lucidi. Alla presentazione del rapporto è intervenuto anche il ministro Giuliano Amato.

«E' giusto sottolineare - ha detto Amato - che l'Osservatorio è fatto dai rappresentanti di organismi della società, per avere un quadro articolato e comprensivo del fenomeno della prostituzione. Non è il Rapporto del Viminale, è bene precisarlo - ha affermato - ma nasce dai soggetti della società. C'è una differenza tra un Rapporto fatto da un apparato e quello fatto da organismi che si occupano del fenomeno e da associazioni».

Le norme di contrasto al fenomeno della prostituzione verranno invece formulate in un secondo momento dal Viminale e saranno contenute «in un autonomo disegno di legge - ha spiegato Amato - che sarà separato da quello che viene comunemente chiamato pacchetto sicurezza. Non so se le norme che saranno nel ddl rispecchieranno tutte quelle proposte dall'Osservatorio o ce ne saranno altre, ma ci sarà un apposito provvedimento».

«L'invito che formuliamo - ha detto il sottosegretario Lucidi - è quello di considerare il Rapporto nella sua interezza, leggere tutto quello che c'è. La prostituzione, e tutti i suoi delitti, non può essere ricondotta ad una sola immagine. E' un fenomeno complesso e la risposta è altrettanto complessa ed integrata».

«Nel Rapporto si evidenzia un percorso - ha affermato - che mette in luce le connessioni tra tratta e immigrazione, tra tratta e prostituzione. Ed anche i percorsi di immigrazione clandestina, nei quali si inseriscono le organizzazioni criminali per lo sfruttamento degli esseri umani. Abbiamo voluto leggere il fenomeno avendo a mente i contributi e le analisi che già esistevano al di fuori dell'Osservatorio, prima che si costituisse».

Tra le misure proposte figura l'introduzione «di una disciplina speciale della prescrizione per i reati di sfruttamento sessuale, tratta, abuso sessuale, prostituzione, commessi in danno di minori» e ulteriori misure di prevenzione, quali il «divieto di accesso ai luoghi frequentati dai minori nei confronti delle persone che risultano pericolose per l'integrità fisica o morale degli stessi». Inoltre, introduzione di misure cautelari come «il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa nei confronti di imputati per reati di prostituzione minorile, tratta, riduzione in schiavitù in danno di minori», nonché «dell'allontanamento dalla casa familiare quando l'imputato sia un familiare della vittima».

«La realtà attuale della prostituzione è poliedrica - ha proseguito il sottosegretario - e ciò deve essere posto al centro dell'attenzione quando si ipotizzano interventi normativi, amministrativi o sociali. Serve un approccio che individui un complesso di misure sociali di riduzione del danno e prevenga o impedisca l'ingresso in clandestinità».

«Ci sono le prostitute e ci sono i clienti: gli interventi non possono riguardare soltanto le une o soltanto gli altri - ha detto - la prostituzione non deve essere considerata un fattore da reprimere, perchè capace di influenzare negativamente la sicurezza pubblica, bensì un elemento complesso da gestire in un'ottica di sicurezza sociale».

«Non si smette di essere minore perchè straniero - ha detto - la proibizione tout court della prostituzione spingerebbe il fenomeno verso la clandestinità. Il rischio esiste anche col divieto assoluto di prostituzione in strada. L'Osservatorio ritiene che si possa escludere la prostituzione da alcuni luoghi pubblici, quando la tutela di interessi comuni a tutti diventi prevalente, non configurando la violazione come reato ma applicando una sanzione amministrativa pecuniaria alla prostituta ed al cliente». «Non è una questione di decoro urbano - ha concluso - ma di interesse prevalente in favore dei minori».

Il rapporto è stato condiviso da tutte le associazioni che hanno preso parte all'Osservatorio, dalla Caritas al Cnca. Contraria la sola organizzazione di Don Oreste Benzi, che nel corso della conferenza stampa ha reso noto il suo dissenso. (Fonte: Ministero dell'Interno)

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