Gianola: caduta (!) l'accusa di corruzione, chiesta condanna per (tentata) turbativa d'asta

Luigi Gianola, Direttore Generale delll'AOVV, Azienda Ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna è stato arrestato e incarcerato, e non per tre giorni, ma per 11 settimane e mezza, in quel di San Vittore a Milano sempre proclamando la sua innocenza. Poi un 22 settimane e oltre agli arresti domiciliari e infine il 4 dicembre la libertà.

Per mesi è stato dipinto come il classico tangentista. Soldi per una fornitura da quasi 10 milioni (informatizzazione referti), parte subito e parte dopo. Un ladro insomma uno dei tanti ladri che rubano a tutti noi. Sì, che rubano perchè la tangente per forniture o appalti della pubblica amministrazione diventa una specie di tassa che va ad aumentare i costi, a carico del solito Pamtalone, tutti noi.

Ladro. In galera. Esposto al pubblico ludibrio. La famiglia annichilita. Gli amici, o presunti tali, in fuga secondo copione che vede solitamente tanti Don Abbondio.

La novità
Un anno, sei mesi e circa una settimana dopo il clamoroso arresto la novità: non, di soldi non ne ha presi, in termini giuridici ASSOLUZIONE PER L'ACCUSA DI CORRUZIONE.
Non l'hanno chiesto al Collegio giudicante gli avvocati difensori.
No, l'ha chiesto la Procura. 80 giorni dietro le sbarre, gli altri giorni a domicilio coatto, da allora alla gogna per arrivare alla conclusione che, no, lui non era un ladro e che nelle sue tasche non c'erano soldi malefici con promesse di altre laute libagioni.

Le indagini
Quanto sopra sulla base di indagini condotte dalla Direzione Investigativa Antimafia di Milano. Perquisizioni, anche all'estero e arresti. Acquisizioni documentali presso le Aziende Ospedaliere di Chiari, Sondrio, Cremona, Como, nonchè presso l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e l'Ospedale San Gerardo di Monza. Indagati: una ventina "tra imprenditori e pubblici funzionari. Più di 50 le perquisizioni dirette ad acquisire riscontri documentali ai fatti accertati". Arresti eseguiti su richiesta del pm della Dda di Milano Claudio Gittardi (1), gli altri chiesti dai pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, appartenenti al dipartimento del procuratore aggiunto Alfredo Robledo.
Evidentemente qualcosa che non andava c'era visto che correttamente il PM non ha ravvisato esservi addebiti ed ha chiesto l'assoluzione.
Chiesta con l'assoluzione di cui sopra la condanna per (tentata) turbativa d'asta, reato minore rispetto a quello di corruzione, con i legali – per completezza – ottimisti sulla decisione finale del Tribunale argomento su cui noi ovviamente non entriamo attendendo le conclusioni del Tribunale.

Caso emblematico: il processo mediatico, malcostume deontologico
Caso Gianola, caso emblematico.
“Sbatti il mostro in prima pagina” ormai è l'imperativo categorico di ogni titolista. Per chi si occupa di cronaca giudiziaria vale l'altro imperativo, quello tout court di un importante redattore di un importante giornale ad una corrispondente da Sondrio “No non lo pubblico il tuo articolo, delle assoluzioni non ce ne frega un...”. Un malcostume diversamente graduato e che vale non solo per argomenti giudiziari. Titoli roboanti, tendenti allo scandalismo o al gossip vuoto, proclami sul 'diritto di cronaca' con una bilancia scippata del piatto dei doveri.

Optional
Dipinto, di fatto, dalla stampa nazionale come il delinquente profittatore, ignorando, quando fu interrogato dai PM, le sue dichiarazioni, oggi leggendo i giornali la notizia quale è? La richiesta del PM di condanna per turbativa d'asta (che poi è 'tentata')
No, non si fa così.
La notizia rispondente alla verità dei fatti, e considerato il processo mediatico alle spalle, dovrebbe essere: GIANOLA: CADUTA L'ACCUSA DI CORRUZIONE, RESTA LA TURBATIVA D'ASTA. Poi il Collegio dirà se per l'ipotesi di reato rimasta ha ragione il PM o hanno ragione i legali. Per mesi il leit-motiv sulla stampa è stato la corruzione. Non è forse notizia clamorosa che tale ipotesi di reato sparisca?

Questione di deontologia professionale, un optional molto diffuso. Siccome però noi siamo abituati a rispondere di quanto scriviamo, anche a distanza di tempo, riportiamo alcuni stralci di quel che abbiamo pubblicato allora. Chi volesse nella prima pagina del giornale digitando “Luigi Gianola” nell'apposita finestrella in alto a destra può avere tutti gli articoli integrali, redatti tutti da chi scrive, Tal quali gli stralci:

------------------ Dai nostri articoli di allora --------------------------------------------------

Allora alla notizia 
Superfluo dire delle reazioni e dei commenti. Non era mai successa a Sondrio una cosa di questo genere. Polemiche, più di una volta, discussioni, più di una volta ma mai, da nessuna parte per cose di questo genere.

Al di là degli aspetti, diciamo morali e con le conclusioni che ne trarrà la Magistratura, lo sconcerto nei 3011 dipendenti é massimo con i problemi che ci sono....

Sconcerto
Lo sconcerto diffusissimo. Il sentimento di gran lunga prevalente é quello della sorpresa, quasi sospesa fra incredulità e amara delusione. Una lunga storia valtellinese alle spalle del dr. Gianola, colichese. Ora all'AOVV dal 23 dicembre del 1910 ma prima, dal 2007 (dall'anno prima Direttore Generale al San Carlo di Milano) sempre a Sondrio alla guida dell'ASL. Prima ancora, inizio anni 2000 quando alla guida c'era il prof. Stefano Rossattini, aveva lavorato nel settore amministrativo. Una conoscenza di lunga data quindi e se qualcosa c'era da imputargli - osservava ieri qualcuno in Via Stelvio, era proprio un certo suo essere esigente, "lavoratore e puntiglioso", come ha osservato il Presidente della Provincia nel suo comunicato di ieri. C'é, in Via Stelvio ma anche in Piazza Garibaldi, tradizionale luogo dei capanelli mattutini in genere di commento ai fatti del giorno, chi spera che le cose non stiano come si presentano anche se riconoscono che la misura dell'arresto induce a pensare che gli inquirenti abbiano elementi a suo carico.

Si faccia in fretta, tutti. Magistratura, Giunta Regionale, forse con un Commissario temporaneo, e, importante, si cerchi di non pregiudicare il riassetto sanitario in corso.

Nostra nota sul consueto malcostume giornalistico
Per un'ora e tre quarti interrogato il dr. Luigi Gianola, arrestato nell'ambito dell'indagine sulla sanità lombarda, dal GIP (Giudice per le indagini preliminari) dr. Fabio Antezza, quello che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare e noto a suo tempo nel mondo del gossip per avere ordinato l'arresto di Lele Mora. Indagine che poi in realtà non é unica ma su due tronconi, quella che riguarda il Direttore Generale dell'AOVV essendo passata sotto altri magistrati rispetto all'altro troncone, quello più ampio.
Un'ora e tre quarti ma sue dichiarazioni con due leit motiv:

- Non c'entro niente. Ho sempre operato onestamente per il bene dell'Ente. Mai tangenti e neppure promesse "in cambio di atti illeciti"

- Sono vittima di un millantatore che conoscevo superficialmente e che ha operato pro domo sua.

E ora?
Sta ai magistrati approfondire e trarre le conclusioni auspicabilmente nel minor tempo possibile

Dolenti note
Il malcostume giornalistico, altro che obiettività dell'informazione, perdura. L'interrogatorio del Direttore Generale arrestato e la sua posizione ignorata oltre Colico quando invece l'arresto era stato considerato notizia di rilievo per tutti i media nazionali. Qualcuno dirà che l'interrogatorio del dr. Gianola 'non é una notizia' perché é ovvio che quasi tutti i chiamati in causa si proclamano innocenti.

Due osservazioni:

- la prima: su qualche organo di informazione era stato posto l'interrogativo se il dr. Gianola si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere, cosa che in quelle situazioni molti fanno volendo prima attendere i consigli dei legali una volta però lette le accuse e gli atti.
Quantomeno la notizia era che della facoltà di non rispondere l'indagato non si era avvalso.

- La seconda riguarda le fasi: 1) arresto notturno; 2) convalida dell'arresto e in cella a San Vittore; 3) Interrogatorio Boriani che capovolge le accuse assumendo lui la responsabilità (x); 4) Interrogatorio dr. Gianola.

L'interrogatorio di garanzia viene dopo il mea culpa del Boriani. Sarebbe giornalisticamente interessante per i lettori che hanno avuto le prime notizie conoscere questo rovesciamento di fronte, quale ne sarà poi il finale.
Ai media no, non interessa.
Di questo si trova traccia solo sulla stampa locale. E poi i giornali, editori, direttori, redattori, collaboratori si lamentano della crisi che ha portato quotidiani e riviste a livelli di diffusione talmente bassi quasi da non credere, e alla conseguente contrazione del mercato pubblicitario.
Vadano avanti così con l'esasperazione del giornalismo urlato, con la denuncia (talora con titoli che non corrispondono ai contenuti dell'articolo), con un conservatorismo di fondo anche per quelle testate che si dicono progressiste. E facciano carriera gli urlatori, non chi pensa e riflette, ritenendo che giornalismo vuol dire anche responsabilità. Il trend negativo non si invertirà certamente.

Infine, mell'articolo del 15.3 del 2013:
Insomma Boriani scagiona Gianola che peraltro in Valle pochi vedono nelle vesti di corrotto o concusso.
Clamoroso, seppure ovviamente da verificare.
MA SE FOSSE COSì...?
-------------------------

E adesso, ipotesi di (tentata) turbativa d'asta a parte e ovviamente attendendo il responso della Giudicante?
E adesso che invece è proprio così?
E allora quelli che avevano visto – 'no-deontologicamente' - solo una faccia della medaglia? Un po' di vergogna non la provano?

 

Alberto Frizziero
Giustizia