PICCOLI COMUNI: I CITTADINI CHIEDONO UNA GIUSTIZIA GIUSTA E PENE CERTE PER I MAGISTRATI INADEMPIENTI.

Riceviamo e pubblichiamo non senza far presente che se da un lato è vero che taluni atteggiamenti dei responsabili “sindacali” o dei portavoce delle “correnti” fanno pensare a una casta intoccabile, peraltro non la sola categoria, dall’altro c’è la gran parte dei 6185 magistrati giudicanti e 2160 requirenti o giudicanti che fa il suo dovere. E va tenuto conto che se

si mettesse Schumacher alla guida di una Minardi, oggi di nome nuovo, non potremmo prendercela con lui se finisse le gare lontanissimo dal podio. Ci riferiamo quindi alla “macchina” complessiva della Giustizia che avrebbe bisogno di essere innovata, in parallelo sfrondando una irrazionalmente rigogliosa legislazione. Tenendo conto che al magistrato tocca applicare la legge, al legislatore di farla, cosa questa che molti episodi dimostrano non essere gradita dai citati “responsabili”… NdD


Al forum on-line in ricordo di Falcone e Borsellino sul ruolo della giustizia in Italia, il Portavoce dei Piccoli Comuni Virgilio Caivano, nel suo intervento ha tento una seria e severa analisi sullo stato dell’arte della giustizia nel nostro Paese.

“I cittadini italiani – avverte il Portavoce dei Piccoli Comuni italiani Virgilio Caivano – sono sempre più sconcertati e lontani dal ritenere la giustizia al servizio dei cittadini. Il cittadino medio che malauguratamente ha la necessità di rivolgersi alla giustizia per esercitare un diritto, rischia di attendere decenni per non risolvere nulla. I Giudici, pur difendendo sempre e comunque l’indipendenza della Magistratura dagli altri poteri dello Stato – continua il Portavoce dei Piccoli Comuni – sono sempre più nell’immaginario collettivo arroccati in una sorta di corporazione e lontani dalle esigenze dei cittadini utenti. Quasi un mondo a parte. Un grave stato di sfiducia, pericoloso, che può alimentare una sorta di resa alla delinquenza organizzata da parte delle comunità. La sensazione di una chiara volontà da parte degli attori in campo e cioè magistrati e avvocati, in molti casi, di allungare all’inverosimile ogni procedimento si fa sempre più largo nella coscienza popolare. Occorre uno scatto di sano orgoglio, una vigorosa riorganizzazione del mondo della giustizia nella sua interezza, con un chiaro recupero della meritocrazia e di un nuovo senso della responsabilità. E’ ormai inaccettabile da parte della pubblica opinione questa sorta di impunità per il magistrato che sbaglia nelle sue valutazioni, come per l’avvocato che non esercita il dovere di difesa corretta nei confronti del suo cliente. Alle parole del Ministro Mastella di un processo chiuso in cinque anni, noi aggiungiamo, UN ANNO, e la necessità di un processo giusto, con sentenze chiare e soprattutto pene certe per chi delinque. L’Italia – conclude il Portavoce dei Piccoli Comuni - la culla del diritto, la fonte alla quale hanno fatto riferimento tutti i Paese Europei e la grande democrazia America è stata trasformata dalla cattiva politica in un autentico supermercato del processo, dove è possibile vendere ed acquistare di tutto”.

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