Unioni “neutre”. Se si affronta il problema lo si faccia non nel Diritto di famiglia ma nella parte "obbligazioni" del Codice Civile Di Luca Alessandrini
 
 La LEZIONE DELLA SPAGNA 
 La lezione della Spagna rischia di costare caro agli 
 schieramenti di centro-sinistra nei vari Paesi europei. Il 
 radicalismo delle misure adottate da Zapatero, dalle 
 unioni-gay (chiamiamole riunioni 
 neutre, come dato oggettivo, non offensivo ma realistico - 
 NdD) al divorzio-lampo, al preservativo di Stato, 
 la dice lunga e costituisce anche un monito. In Italia 
 nessuno penserebbe che il centro-sinistra seguisse queste 
 orme, ma ci sono settori e personaggi che sono sulla 
 linea-Zapatero.
 Vale la pena di cercare di capire questa linea oltranzista 
 spagnola.
 ZAPATERO: tattica e strategia
 Vediamo le ragioni tattiche e strategiche della linea 
 Zapateriana.
 - TATTICA. Mai più Zapatero pensava di vincere le elzioni, 
 in realtà perse da Aznar e soci per la pessima gestione 
 della situazione dopo l'attentato ai treni a Madrid, tre 
 giorni prima del voto. Zapatero si é trovato 
 inaspettatamente a vincere. In campagna elettorale doveva 
 prendere più voti possibile per rafforzare l'opposizione. Le 
 promesse, quindi, si sono sprecate, su vari fronti.
 Divenuto Premier c'era da trovare il sistema di 
 corrispondere alle promesse. La pace con l'ETA é un problema 
 serio anche per chi é di sinistra. L'economia richiede tempo 
 e soldi. Eccetera. La prima misura, che non richiedeva soldi 
 ma anzi procurava consensi anche dagli spagnoli che non lo 
 avevano votato, fu quella del ritiro dei soldati dall'Irak. 
 Tanto poi con gli USA le cose si sarebbero sistemate e, in 
 Europa, si poteva dialogare meglio con Francia e Germania.
 Poi il complesso di provvedimenti cari alla sua sinistra 
 intransigente, a intellettuali e salotti alla moda, anche 
 loro a costo zero. Ed ecco la raffica, dalle unioni-gay 
 (riunioni neutre - NdD) 
 persino con l'immorale possibilità di adozione dei figli, 
 all'ora di religione nelle scuole, al preservativo di Stato, 
 al divorzio-lampo senza dovere di motivazione. Misure che 
 non costavano niente se non lo scontro duro con i cattolici. 
 Questo però messo in conto, come si dice al punto 
 successivo.
 - STRATEGIA. Se il voto fosse stato non 3 ma 10 giorni dopo 
 Zapatero sa che, cessata l'onda di grande emotività, 
 difficilmente avrebbe vinto. Sa anche che la prossima volta 
 é difficile la conferma. E allora deve giocare il tutto per 
 tutto. Il suo urto frontale con la Chiesa cattolica vuol 
 dimostrare che é lui ad aver il potere reale, che la Chiesa 
 é debole, che bisogna saltare sul carro del vincitore. Non 
 saranno poche miglia di unioni-gay 
 (riunioni neutre! - NdD) - pensa -
a spostare gran che e sarà facile vedere che le 
 sue misure non hanno stravolto niente. Così pensa. Ma 
 sbaglia i conti, anche perché l'impatto del divorzio lampo, 
 che giustamente il nostro Direttore chiama ripudio bello e 
 buono, si farà sentire.
 Dipende poi anche da come reagirà la Chiesa spagnola che ha 
 altri problemi ancora sul tavolo del contenzioso.
 Quanto all'imbarazzo degli altri Governi di centro-sinistra 
 europei a Zapatero non interessa.
 
 LA STRADA DA PERCORRERE 
 IN ITALIA
 Qui da noi, dopo il referendum, "tremendo schiaffone" 
 secondo i radicali, "sconfitta cocente" secondo Bertinotti, 
 sono girate voci della ricerca, trasversale, di qualche 
 soluzione per le unioni di fatto.
 Voci improntate alla ragionevolezza perché anche nel fronte 
 referendario c'é chi considera il matrimonio-gay una 
 sciocchezza - qualcuno dice addirittura un penoso tentativo 
 di surroga di quello che non é possibile! -
 e l'adozione una roba abnorme. Poi ci ono 
 esempi - di cui parleremo prossimamente - che non depongono 
 certo a favore. Il caso della Svezia é incredibilmente 
 allucinante: adozioni sì ma purché i bambini non siano 
 svedesi. Nazismo.
 E allora, 
 se a Roma ci si avvia su questa strada, c'é un percorso 
 obbligato. Si prenda il Codice Civile e si escluda nel modo 
 più categorico che le eventuali norme rientrino nel LIBRO 
 PRIMO "DELLE PERSONE E DELLA FAMIGLIA" e facciano invece 
 capo al LIBRO QUARTO "DELLE OBBLIGAZIONI".
 E' una questione di principio. Se il problema, come dicono 
 molti referendari, é quello di definire alcuni problemi 
 concreti che esistono non dovrebbe esserci alcuna obiezione 
 ad accettare questa strada. Se si obietta, allora non sono i 
 problemi concreti che interessano... In tal caso si lascino 
 le cose come stanno.
 Luca Alessandrini
 
 GdS 10 VII  www.gazzettadisondrio.it
