Morte improvvisa: Intervenendo 50-70% di sopravvivenza

Cresce la diffusione nella popolazione delle tecniche di rianimazione cardiopolmonare

In questi  giorni sui mass media locali sono stati pubblicati dei casi di rianimazione cardiopolmonare praticati sul territorio  in persone colpite da arresto cardiaco.
Non e’ un caso,  ma in effetti in questi ultimi  mesi  ed anni è aumentato  il numero di pazienti  colpiti da arresto cardiaco che hanno trovato  una persona in grado di praticare il BLS, un acronimo   (Basic Life Support) che significa praticare quelle manovre che possono aumentare la probabilità di sopravvivenza in soggetti colpiti  da arresto cardiaco sul territorio.
Uno dei principali motivi e’ la diffusione nella popolazione delle tecniche di rianimazione cardiopolmonare che,  praticate  precocemente,  possono contribuire a  salvare una persona altrimenti destinata a morire
Ed il BLS puo’  essere praticata anche da testimoni-volontari  laici, cioè non operatori sanitari come medici od infermieri.
Infatti sono piu’ frequenti  i corsi di pronto soccorso obbligatori  che addestrano i lavoratori ed i risultati cominciano a vedersi
Si parla quindi di morte improvvisa che viene definita come un evento acuto che colpisce una persona in apparente stato di benessere, che non ci si aspetta che debba morire ed il decesso avviene  entro due ore dall’esordio dei sintomi.
E la morte improvvisa non è un fenomeno raro, tutt’altro.
In italia 1 persona su mille abitanti è colpita da morte improvvisa: cioè 60 mila abitanti all’anno ! Costituisce il dieci per cento  della mortalita’ generale ed il venti per cento delle morti per malattie cardiovascolari
La causa principale in oltre il settanta per cento  dei casi è l’infarto miocardico acuto.
La mortalita’ per malattie cardiovascolari in questi ultimi vent’anni si è ridotta del quaranta per cento:un risultato importante  che pero’  è a favore degli ultra-sessantacinquenni, mentre è molto più ridotta e’ nelle classi di eta’ inferiori ed in particolare nelle donne. E la morte improvvisa colpisce in genere persone piu’ giovani: ognuno di noi puo’ ricordare qualche persona che nell’ultimo anno è stata colpita da morte improvvisa.
In alcuni casi non vi sono sintomi e la morte improvvisa avviene contemporaneamente  al ’arresto cardiaco con la perdita di coscienza e la caduta a terra del soggetto colpito.
E se non si interviene prontamente il soggetto non ha alcuna possibilita’ di farcela, mentre se si pratica il BLS la sopravvivenza  puo’ variare dal 50 al 70  per cento dei casi.
Per praticare il BLS non si deve essere persone specializzate; anche i volontari laici, che svolgono altri lavori, possono praticare le tecniche di rianimazione cardiopolmonare quando sono formati. Non è difficile.
Pochi giorni fa sono uscite le nuove Linee Guida  AHA ( American Heart Association)   che periodicamente vengono aggiornate da parte delle Società medico scientifiche: le ultime risalgono al 2010. Queste ultime direttive nascono dal confronto di 250 revisori che provengono da 39 nazioni.
Ma quali sono i principali cambiamenti ?
Prima di tutto ricordo che il Bls si deve praticare quando il soggetto  e’ privo di coscienza e non respira ed entro 10 secondi non si apprezza il polso carotideo.  In questo caso il soggetto  è in arresto cardio-respiratorio e la tempestivita’ dell’intervento puo’ contribuire alla sopravvivenza. L’intervento deve essere praticato  più precocemente possibile,  entro  5 minuti : oltre questo limite temporale puo’ non evitare dei danni neurologici rilevanti fino allo stato di coma.  Infatti l’organo piu’ sensibile alla carenza di sangue e di ossigeno e’ la corteccia cerebrale. Il testimone volontario quando si trova di fronte ad una persona in stato   di arresto cardiaco non deve dimenticarsi di attivare come prima cosa il 112 gia’ 118, o lui stesso o meglio, una persona presente, in modo che possa dedicarsi prontamente al BLS. Solo l’intervento dell’equipe specializzata del  118 con il defibrillatore in genere può ripristinare il battito cardiaco.
I  principali cambiamenti delle Linee guida 2015 sono:
1) le compressioni toraciche devono essere frequenti  da 100 a 120 al minuto per garantire il flusso ematico minimo vitale in particolare al cervello
2) La forza della compressione ( che ricordo deve essere praticata sul terzo inferiore dello sterno appoggiando il palmo delle mano con le braccia tese) deve essere in grado di abbassare lo sterno  di 5 cm ( e non piu’ di 6 cm) per essere più efficace.
3)  E’ stata confermata la sequenza di 30 compressioni e 2 ventilazioni con la respirazione  a  bocca a bocca o : anche se è stato stressata l’importanza di ridurre le interruzioni del massaggio cardiaco e di praticarlo efficacemente. A questo proposito per i volontari laici si raccomanda la pratica del massaggio cardiaco. Alcuni studi scientifici pubblicati su riviste internazionali hanno evidenziato  che non vi e’ nessuna differenza in termini di sopravvivenza nei pazienti colpiti da arresto cardiaco extraospedaliero  soccorsi da personale che hanno praticato solo il massaggio cardiaco rispetto al messaggio cardiaco piu’ ventilazione.

Infine una raccomandazione di carattere generale:  che il soccorritore laico, testimone di un arresto cardiorespiratorio sul territorio, sappia dominare le proprie emozioni  e intervenga in modo appropriato consapevole che un suo intervento tempestivo  puo’ contribuire a salvare una vita.

Gianfranco Cucchi