Il Muro di Gerusalemme: a chi appartiene?
Il Muro di Gerusalemme: a chi appartiene?
L’Unesco ha votato per la seconda volta la risoluzione presentata dai palestinesi che ignorano qualunque legame degli ebrei con il loro principale luogo santo sul Monte del Tempio di Gerusalemme e con l’area del Muro Occidentale (il cosiddetto “Muro del pianto “. Sono delle assurdità, perché la “Spianata delle moschee”, considerato sacro sia dai musulmani sia dagli ebrei –chiamato esclusivamente col suo nome islamico, Al Ḥaram Al Sharif, mentre il Muro Occidentale o semplicemente Kotel, è un muro di cinta risalente all'epoca del secondo Tempio di Gerusalemme, indicato come Muro del Pianto o, nella Religione Islamica, come Ḥāʾiṭ al-Burāq (Muro di al-Burāq, è un lugo sacro ad ambedue le religioni, anzi anche al cristianesimo. ll Tempio era, ed è, il luogo più sacro all'Ebraismo. Erode il Grande lo contornò di imponenti mura di contenimento intorno al Monte Moriah, allargando la piccola spianata posta sulla sua cima. Su tale cima erano stati eretti il Primo e poi il Secondo Tempio. Il Monte Moriah è detto appunto Monte del Tempio. Nelle fessure del muro, gli ebrei infilano dei foglietti con sopra scritte delle preghiere. Per le tre religioni monoteiste questo luogo è sacro e bene ha fatto l’Italia, a dichiarare questo fatto una cosa allucinante, perché tocca nel cuore le tre religioni monoteiste, cioè adoranti lo stesso Dio, anche se lo si chiama con nomi diversi.
La storia
Il Tempio di Salomone o Primo Tempio è stato costruito, secondo la Bibbia, dal Re Salomone nel X secolo a.C. Fu completamente distrutto da Nabucodonosor II nel 586 a.C. Il Secondo Tempio fu rieletto al ritorno dall'esilio babilonese a partire dal 536 a.C. Fu terminato il 12 marzo del 515 a.C. Venne restaurato il 21 novembre del 164 a.C. da Giuda Maccabeo. Il Secondo Tempio fu distrutto da Tito nel 70. Oggi ne resta solamente il muro occidentale di contenimento, detto comunemente Muro del Pianto. Quando le legioni di Tito distrussero il Tempio, il muro di cinta occidentale del cortile esterno rimase in piedi, parzialmente visibile e protetto dalle macerie per la maggior parte della propria estensione verticale. Tito lo lasciò come triste ricordo per gli ebrei da parte di Roma che aveva sconfitto la Giudea. Gli ebrei, comunque, attribuirono la cosa ad una promessa fatta da Dio, che avrebbe lasciato in piedi alcune parti del sacro tempio, come segno del suo immutato legame con il popolo ebraico, nonostante la catastrofe che lo aveva colpito. Essi pregano là da duemila anni, ritenendo che quel punto sia il più sacro disponibile sulla faccia della Terra e anche la tradizione di infilare piccoli fogli di carta recanti preghiere nelle fessure del muro è antica di centinaia di anni. Nelle preghiere ripetute per tre volte ogni giorno sono incluse le ferventi richieste a Dio per il ritorno di tutti gli ebrei esiliati nella terra di Israele e la ricostruzione del Tempio (il terzo) per arrivare all'era messianica con l'arrivo del messia degli ebrei.
Cosa credono i musulmani
. I musulmani credono che Maometto abbia fatto nel 620 un viaggio spirituale notturno da Mecca a Gerusalemme cavalcando un quadrupede alato col volto di donna: al-Burāq. Una volta arrivato, egli avrebbe legato il cavallo vicino ad un muro che alcuni musulmani ritennero essere proprio il muro occidentale. Il nome arabo del sito è muro di "al-Burāq" Alcuni vedrebbero questa come una ragione della riverenza dei musulmani nei confronti del muro, mentre da altri è però considerata un'azione di propaganda contro le rivendicazioni ebraiche sul muro. Sarebbe a causa di una supposta sacralità del luogo che gli Islamici nel 687 costruirono la Cupola della Roccia, e la moschea al-Aqsa sul monte del Tempio che è circondato dal muro di cui il muro occidentale è una parte.
L'accesso è sempre stato controverso, anche quando l'Impero Ottomano governò sull'area per circa 400 anni (1515-1917), seguito dal Mandato Britannico (1917-1948). Nel 1929 vennero istigate sollevazioni arabe con pretesti vari, come la proposta di costruzione di una sinagoga o la conquista dell'area. Nel 1931 il governo britannico assegnò la proprietà ai musulmani, ponendo restrizioni alle preghiere ebraiche.
La zona della moschea di Omar
Molti rabbini vietano agli ebrei praticanti di accedere a parti del Monte del Tempio. La definizione di queste parti differisce a seconda dell'autorità rabbinica, ma tutti concordano sul divieto di accesso alla zona della Moschea di Omar. Quest'area, infatti, era quella del Tempio, che era un Luogo Santo. La roccia sotto la moschea, secondo alcuni midrashim, è la base da cui Dio creò l'universo. Secondo alcuni studi rabbinici, è la roccia cui Abramo legò Isacco in occasione del sacrificio. Questa è anche l'area in cui, si dice, dormì Giacobbe, sognando la scala che saliva al cielo (Genesi). Questo punto è identificato come il Sancta sanctorum.
Anticamente, solo certe persone erano ammesse al Tempio. Il suo complesso era formato da varie sezioni, ciascuna con il proprio valore di santità. Nell'area più santa, appunto il Sancta Sanctorum (Kodesh Hakodashim), che costituiva la parte centrale del Tempio, aveva accesso durante lo Yom Kippur solo il Sommo Sacerdote (Cohen Gadol). Altre aree erano accessibili solo alla casta sacerdotale, i Cohanim. Altre ancora, più distanti dal Sancta Sanctorum, erano accessibili ai Leviti (anche i Cohanim erano parte della Tribù di Levi). Oltre queste, l'accesso era libero a tutti gli ebrei.
Dal 1517 l'Impero ottomano, sotto il sultano ottomano Selim I, prese la terra che anticamente apparteneva all'antico Israele e Giudea dai Mamelucchi egiziani (1250-1517). La Turchia ebbe un atteggiamento benevolo nei confronti degli ebrei, accogliendone migliaia che erano stati espulsi dalla Spagna da Ferdinando II di Aragona e Isabella di Castiglia nel 1492. Il sultano Turco, Solimano il Magnifico, era così interessato e colpito da Gerusalemme e dalle sue sventure che ordinò che un magnifico muro-fortezza venisse costruito intorno all'intera città (che non era molto estesa a quei tempi.) Questo muro è ancora presente e può essere visitato da chiunque.
Durante quel periodo la parte occidentale del muro fu sempre un luogo venerato dagli ebrei; molti di loro attraversarono letteralmente il mondo per trascorrere gli ultimi anni della loro vita vicino al muro di Gerusalemme, per poter pregare di fronte al muro occidentale. Le persone non ebree osservano gli ebrei piangere vicino al muro dando al luogo il nome famoso, ma errato, di Muro del pianto. C'è anche un'altra ipotesi sull'origine del nome, è legata al modo di pregare degli ebrei. Gli ebrei si recano al muro per pregare e non piangono, la loro preghiera presuppone continui movimenti della parte superiore del corpo. Ad un osservatore posto ad una certa distanza dal muro può sembrare che la persona muovendosi in questo modo si stia lamentando, stia piangendo.
Quando il Regno Unito assunse il controllo dell'area nel 1917 con il Generale Edmund Allenby, gli Ebrei erano ancora autorizzati a recarsi al Muro per pregare. Nel corso della prima guerra Arabo-Israeliana l'area attorno al Muro fu conquistata dalla Legione Araba dell'esercito giordano. Agli ebrei venne negato l'accesso al Muro, in violazione degli accordi armistiziali, e ne furono costruiti edifici a pochi metri. Nel corso della Guerra dei sei giorni, Israele, dopo 2000 anni, si riprese riportò il Muro.
Gli Israeliani demolirono il medievale Quartiere Marocchino e costruirono una grande piazza nello spazio di fronte al muro, utilizzato da migliaia di ebrei durante le ricorrenze ebraiche. Esso è l'attrazione preferita dai turisti che viaggiano per il mondo e molti capi di Stato stranieri, in visita in Israele, lo visitano come forma di rispetto per il significato che esso ha per Israele e per il mondo ebraico. Infatti, tuttora esso continua ad esercitare un grande potere sugli ebrei di tutto il mondo. Non solo. Da decenni, milioni di persone, in veste di turisti o pellegrini, si recano lì per poterlo toccare con le loro mani (Cfr. Wikipedia).
Il nostro Papa Francesco nelle sue ultime omelie (che sono più che altro delle conversazioni con le persone che gli sono vicine) ha detto che non bisogna “abbaiare” né gridare a quanti ci ascoltano, ma conversare, dialogare così che si possa trovare insieme la via della pace.
Speriamo che lo facciano anche i palestinesi e gli israeliani e che la loro fede in quello che è la “spianata delle moschee”, li stimoli a vivere giocosamente insieme sebbene l’UNESCO ha preferito attenersi alle richieste di quattro o poco più stati solamente islamici, senza minimamente considerare che Gerusalemme (vecchia e nuova) è tuttora un luogo sacro per le tre religioni abramitiche. E per voi islamici, Gesù che pure voi onorate, crocifisso e morto per la salvezza dell’umanità, non conta proprio niente?