Gli incontri con gli ex Ministri dell'istruzione Fedeli e Profumo
Auditorium “Torelli” gremito questa mattina, venerdì 18 gennaio, per l’incontro formativo promosso dall’Ufficio Scolastico Territoriale di Sondrio dal titolo “Il futuro dell'istruzione tecnico scientifica fra percorsi post diploma, facoltà universitarie e STEM”. Circa 400 le persone intervenute fra studenti, docenti, dirigenti scolastici e autorità arrivati da Valtellina e Valchiavenna per ascoltare le parole dei due ospiti d’eccezione: il Professor Francesco Profumo (già Ministro dell’Istruzione e Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo) e la Senatrice Valeria Fedeli (già Ministro dell’Istruzione e Componente del CdA della Fondazione “Agnelli”). A fare da preludio al convegno la visita degli ex ministri presso il Liceo Scientifico “Carlo Donegani”, guidato dalla dirigente Giovanna Bruno, e all’Istituto Tecnico “Enea Mattei”, insieme al dirigente Massimo Celesti: preziosa occasione per mostrare agli illustri ospiti le eccellenze offerte dalle due scuole sondriesi in campo didattico.
A fare gli onori di casa durante l’incontro moderato dal giornalista Luca Begalli, responsabile del quotidiano “La Provincia di Sondrio”, è stato il Dirigente dell’Ust, Fabio Molinari: «Siete tantissimi questa mattina e vi ringrazio di essere intervenuti – ha esordito rivolgendosi ai ragazzi –. Sono sempre felice di incontrare gli studenti, la parte più bella della scuola e il fine ultimo del nostro lavoro. Ringrazio i dirigenti scolastici che hanno aderito così numerosi all’iniziativa tra cui la professoressa Zuccoli del “Nervi-Ferrari” che recentemente è stato insignito dalla Fondazione Agnelli del prestigioso riconoscimento di “miglior Liceo d’Italia”. Un sentito grazie anche agli illustri ospiti, due persone che nel corso degli anni hanno lavorato con grande passione fornendo un vero servizio all’Amministrazione, sia nella loro funzione tecnica che in quella politica, guardando sempre al buon funzionamento della scuola».
«Mi fa molto piacere essere di nuovo a Sondrio dopo un anno dalla mia ultima visita – ha dichiarato Valeria Fedeli –. Questa provincia è una realtà in cui la scuola offre molte opportunità qualitative, un ampio e positivo tessuto scolastico. I percorsi formativi tecnico-professionali-scientifici in Italia sono stati sempre un po’ sottovalutati, considerati quasi di “serie B”. È necessario pertanto qualificare tali indirizzi sia dal punto di vista interno che sul piano dell’opinione pubblica. Noi siamo già immersi nella “società della conoscenza” e, anche di fronte all’innovazione trasversale del digitale che cambia radicalmente la qualità e i tempi della formazione, bisogna ragionare in termini di un percorso di aggiornamento costante soprattutto per quanto concerne la parte tecnico-scientifico. Da Paesi come Germania e Francia abbiamo importato e adattato alcuni modelli positivi sul percorso di formazione post-diploma nell’ambito tecnico-scientifico e, l’89% di chi intraprende tali percorsi, poi viene assunto. E ancora le Lauree professionalizzanti, anche queste co-progettate con i bisogni del mercato produttivo e che attualmente sono indirizzate sugli Ordini professionali. Nella cultura e formazione tecnico-scientifica purtroppo in Italia abbiamo un gap generale ma anche un problema sulle STEM per cui, involontariamente, rischiamo di offrire sbocchi umanistici alle ragazze e ai ragazzi quelli più prettamente tecnico-scientifici. Spesso si tratta di un condizionamento che dipende dai modelli sul quale però occorre lavorare. Nel percorso della conoscenza è importante tenere insieme la formazione umanistica con quella tecnico-scientifico».
«Il modello “industriale” dell’educazione è parte di un mondo che in realtà non esiste più e la formazione deve cambiare: la scuola deve “insegnare a imparare” – ha aggiunto Francesco Profumo –. È necessario che ci siano delle condizioni di formazione più robuste, legate maggiormente alla logica e all’analisi e meno di carattere informativo. Per quanto concerne il mondo del lavoro si riscontrano difficoltà per i giovani nel trovare un’occupazione ma, anche per le imprese, ci sono problematiche di corrispondenze in termini di competenze. Uno dei temi importanti della scuola è poi l’orientamento che deve essere parte integrante del processo educativo infatti il 25% dei ragazzi sbaglia la scelta universitaria, un costo sociale che si potrebbe facilmente ridurre. Un ruolo importante è ricoperto anche dall’alternanza scuola-lavoro che io preferisco definire “alleanza scuola-lavoro”. In Italia occorre un progetto educativo a lungo termine che vada oltre il susseguirsi dei Governi, un patto che non abbia colore politico. Oggi il mercato ha una dimensione europea o mondiale dunque ragazzi attrezzatevi: imparate le lingue e abbiate il coraggio di intraprendere un percorso universitario anche all’estero per arricchire il vostro bagaglio di formazione e di vita. Per concludere, non scegliete le vie più facili e studiate perché, nei prossimi anni, si deciderà la qualità della vostra vita futura».
La mattinata si è poi conclusa con le domande dei ragazzi sui temi legati all’alternanza scuola-lavoro, sulle differenze tra il sistema italiano e quelli esteri, sul mercato europeo e sull’importanza di fare esperienze all’estero.