“Metamorph”, ovvero le trasformazioni dell’abitare (9a Biennale d’architettura, sino al 7 novembre 2004, Venezia)
 Ovidio?
 Chissà se lo storico svizzero Kurt Forster, direttore della nona 
 Biennale d’architettura che occupa spazi antichi e straordinari 
 di Venezia (Giardini, Arsenale, Corderie) con i lavori di più di 
 170 studi di architettura, oltre 200 progetti, più di 150 
 fotografie, modelli, video, filmati e quant'altro il genio umano 
 sa creare in quest’ambito della scienza, nel dare il titolo a 
 questa rassegna internazionale di quanto l’abitare dell’uomo 
 oggi è soggetto a trasformazioni, a simbiosi con la natura, si 
 sia ricordato delle famose “Metamorfosi” di Ovidio.
 Infatti, sono poche le persone che oggi non condividerebbero il 
 senso di vivere in tempi di grandi cambiamenti, di profondi 
 mutamenti in quasi tutte le discipline. Nel campo 
 dell'architettura hanno assunto uno spessore e una profondità da 
 suggerire l'avvento di una nuova epoca.
 I segni di questi nuovi 
 tempi si trovano sparsi dappertutto e sono mostrati in un 
 panorama mondiale sotto il concetto, appunto, delle METAMORFOSI.
 Metamorfosi, ma quali le conseguenze?
 Quali i motivi di questa trasformazione e quali le conseguenze?
 Non è facile elencarle, soprattutto per inesperti come noi che 
 nel visitare la Biennale ci siamo riempiti gli occhi di bellezza 
 e abbiamo pensato solamente al fattore estetico di così tanti 
 edifici comuni (teatri, musei, chiese, sale- concerto…) dove 
 l’uomo a contatto con gli altri, ritroverà anche quel fattore 
 spirituale che sembra perduto.
 Certo, l'architettura sta attraversando un periodo di 
 rivoluzionari ripensamenti che hanno già aperto inaspettate 
 prospettive.
 Alla Biennale del 2004, a parte i padiglioni delle Nazioni e i diversi spazi riservati ad altre 
 Nazioni e gruppi interessati alla partecipazione - innanzitutto 
 quelle che 
 proprio quest'anno sono entrate nell'Unione Europea - la 
 Biennale si dirama in luoghi limitrofi per ospitare anche una 
 sezione delle Città d'Acqua, curata da Rinio Bruttomesso (su una 
 struttura flottante nel bacino dell'Arsenale) e un gruppo di 
 scuole di architettura provenienti da sei Paesi. I due luoghi 
 principali della Biennale - il Padiglione Italia e le Corderie 
 dell'Arsenale, offrono il meglio della METAMORFOSI 
 nell'architettura attuale.
 Un po’ di storia sui Padiglioni
 Un po’ di storia sui Padiglioni, visto che parliamo di 
 architettura!
 Nel Padiglione Italia come teatro delle esperienze, percorso 
 della storia recente, si può riflettere e ammirare, quanto è 
 successo negli ultimi due secoli. Per esempio, c’è una 
 gigantesca Torre di Babele, talmente enorme che ti chiedi per 
 forza di quell’altra di cui parla la Bibbia e ti stupisci di 
 cosa sia capace l’uomo (nel bene e nel male). E’ il clou di tutte 
 le varie esposizioni. Si trova nei Giardini della Biennale, che 
 sorgono a Castello e sono la sede delle Esposizioni d'Arte della 
 Biennale di Venezia fin dal 1895 (dal 1991 vi si tengono anche 
 quelle di Architettura).
 Accanto all'originario Palazzo 
 dell'Esposizione (Padiglione Italia), costruito nel 1895 e da 
 allora più volte ampliato e ristrutturato (attualmente 3.810 mq 
 di superficie), sono sorti nell'ampio parco 29 edifici detti 
 Padiglioni, costruiti in varie epoche a cura delle Nazioni 
 espositrici (oggi i Padiglioni rappresentano 32 Nazioni). 
 Immersi nel verde, essi costituiscono un'antologia di alto 
 valore dell'architettura del Novecento, per il nome di molti 
 realizzatori tra i quali Aalto, Hoffmann, Rietveld, Scarpa e 
 Stirling.
 Gli interventi di Carlo Scarpa ai Giardini della 
 Biennale, ad esempio, sono stati numerosi, e si sono susseguiti 
 dal 1948 fino al 1972. Altri Padiglioni dei Giardini sono stati 
 ideati e realizzati da celebri architetti. Il Padiglione 
 dell'Austria, eretto nel 1934, è una delle ultime opere di Josef 
 Hoffmann, il maestro della "Secessione". In questo Padiglione 
 convivono l'aspetto "Secessione", l'aspetto classicheggiante e 
 l'aspetto razionalista. 
 Il Padiglione dell'Olanda è stato costruito nel 1954 da Gerrit 
 Thomas Rietveld, maestro del movimento "De Stijl", ed è basato 
 su rigorosi rapporti geometrici sulla base del quadrato. 
 Quello della Finlandia è un prefabbricato a pianta trapezoidale 
 progettato da Alvar Aalto, montato nel 1956 con parti arrivate 
 dalla Finlandia. Costruito interamente in legno, doveva durare 
 una sola Biennale. Invece è ancora lì e c’è sempre da stupirsi 
 per le cose belle che sanno creare (arti visive, architettura…)
 Alla XXIX Biennale del 1958 viene inaugurato il Padiglione del 
 Canada, realizzato dal gruppo BBPR (gli architetti Banfi, 
 Barbiano di Belgiojoso, Peressutti e Rogers). Esso lega assieme 
 spazi coperti e scoperti, racchiudendoli con un muro involvente. 
 Per l’allusiva e labirintica dilatazione dell'area espositiva, e 
 per la compenetrazione tra spazio interno ed esterno, viene 
 considerato tra i più memorabili risultati conseguiti dai BBPR, 
 capolavoro di architettura espositiva. 
 Il più recente "Padiglione del libro", lungo e stretto con una 
 copertura in rame, è stato invece costruito nel 1991, ed è una 
 delle ultime opere di James Stirling. Ha sostituito la piccola 
 costruzione in legno che Carlo Scarpa disegnò per lo stesso 
 scopo nel 1950, e che venne distrutta da un incendio agli inizi 
 degli anni Ottanta.
 Il primo Padiglione straniero fu quello del Belgio, costruito 
 nel 1907 (opera di Léon Sneyens, restaurato da Virgilio Vallot 
 nel 1948). Gli altri Padiglioni sono stati costruiti in 
 quest'ordine cronologico (tra parentesi il nome dell'autore): 
 1909 Ungheria (Géza Rintel Maróti, rinnovato da A. Benkhard nel 
 1958); Germania (Daniele Donghi, demolito e riedificato nel 1938 
 da Ernst Haiger); Gran Bretagna (Edwin Alfred Rickards); 1912 
 Francia (Faust Finzi); Olanda (Gustav Ferdinand Boberg, demolito 
 e riedificato nel 1953 da Gerrit Thomas Rietveld); 1914 Russia 
 (Aleksej V. Scusev); 1922 Spagna (Javier De Luque, con facciata 
 rinnovata nel 1952 da Joaquin Vaquero Palacios); 1926 
 Cecoslovacchia (Otakar Novotny); 1930 Stati Uniti d'America 
 (Chester Holmes Aldrich e William Adams Delano); 1932 Danimarca 
 (Carl Brummer, ampliato nel 1958 da Peter Koch); Padiglione 
 Venezia (Brenno Del Giudice, ampliato nel 1938 e progettato per 
 ospitare le arti decorative); 1934 Austria (Josef Hoffmann, 
 restaurato da Hans Hollein nel 1984); Grecia (M. Papandréou - 
 Brenno Del Giudice); 1938 Jugoslavia, Romania, Polonia (Brenno 
 Del Giudice); 1951 Nuova Biglietteria (Carlo Scarpa); 1952 
 Israele (Zeev Rechter); Svizzera (Bruno Giacometti); Egitto. 
 1954 Venezuela (Carlo Scarpa); 1956 Giappone (Takamasa 
 Yoshizaka); Finlandia (Alvar Aalto), oggi dell'Islanda; 1958 
 Canada (Gruppo BBPR, Gian Luigi Banfi, Ludovico Barbiano di 
 Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers); Uruguay 
 (ex deposito, affidato al governo uruguaiano nel 1960). 1962 
 Paesi nordici: Svezia, Norvegia, Finlandia (Sverre Fehn); 1964 
 Brasile (Amerigo Marchesin); 1987 Australia (Philip Cox); 1991 
 Bookshop (James Stirling); 1995 Corea (Seok Chul Kim e Franco 
 Mancuso).
 Le città d'acqua
 Il nostro cuore è per le città d’acqua.
 Venezia, sebbene non appaia più di tanto, ha subito le profonde 
 modificazioni della transizione dall'industriale al post- 
 industriale, ed oggi è al centro di altrettanto radicali 
 trasformazioni che interessano spesso le zone meno strutturate, 
 che hanno perso o visto indebolirsi le funzioni originarie, che 
 sono afflitte da pericolosi processi di degrado ambientale.
 In questo contesto, molte città che vivono in stretto contatto 
 con l'acqua sono diventate, in varie parti del mondo, uno 
 straordinario laboratorio di interessanti esperimenti e di 
 innovative soluzioni per recuperare una più alta qualità della 
 vita urbana: una specie di 'riscoperta' dell'acqua o di 'water 
 renaissance', che sta caratterizzando numerosissimi interventi, 
 disegnati anche dagli architetti più noti.
 Per tale motivo, in occasione della Biennale della 
 'metamorfosi', si è documentato, pur con limitazioni e 
 approssimazioni, un fenomeno che ha certamente assunto caratteri 
 di 'globalizzazione', con gli aspetti positivi e negativi che 
 ciò comporta, in tutte le città d’acqua del pianeta.
 Il fenomeno 'metamorfico' qui assume un duplice significato: da 
 una parte, infatti, si osserva il cambiamento dei caratteri 
 fisico- funzionali di questa porzione di città, dall'altro, si 
 può constatare il mutamento del rapporto che lega la 'parte' al 
 'tutto'.
 E la chiave di volta del successo ottenuto in queste città, con 
 queste operazioni, è certamente la presenza dell'acqua che, 
 nelle sue differenti espressioni, assume la condizione di 
 'oggetto' dell'intervento piuttosto che di 'strumento' primario 
 ed essenziale per la sua realizzazione.
 È la porzione della città più direttamente legata all'acqua, 
 ormai comunemente chiamata 'waterfront', la protagonista 
 assoluta di questa sezione della 9. Mostra Internazionale di 
 Architettura: una zona che sta sempre più assumendo un ruolo 
 strategico nei processi di riconversione e sviluppo urbano. 
 È qui che si collocano i progetti e le realizzazioni che una 
 ventina di città di varie parti del mondo, presenti a Venezia, 
 illustrano sinteticamente ma con un grande sforzo per rendere 
 accessibili i contenuti degli interventi, molto spesso, assai 
 complessi e articolati.
 Una parte della mostra è dedicata in particolare a Venezia, 
 città d'acqua per eccellenza: presentando un quadro sinottico 
 dell’impegno che lo Stato italiano, la Regione del Veneto e il 
 Comune di Venezia stanno compiendo per realizzare quelle opere 
 destinate a salvaguardare l'esistenza fisica della città e del 
 suo territorio e a rilanciarne lo sviluppo socio- economico, 
 conservandone gli essenziali caratteri ambientali e culturali( 
 crediamo, però, che tutto questo è ancora “avveniristico”, nel 
 senso che difficilmente e radicalmente si assumeranno progetti 
 troppo impegnativi. Basti ricordare il bailamme del Lido, in 
 occasione della Mostra del Cinema. Sono anni che si raccontano 
 favole su di una sua trasformazione per renderlo vivibile a 
 quanti, ahimè, accorrono da tutto il mondo, animati dal sacro 
 amore per la settima arte).
 Padiglione flottante
 La mostra dedicata alle 'Città d'Acqua' è ospitata all'interno 
 di una struttura, collocata nel grande bacino interno 
 dell'Arsenale di Venezia.
 Essa si configura come un autentico Padiglione flottante, una 
 sorta di grande 'nave' ancorata all'ombra delle Gaggiandre, 
 simbolico omaggio per celebrare i 900 anni della 'creazione' del 
 complesso arsenalizio( tra l’altro, vi è un piccolo caffè, posto 
 su una 'terrazza', sulla 'prua' della 'nave': un minuscolo 
 'belvedere', in mezzo all'acqua).
 La cura della sezione 'Città d'Acqua' è stata affidata a Rinio 
 Bruttomesso, direttore del Centro Città d'Acqua di Venezia, 
 organismo che da 15 anni svolge una specifica attività di 
 ricerca, di organizzazione di iniziative e di pubblicazioni nel 
 campo della riqualificazione dei waterfront urbano- portuali, 
 ottenendo ampi riconoscimenti a scala internazionale.
 Le città partecipanti 
 Sono, così alla rinfusa: Alessandria, Egitto. Biblioteca 
 Alessandrina - Waterfront urbano
 Amburgo, Germania. Comune di Amburgo - Hafencity
 Atene, Grecia. Ministero dei Lavori Pubblici - Olympic Projects
 Barcellona, Spagna. Comune di Barcellona - Forum 2004 e litorali
 Berlino, Germania. Wasserstadt GmbH - Stralau, Rummelsburger 
 Bucht
 Bilbao, Spagna. Bilbao Ría 2000
 Buenos Aires, Argentina. Puerto Madero
 Delft, Olanda. University of Technology - The Dutch Water Cities
 Genova, Italia. Comune di Genova - Porto Vecchio 
 Incheon, Corea. Comune di Incheon - Riqualificazione area 
 portuale
 New York, USA. Reichen & Robert - Progetto per il Pier 40
 Qufu, Cina. Comune di Qufu - Riqualificazione del riverfront
 Rotterdam, Olanda. International Architecture - Biennale 
 Rotterdam 2005
 Saragozza, Spagna. Zaragoza Expo 2008 - Zona dell'Expo
 Seul, Corea. Governo Metropolitano di Seul - Cheonggye-Cheon
 Shanghai - Luchao City, Cina. Nuova città satellite di Luchao - 
 Architekten von Gerkan, Marg und Partner, Meinhard von Gerkan, 
 Germany
 Trieste, Italia. Trieste Expo - Porto vecchio/area dell'Expo
 Yokohama, Giappone. Comune di Yokohama - Minato Mirai 21
 Venezia, Italia. Regione del Veneto; Ministero delle 
 Infrastrutture e dei Trasporti; Magistrato alle Acque di 
 Venezia; Consorzio Venezia Nuova (concessionario)
 Ruggiero( altre informazioni sulle città d’acqua si possono 
 trovare in :www.iuav.it/citiesonwater ).
 Ma cos’è questo progetto? 
 Il Padiglione che ospita la mostra sulle Città d'Acqua ideata da 
 Rinio Bruttomesso, è pensato come un'architettura galleggiante, 
 che sull'acqua si appoggia, dell'acqua assorbe il carattere e ne 
 sfrutta le potenzialità. 
 È innanzitutto un percorso. Non un oggetto, ma un prototipo 
 urbano, che consente di sviluppare relazioni tra un punto 
 d'acqua e un altro punto d'acqua. Principio che è alla base 
 della forma urbis veneziana, dove i percorsi urbani legano tra 
 loro i canali, dove la forma della città si solidifica sulle 
 tracce dei movimenti, sulla rete dei flows on water. 
 E’ un percorso pedonale, stretto e composito, labirintico e 
 sequenziale che è di per sé un'esperienza, un modo di assorbire 
 la cultura e lo spazio di Venezia, città d'acqua. 
 Camminare sull'acqua, sensibilizzare il corpo alla sua presenza 
 modificando la propria andatura e i propri comportamenti, non è 
 solo un'esperienza ludica, ma un modo di sperimentare il 
 principio costitutivo della città( e anche della persona, visto 
 che la prima forma di vita è nata nell’acqua. Nella Bibbia è 
 scritto: “In principio… e un vento impetuoso soffiava su tutte 
 le acque”: Genesi 1, 2).
 Il padiglione d'acqua, caratterizza Venezia: città fluttuante e 
 virtuale. instabile, flessibile, ampliabile, fatto di materiali 
 semplici e componibili. La sua architettura nasce da un 
 principio di addizione basato sul montaggio di elementi 
 semplici, che accomunano tutte le architetture di terra- acqua 
 della città. Un Padiglione della conoscenza, un container dove 
 le energie delle idee, pulsando mostrano la propria vitalità. 
 Pannelli, immagini, figure, ombre, fasci di luce, sagome dei 
 visitatori che si addensano e diradano, tutto ciò che vi è 
 racchiuso si intravede dall'esterno. Ciò che succede all'interno 
 si impressiona come un fotogramma nell'involucro dell'edificio: 
 un foglio ondulato, autoportante e semitrasparente, che i 
 veneziani usano spesso per coprire le barche, per proteggere 
 magazzini e squeri. Essere parte dell'Arsenale, dove veniva 
 ideata e applicata la formidabile tecnologia della flotta 
 veneziana, per il Padiglione delle città d'acqua è condizione 
 fortunata e unica, che potrebbe però ripetersi in altri luoghi 
 della città.
 Padiglioni, macchine teatrali, luoghi collettivi galleggianti 
 potrebbero infatti attraccarsi al Lido di Venezia, durante la 
 mostra del cinema, al parco di S.Giuliano, all'idroscalo, al 
 Tronchetto, alla Giudecca, a Murano, a Burano, a Tessera… In 
 tutti quei luoghi d'acqua della città e della laguna, che 
 cambiano pelle e umore, modi d'uso e pubblico durante l'anno. In 
 tutti quei luoghi, e sono molti, che meglio rappresentano la 
 Venezia del futuro, "città mostra" di sé stessa. 
 Venezia floating city può essere un obiettivo strategico anche 
 per l'architettura. Sicuramente un atto coraggioso e 
 lungimirante, che può riportarla a vivere di nuovo con l'acqua e 
 la sua laguna.
 Almeno, lo speriamo! 
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 e-mail infogruppi@labiennale.org 
 info point 
 presso Padiglione Venezuela ai Giardini
 Visite guidate 
 min. 10 persone, prenotazione obbligatoria (info Tel. 041 
 5218828, e-mail infogruppi@labiennale.org)
 Didattica - Progetto Educational 
 min. 10 persone, prenotazione obbligatoria (info Tel. 041 
 5218828, e-mail infogruppi@labiennale.org)
 Bookshop 
 Arsenale, Porta Duca d'Aosta
 Giardini, Padiglione del libro Stirling
 Ristorante e Caffetterie 
 Arsenale e Giardini
 sono presenti punti di ristoro
 Guardaroba 
 Arsenale e Giardini
 Catalogo 
 ediz. italiana: Marsilio (3 volumi) 50 €
 ediz. inglese: Rizzoli New York (3 volumi) 75 $
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 Maria De Falco Marotta & 
 Team
 GdS 10 X 2004 - www.gazzettadisondrio.it
