La Madonna delle lacrime
 Sono trascorsi dieci anni da quando a Civitavecchia, in un 
 giardino della famiglia Gregori (2-6 febbraio 1995) e poi nelle 
 mani del vescovo diocesano Girolamo Grillo (15 marzo 1995), si 
 sono susseguite 14 lacrimazioni di sangue in una statuetta della 
 Madonna di Medjugorje. In questi anni la statuetta -oggi esposta 
 nella Chiesetta della borgata di Pantano dedicata a Sant’Agostino- 
 è stata sottoposta a varie Tac e le lacrime sono state esaminate 
 da eminenti studiosi di ematologia. Ed ora, nel 2005, si è 
 tornati a parlare della statua della Madonna di Civitavecchia. 
 Infatti alcuni giornali hanno recentemente anticipato un dossier 
 della diocesi di Civitavecchia, presieduta da Mons. Girolamo 
 Grillo, che contiene relazioni e documenti dai quali emerge che 
 non c'e' spiegazione umana per il fenomeno, tanto che il vescovo 
 stesso è diventato lo strenuo difensore del prodigio; lui che 
 all’inizio, secondo alcune interviste, era un pò scettico al 
 riguardo. Io, senza voler fare un discorso integralista e pur 
 cercando, comunque, di volare basso, non posso -da cattolico 
 nonché ex allievo salesiano-, non considerare che è un dato di 
 fatto che la storia del culto mariano in ogni epoca registra 
 alcune manifestazioni straordinarie delle immagini della 
 Madonna. Le Chiese particolari dove sono avvenuti questi fatti 
 hanno agito con prudenza, a volte con estrema severità, senza 
 chiudersi però al mistero e al soprannaturale. Hanno verificato 
 i fatti , guidato e sostenuto la pietà dei fedeli. A 
 interessarsi di questi eventi sono stati vescovi e cardinali, 
 pontefici e santi. Non erano creduloni o esaltati visionari, ma 
 attenti pastori e maestri nella fede cattolica. A testimoniarlo 
 sono centinaia di santuari in Italia e all’estero, che 
 continuano a registrare un ininterrotto pellegrinaggio di 
 fedeli; e il fitto materiale di una ricchissima bibliografia 
 mariana. Si tratta di fenomeni che sono stati presi in esame 
 dall’autorità ecclesiastica del tempo, in processi ordinari e 
 che, in alcuni casi, hanno coinvolto l’attenzione di intere 
 regioni o nazioni. Rileggendo la storia di questi fenomeni non è 
 difficile giustificare l’atteggiamento di iniziale scetticismo, 
 poi prudenza, ricerca di consiglio e attenta verifica, uniti 
 all’invito alla preghiera, in una saggia apertura al mistero, 
 che si sono riscontrati nelle vicende della Madonna di 
 Civitavecchia. Ma, davanti alla folla pellegrinante a Pantano, 
 non è difficile comprendere, che probabilmente il popolo 
 cristiano ha già espresso il suo sì all’evento soprannaturale, 
 di cui molti sono stati testimoni; ha già detto sì a quelle 
 lacrime di sangue, sulle quali si puntano le critiche degli 
 scettici, convinti solo delle prove scientifiche. A mio parere, 
 la scelta più attendibile in tali questioni è quella di evitare 
 le posizioni estreme. Evitare, da una parte, il fanatismo 
 febbrile di quanti vanno continuamente alla caccia di fenomeni 
 soprannaturali o comunque straordinari; evitare, dall’altra 
 parte, l’ostilità preconcetta di quanti rifiutano di ammettere 
 qualsiasi evento, che trascende la realtà e sfugge alla 
 percezione della ragione umana. La negazione sistematica del 
 fatto soprannaturale, che deriva da questo atteggiamento, cessa 
 di essere frutto di una scelta razionale e finisce per passare 
 al campo opposto: diventa cioè irrazionale. Del resto, per 
 realizzare una critica intelligente e costruttiva, occorre 
 osservare i fenomeni, sui quali si indaga, con prudenza e 
 cautela, evitando i pregiudizi. E questo atteggiamento vale in 
 campo scientifico, ma anche in campo teologico. La critica 
 preconcetta, che nega sistematicamente l’esistenza del 
 soprannaturale, si oppone alla fede irrazionale; ma crea altre 
 fedi, altrettanto irrazionali: quella del negativo, quella delle 
 capacità infinite della mente umana, quella della necessità di 
 vedere e toccare con mano. A questo punto occorre tenere 
 presente che la Chiesa, di fronte al fatto soprannaturale, si è 
 espressa sempre, o quasi sempre, con grande cautela.
 Mauro Pulimanti
 GdS - 10 II 2005 - 
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