-MEZZI A MOTORE SUI SENTIERI DELLE MONTAGNE UMBRE, NO DEL CAI

La nuova norma regionale permette la libera circolazione sulla rete sentieristica regionale, se non in presenza di specifici cartelli di divieto - NOSTRA NOTA

Milano, 22 dicembre 2023

Il Club alpino italiano sostiene convintamente la presa di posizione del Gruppo regionale Cai Umbria, che ha espresso ferma contrarietà all'emendamento regionale che permette la libera circolazione dei mezzi a motore sulla rete sentieristica umbra.

«Come prima associazione che in Italia si occupa della tutela della montagna e della manutenzione dei sentieri, siamo basiti da una decisione di cui non capiamo il senso e l'utilità. Auspichiamo una retromarcia immediata da una scelta che ci appare anche una mancanza di rispetto ai volontari Cai di tutta Italia che dedicano il loro tempo alla cura di questo bene comune», afferma il Presidente generale del Cai Antonio Montani. «Siamo pronti a sostenere concretamente il nostro Gruppo regionale in ogni azione che riterrà opportuna per confutare questa legge che allontanerà dai territori montani persone e turisti interessati a una frequentazione lenta e sostenibile».

Come spiega il Presidente del Cai Umbria Gian Luca Angeli, l'emendamento ai disegni di legge relativi al bilancio della Regione Umbria, approvato il 20 dicembre scorso, consente di fatto la libera circolazione dei veicoli a motore sulla rete dei sentieri escursionistici umbri, sulle mulattiere, i viali parafuoco e le piste di esbosco e di servizio a boschi e pascoli.

Il transito sarebbe vietato solo in presenza di specifici cartelli di divieto, il cui costo unitario è di 75 euro.
«L'installazione comporterebbe dunque un altissimo esborso di fondi pubblici. Basti pensare che solo la rete sentieristica tracciata e gestita dalle nostre Sezioni conta 444 tracciati, per un totale di oltre 3600 km. A esse si devono aggiungere altre migliaia di km dei tracciati montani di servizio», afferma Angeli. «Senza parlare del rischio di colpire duramente e impoverire il grande patrimonio naturalistico, storico e ambientale dei territori montani della nostra regione, che costituisce un grande valore aggiunto sotto l'aspetto turistico».

Per il Cai Umbria l'approvazione di questo emendamento costituisce dunque un atto fortemente negativo, relativamente al quale, conclude Angeli «chiediamo un confronto con la Presidente della Regione Donatella Tesei, con lo spirito costruttivo che ci ha sempre contraddistinto ma nella chiarezza delle nostre posizioni».

Il delegato all'ambiente del Club alpino italiano Mario Vaccarella aggiunge: «permettere il passaggio dei mezzi motorizzati sulla rete sentieristica in assenza di specifica segnaletica di divieto è contro ad ogni azione a tutela dell'ambiente e delle montagne. Sono situazioni come queste che ci fanno comprendere l'importanza del nostro ruolo per contestare decisioni che non rispettano i territori montani, la loro salvaguardia e la loro valorizzazione».

Ufficio stampa Club Alpino Italiano

=====================

Prendiamo atto ma in fin dei conti sono affari loro. Siccome però in questi casi spesso c'è il contagio è bene fare opera preventiva. Presto fatto per quel che riguarda i 2600 circa kmq in Valtellina e i circa 700 in valchiavenna la montagna, dai 300 metri di fondovalli sino ai 4050 del Bernina oggi rivive per le centinaia di baite recuperate, per i maggenghi richiamati per fare il loro mestiere ovvero il maggengo, per una rete di accessi dal basso. Va aggiunta la programmazione, non quella dei bla bla ma della programmazione eretta a sistema. Il primo piano ha riguardato la Bonifica Montana nel 1964 interessante quei 2600 kmq con il quarto fiume italiano, l'Adda, che nel centinaio di km tutti in Valtellina da ben oltre i 2000 m. riceve, quasi tutti da quote alte, su un versante circa 100 affluenti e sull'altro 45. Dimenticanza ma provvediamo subito. il bosco, Metà dei circa 3200 kmq è sopra i 2000 metri al di sopra della maggior parte impossibilitati gli alberi a crescervi per legge naturale. E potremmo andare avanti---

Red