Oh, Mary, Mary, Mary!
 “Mary” il film di Abel Ferrara
Di Maria Maddalena n’è piena la nostra storia, da quella 
 religiosa alla cinematografica, tant’è che “Mary” il film di 
 Abel Ferrara alla 62.ma Mostra di Venezia ha avuto il Premio 
 speciale della Giuria, il PREMIO SIGNIS:, il PREMIO SERGIO 
 TRASATTI-LA NAVICELLA (ENTE DELLO SPETTACOLO); il PREMIO 
 FONDAZIONE MIMMO ROTELLA.
 Quando si tocca la religione e lo si fa in un modo “ruffiano” (senza stravolgere gli schemi antichi e sacri), è difficilissimo 
 che le giurie e il pubblico rimangano indifferenti.
 E poi, Abel Ferrara, un‘indiscutibile personalità intellettuale 
 del nostro tempo(in campo cinematografico, sia chiaro) maneggia 
 la macchina da presa in modo competente, con farabutta abilità, 
 sapendo che un film che parla di Gesù è destinato ad attirarsi 
 critiche feroci da ogni dove, tanto che lui stesso lo chiarisce 
 per bocca del suo alter ego nel film, Matthew Modine, che veste 
 i panni di un regista che ha appena ultimato un film proprio 
 sulla vita di Gesù e si appresta a presentarlo nell’ultima 
 puntata di uno show sullo stesso argomento, tanto da tirare in 
 ballo The Passion, di Mel Gibson.
 Ma Ted Younger (Forest Whiteaker), l’anchorman di successo che 
 lo conduce, vuole scavare a fondo sia per motivi professionali, 
 che per una tragedia che sta vivendo in famiglia: perciò si 
 batte per un intervento nello show anche di Marie 
 Palesi(un’allucinata Juliette Binoche che proprio non fa onore a 
 Maria Maddalena), che dopo aver interpretato Maria Maddalena nel 
 film, preda di una crisi mistica, è fuggita a Gerusalemme. 
 Il film, sinceramente, provoca più sbadigli che interrogativi e 
 assolutamente, non getta su questa amatissima donna, “speciale” 
 anche per i cristiani che le riconoscono il ruolo di prima 
 annunciatrice della risurrezione di Cristo, una luce diversa da 
 quella del passato.
 A meno che non si vogliano prendere in considerazione i Vangeli 
 apocrifi, quelli gnostici e- purtroppo- il tanto decantato 
 Codice da Vinci che ha provocato un bel terremoto in campo 
 culturale, tanto che il film di Abel Ferrara se ne può 
 considerare un seguito (accattivante, magari).
 In ogni modo, da qualunque parte la si ammira, Maria Maddalena è 
 stata un’amante fedele di Gesù (ciascuno interpreti 
 “amante” secondo la sua sensibilità culturale) e lo ha 
 testimoniato dove poi è vissuta.
 Il Film Mary
 Mary si svolge tra New York e Gerusalemme: nuova e vecchia 
 spiritualità, soprattutto la Grande Mela, città dove la 
 perdizione è dappertutto e dove può arrivare più facilmente la 
 redenzione. 
 Un regista indipendente, Tony Childress (Matthew Modine), 
 realizza This is my blood, un film sulla vita di Gesù nel quale 
 egli stesso interpreta il ruolo principale, l’attrice Marie 
 Palesi alias Juliette Binoche , che non riesce più a “staccarsi” 
 dal suo ruolo dopo la fine delle riprese. Tony torna a New York, 
 mentre Marie abbandona la recitazione e parte per Gerusalemme 
 per continuare quella ricerca che aveva cominciato interpretando 
 Maria Maddalena. Alla TV c’è Ted Younger, anchorman di un 
 programma televisivo di successo sulla vita di Cristo, la cui 
 moglie, dopo aver partorito, rischia di perdere il neonato.
 Con preghiere ed invocazioni varie, il film si conclude al 
 meglio (nello stile hollywoodiano) per la piccola famiglia del 
 reporter (in fondo, la storia centrale è sulla sua famiglia).
 La pellicola vorrebbe essere sul dolore e sulla ricerca della 
 fede, sulla solitudine e sui processi creativi.
 Mary è stato girato tra New York, Roma e Gerusalemme, fatto 
 quest’ultimo piuttosto unico (secondo il regista, è la prima 
 volta che si gira un film nel Santo Sepolcro). Ferrara si è 
 appoggiato, nel suo modo allucinato e frammentato, all’analisi 
 che di Maria Maddalena aveva fatto, a partire dai vangeli 
 gnostici detti “Hag Hammadi”, il teologo francese Jean-Yves 
 Leloup, che nel film appare come ospite dello show di Ted, così 
 come Amos Luzzatto, che aveva anch’egli progettato un film su 
 Maria Maddalena, per il quale era stata, appunto, assunta 
 Juliette Binoche. 
 Maddalena è vista non come la prostituta che amò e fu redenta da 
 Cristo, e neppure la serva devota del Signore che sostenne il 
 Messia durante la Via Crucis, ma piuttosto come allieva di Gesù, 
 né madre né moglie, ma personaggio complesso e tormentato.
 Quando un attore interpreta un ruolo, lo fa talmente a fondo che 
 poi è difficile per lui uscire definitivamente dal personaggio. 
 Di droga e di Cristo, si può quasi morire.
 Chi è il regista
 Abel Ferrara, è nato l’11 Luglio 1952, nel Bronx, New York, USA 
 .
 Esordisce e si fa conoscere come cineasta indipendente 
 specializzato nello sviluppo di temi legati alla violenza e alla 
 criminalità delle metropoli americane. I suoi primi film hanno 
 uno spessore e delle intuizioni che ne fanno presagire una 
 evoluzione verso un cinema dal contenuto drammatico, come 
 compare in Il re di New York (1991), Il cattivo tenente (1992), 
 Occhi di serpente (1993), The Addiction (1995). Successivamente 
 firma un buon lavoro Fratelli (1996), premiato al Festival di 
 Cannes( ma non a Venezia). Con The Blackout (1997), torna al 
 noir psicologico delle origini caricandolo però di suspense. Nel 
 1998 presenta al Festival di Venezia New Rose Hotel, tratto da 
 un racconto dell'autore Cyber William Gibson con Willem Dafoe e 
 Asia Argento. Nel 2005, sempre a Venezia , ha proposto Mary.
 Egli è visceralmente inquieto (forse, perché si alimenta con 
 molti drinks) ed è maestro nel filmare e dominare la violenza, 
 con i suoi ritratti oscuri di antieroi, stritolati da un destino 
 crudele. E’ un “cult” del cinema americano, oltre che ad essere 
 originale come pochissimi nel firmamento cinematografico 
 mondiale. "Sì, in America i censori devastano i miei film. Ma io 
 me ne fotto, non sono disposto a scendere a compromessi. I miei 
 film non sono per tutti. Me ne frego se turbano le casalinghe di 
 Beverly Hills", questa dichiarazione d'intenti ben rende l'idea 
 di quanto oscure e "disturbanti" siano le sue opere: in questi 
 anni ha toccato livelli così estremi come solo David Cronenberg (che 
 a Venezia, durante la 62.ma Mostra ha presentato un suo libro: 
 salatissimo nel prezzo) e David Lynch hanno saputo fare. 
 Con un stile visivo scarno e mai scontato, mette in scena storie 
 esasperanti di paranoia urbana con lo scopo di turbare e 
 spiazzare chi è disposto a calarsi nei meandri delle sue trame; 
 il poliziesco metropolitano è il tramite. La sua direzione 
 filmica si caratterizza come un continuo esercizio di stile: 
 ambientazioni oscure( anche in Mary si fatica a cercare un po’ 
 di luce), non solo nelle situazioni e nei personaggi, ma 
 soprattutto nelle scenografie (le giornate di sole sono 
 pressoché assenti), e un'eccellente direzione degli attori per 
 una veridicità d'espressione a dir poco audace. Metà italiano e 
 metà irlandese, schivo e alieno alle pubbliche relazioni (si 
 crede quasi un “dio” e a New York ha un seguito molto fedele del 
 suo verbo), Abel Ferrara è vissuto nel Bronx, a New York, fino a 
 tredici anni. Ha una capacità di filmare e dominare la violenza 
 come pochi; rabbia e oscurità invadono lo schermo raccontando, 
 senza diplomazia alcuna, la peggiore realtà sociale 
 contemporanea. I suoi personaggi, mai eroi, sono inevitabilmente 
 in pericolo, stritolati senza rimedio da un destino crudele che 
 loro invano tentano di fronteggiare: nessuna speranza di 
 salvezza o fiducia nella giustizia, e la consolazione non è 
 contemplata. 
 Ferrara è un autore unico che lavora ai limiti del cinema di 
 consumo; da indipendente è entrato nel sistema cinematografico 
 americano guastandone le convenzioni. Anzi, delle stesse si arma 
 per costringere il pubblico a seguire le sue ossessioni. Le sue 
 opere sono particolarmente difficili e impegnative, e richiedono 
 parecchie visioni. 
 Anche Mary, così premiato a Venezia, forse, merita un’altra 
 visione. Prima di dirne tutto il male possibile: che è un sequel 
 dei film religiosi, girato per “tirarsi su”.
 DOMANDE & RISPOSTE
 -
 Come mai ha girato Mary? E' ,forse, un modo di rispondere, 
 sfruttando il momento, al lavoro di Mel Gibson?
 Avrei fatto il film comunque, a prescindere da Gibson. Da tempo 
 volevo farlo, ben prima che Gibson sbancasse i botteghini o i 
 libri di Dan Brown diventassero best sellers. Ci tenevo molto. 
 Maria Maddalena è un personaggio affascinante, anche se in 
 questa storia non è la protagonista, ma solo un’aspirazione 
 verso il divino, verso Dio che gli uomini invocano nelle loro 
 vicende familiari, mi sembrava la persona giusta per portare a 
 buon fine la storia.
 -
 Quale figura di questo film le assomiglia di più?
 All'inizio volevo parlare di come un attore che faceva una parte 
 importante come quella di Maria Maddalena non riuscisse ad 
 uscire dal ruolo, da ciò che aveva imparato. Poi mi sono chiesto 
 come un giornalista viva i momenti che racconta. Mi piacerebbe 
 essere tutto. Un giornalista, un interprete, un regista, uno 
 scrittore, un poeta. E' per questo amavo Pasolini, che era tutto 
 questo. Le cose le viveva da più prospettive.
 Confesso che mi sento parte di ogni personaggio di questo film.
 -
 La ricerca, il tormento, sono il filo conduttore di Mary. Lei è 
 appagato, felice?
 La nostra vita è troppo complessa per definirla felice o 
 tormentata. Io sono un po’ di tutte e due. Spero di avere tanta 
 voglia di proseguire nella mia ricerca del Bene supremo.
 -
 La tv la fa da padrona nel suo film, specie nelle questioni 
 sollevate nel film. E’ un bene, un male?
 La tv presenta le cose. Sta all'uomo viverle. Ad un certo punto 
 nel film bisogna passare dall'altra parte dello schermo, ma 
 necessita essere onesti con se stessi.
 Io sono cresciuto da cattolico, ma se uno fa un film in cui 
 viene riproposta l'Ultima Cena, uno si chiede su come potrebbe 
 esser stato quel momento. Bisogna rimanere nel dubbio, ma il 
 giornalista deve sapere quando lasciare il microfono ed entrare 
 in scena.
 Nel suo film si vede anche la realtà contemporanea. Come la 
 considera?
 Il nuovo modello della società è "Ciascuno per sé" Dal mio punto 
 di vista l'11 Settembre è stato il segnale d'allarme per 
 l’Occidente. Ciascuno l’interpreti come meglio gli aggrada.
 FILMOGRAFIA
 - The Driller Killer (inedito in Italia, 1979)
 - L'angelo della vendetta (1981)
 - Paura su Manhattan (1984)
 - Crime Story-Vite sbagliate (film tv, 1986)
 - Il gladiatore (film tv, 1986)
 - China Girl (1987)
 - Oltre ogni rischio (1989)
 - King of New York (1991)
 - Il cattivo tenente (1992)
 - Occhi di serpente (1993)
 - Ultracorpi-L'invasione continua (1993)
 - The Addiction (1994)
 - Fratelli (1996)
 - The Blackout (1997)
 - New Rose Hotel (1998) 
 - Mary (2004).
 Una parola, per dirlo.
 Maria Maddalena è stato il soggetto incantevole di molti 
 pittori, tra cui: Piero della Francesca, Botticelli , Artemisia 
 Gentileschi ….
 Secondo la tradizione gnostica, Ella era associata alla Saggezza 
 (Sophia), rappresentata dal sole, la luna e un'aureola di 
 stelle. 
 Le notizie che abbiamo su Maria di Magdala, provengono dai 
 Vangeli apocrifi, che sono stati ritrovati a Qumran nel 1947, e 
 precisamente dal Vangelo di Filippo. 
 I Vangeli apocrifi sono dei Vangeli non del tutto riconosciuti 
 dai teologi cattolico-cristiani, il che non significa che 
 certamente non siano autentici, ma che non si hanno strumenti 
 documentali ufficiali adeguati per affermare che lo siano. Sotto 
 l'aspetto storico, non si sa se la Maddalena che ha lavato i 
 piedi del Cristo sia la stessa Maddalena che ha scritto il 
 Vangelo di Maria (apocrifo), non si sa se colei che è stata al 
 fianco del Cristo e che è stata la sua leale compagna, sia la 
 stessa Maddalena descritta come cortigiana pentita.
 La storia di Maria Maddalena si perde e si confonde nella nebbia 
 della storia e di un'acuta volontà della Chiesa di negarle il 
 ruolo che le spettava, perché ha voluto privilegiare il ruolo 
 della Madonna Vergine come femminile sacro. 
 Secondo Susan Haskins autrice del saggio Mary Magdalen: myth and 
 metaphor (1993), “L’autentica Maria Maddalena è quella dei 
 Vangeli: la più importante tra le seguaci di Cristo, che, 
 insieme con le altre donne nominate da Luca, appoggiano il 
 gruppo errante contribuendo al suo sostentamento. Era presente 
 alla crocifissione di Gesù e, secondo il Vangelo di Giovanni, fu 
 con Maria Vergine, Maria di Cleofe e San Giovanni tra i pochi 
 privilegiati ad assistervi ai piedi della Croce. Fu testimone 
 della deposizione del corpo di Cristo nel sepolcro di Giuseppe 
 di Arimatea; all’alba del giorno seguente vi si recò con una o 
 altre Marie per portarvi degli unguenti.
 Nel Vangelo di Giovanni fu a lei che Gesù apparve per la prima 
 volta dopo la Resurrezione e comunicò il messaggio della nuova 
 vita cristiana. Il Vangelo di Marco, in un’aggiunta posteriore 
 alla sua composizione, afferma che da lei erano stati cacciati 
 sette demoni.
 Non abbiamo assolutamente idea di quale possa essere stato il 
 suo aspetto fisico. L’arte medievale e successiva l’ha ritratta 
 come una donna dai lunghi capelli rossi o biondo oro, perchè la 
 chioma bionda era l’attributo dell’ideale di bellezza femminile. 
 Non sappiamo come sia stata la sua vita. Dal momento che, 
 insieme con le altre seguaci, sosteneva il gruppo con i propri 
 mezzi, si suppone che fosse una donna matura (fra le altre ce 
 n’erano di sposate o separate), relativamente agiata e 
 indipendente. Pertanto, concordo con quanti la vedono come una 
 patrona e sostenitrice di Gesù”.
 Nel corso dei secoli il ruolo di Maddalena è stato interpretato 
 in modi diversi, spesso manifestando l’atteggiamento della 
 Chiesa verso le donne. Di lei la Chiesa costruì un’immagine che 
 non corrispondeva affatto al personaggio di cui si parla nei 
 Vangeli; fece di lei una prostituta pentita, sminuendo, così, la 
 sua importanza. 
 Fino a poco tempo fa il suo ruolo è stato considerato marginale 
 nella storia di Gesù e dei suoi discepoli. Solo negli ultimi 
 tempi la sua figura è stata vista dagli studiosi sotto una luce 
 diversa e collocata al suo giusto posto nella storia della 
 salvezza.
 In realtà lei è la sola donna, eccettuata la Vergine Maria, 
 menzionata con il suo nome in tutti i Vangeli. La prima volta 
 compare durante la predicazione di Gesù in Galilea ed è una 
 delle donne che lo seguivano. 
 E’ presente ai piedi della croce e poi diventa la prima 
 testimone della Resurrezione. 
 Inoltre, fu la prima a ricevere tra i discepoli un incarico 
 direttamente da Gesù: portare la notizia della sua Resurrezione 
 agli apostoli. La Chiesa primitiva riconobbe l’importanza di 
 questo episodio e le diede il titolo di APOSTOLA APOSTOLORUM( 
 apostola degli Apostoli). 
 In realtà, le donne avevano un ruolo molto importante nella 
 missione di Cristo, anche se, leggendo i Vangeli, si ha 
 l’impressione che i discepoli fossero solo uomini. Solo nel 
 Vangelo di Luca vi è un riferimento alle donne. Ciò che appare 
 insolito è che, negli altri Vangeli, la loro presenza viene 
 nominata solo ai piedi della Croce; questo perché, molto 
 probabilmente, esse sono state le uniche a rimanergli fedeli 
 fino all’ultimo. 
 In ogni caso gli apostoli nutrivano nei confronti di Maddalena 
 un sentimento di rivalità, dettato dalla gelosia ed alcuni di 
 loro non approvavano il fatto che una donna ricoprisse un ruolo 
 tanto importante. 
 Ieri… Se fosse oggi, tutto sarebbe normale. 
 Vi sarebbero altre migliaia di cose su questa affascinante, 
 quanto misteriosa donna, ma…
 Forse, le narreranno altri scrittori, le mostreranno altri 
 registi. Magari meglio di Abel Ferrara.
 Maria & Elisa 
 Marotta
 
GdS 20 IX 2005 - www.gazzettadisondrio.it
