PRELIEVO AI DIPENDENTI DELLO 0,35 E AI PENSIONATI DELLO 0,15 : CUI PRODEST?

Questa era la domanda bruciante e sintetica che si ponevano i nostri antenati romani, che quanto a sottigliezze giuridiche e scavalcamenti ideologici non si facevano superare da nessuno.

E noi ripetiamo ancora una volta: a chi giova?

Ci stiamo riferendo al nuovo Decreto Ministeriale 7 marzo 2007,n.45 pubblicato recentemente, che legifera in merito alle nuove agevolazione creditizie per i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni anche pensionati, a fronte di una decurtazione di una piccola percentuale della pensione, che andrebbe a costituire i fondi per l’erogazione agevolata di prestiti da parte degli stessi Istituti di Previdenza per il Pubblico impiego.

E fin qui, direte voi, tutto bene. Almeno apparentemente, questa sarebbe una possibilità in più offerta ai pensionati (l’anello più debole della catena, come tutti sappiamo) di diventare intestatari di un prestito “facilitato” e di far fronte così ad evenienze altrimenti difficilmente affrontabili, come un trasloco , una ristrutturazione , un sostegno a un disabile e via discorrendo.

Ma: ecco il dubbio. Agevolare l’indebitamento di una categoria già debolissima come il pensionato statale è davvero una soluzione equa e vantaggiosa per questi ultimi?

Davvero queste agevolazioni non andranno invece a peggiorare o quantomeno a mettere a rischio la sua già precaria situazione, decurtandogli di fatto gli introiti e illudendo lui ( o ancora peggio i suoi famigliari) di avere disponibilità e mezzi fittizi?

E a questo punto non intravediamo addirittura lo spauracchio di un giovane nipote senza tanti scrupoli che implora la nonnina di comprargli la moto “tanto i soldi si ottengono con facilità”?

Davanti a questa scenetta tutti noi esseri pensanti veniamo colti da un brividino.

E allora, dov’è l’inganno?

Noi crediamo di essere francamente in grado di rispondere a questa domanda senza troppi sforzi di immaginazione. Invece di aumentare il livello di dignità dei dipendenti P.A. aumentando l’ammontare delle loro pensioni e “agevolando” effettivamente la loro vita e il loro benessere, li si seduce con un fantastico indebitamento progressivo, e una fittizia disponibilità di denaro.

Perché tutta questa manovra? E a chi giova dunque?

Secondo noi, ancora una volta la risposta è chiara: in un clima di caccia alle streghe (cioè al pensionato pubblico, e quello della scuola in particolare, somma e sentina di ogni vizio, mangia pensione a tradimento e chi più ne ha più ne metta) parlare di aumento delle pensioni è una vera e propria bestemmia. Meglio lasciare la vecchia ex prof alle sue pie illusioni di nuovi prestiti e regalie che lo Stato, al quale per tutta la vita lei ha offerto le sue migliori energie, è pronto a profondere per lei.

Mi raccomando cari colleghi e colleghe pensionati, non è ancora arrivata purtroppo la Panacea di tutti i mali. Non rallegratevi molto e diffidate sempre dei “ritocchini” della pensione.

Leonardo Donofrio (x)

(x) Presidente IUniScuola

Leonardo Donofrio
Economia