PARLAMENTO UE: NUCLEARE INDISPENSABILE

Il nucleare resta indispensabile per garantire la sicurezza energetica dell'Unione Europea, ed è uno strumento importante per la lotta contro il riscaldamento climatico. Con 509 sì, 153 no e 30 astenuti il Parlamento Europeo ha approvato nella sua assemblea plenaria a Strasburgo una relazione del popolare tedesco Herbert Reul che chiede anzi il rafforzamento della ricerca nel settore. Una relazione che non ha mancato di suscitare dure proteste anzitutto degli eurodeputati italiani del centrosinistra, che parlano di un “voto sbagliato”. Nella relazione il Parlamento sostiene che l'energia nucleare “è indispensabile per garantire a medio termine il carico di base in Europa”, sottolineando il “ruolo potenziale ai fini della protezione del clima”, visto che si tratta della maggiore fonte energetica dell'Ue a basso tenore di carbonio. La relazione avverte inoltre che decisioni a breve e medio termine sull'uso dell'energia nucleare “avranno effetti diretti anche sugli obiettivi climatici che l'Ue potrebbe realisticamente fissare”. In effetti, prosegue il testo, “in caso di uscita dall'energia nucleare non si potranno conseguire gli obiettivi in materia di riduzione dei gas a effetto serra e di lotta contro il cambiamento climatico”. La relazione sottolinea che il nucleare è una fonte energetica “rilevante” della produzione di energia elettrica in 15 dei 27 Stati membri e, quindi, nell'intera Unione europea, “dato che fornisce un terzo degli approvvigionamenti elettrici dell'Ue”. Non basta. Secondo gli eurodeputati, le riserve mondiali di uranio hanno una durata stimata di oltre 200 anni e dunque “rendono possibile disporre in futuro di alternative al fine di diversificare i rischi politici concernenti la sicurezza delle forniture”. La produzione di energia nucleare, inoltre, si legge ancora nella relazione, “beneficia di una notevole indipendenza rispetto alle possibili fluttuazioni dei prezzi dell'uranio, visto cheil costo del combustibile ha un impatto solo limitato sul prezzo dell'elettricità”. Infine, gli eurodeputati ritengono essenziali ulteriori miglioramenti delle norme di sicurezza per le centrali nucleari, il rapido sviluppo della tecnologia della fusione nucleare ecorrispondenti incrementi degli investimenti nella ricerca.Il documento ha provocato la ferma protesta di Claudio Fava (Sinistra Democratica), Monica Frassoni (Verdi), Umberto Guidoni (PdCI), Roberto Musacchio (Prc) e Gianni Pittella, capo della delegazione degli eurodeputati italiani del Pse. “Oggi - scrivono in una nota comune - il Parlamento europeo ha votato un testo fortemente in contrasto con le politiche e gli orientamenti climatici ed energetici attuali. Sostenere che il nucleare è il rimedio per i cambiamenti climatici è un affermazione grottesca e irresponsabile visto che oggi solo il 5% del fabbisogno energetico è coperto dal nucleare a livello globale”. Secondo i cinque eurodeputati, “si tratta di un esercizio di propaganda senza valore legislativo ma che può avere effetti molto dannosi sulle scelte nella distribuzione dei fondi, già oggi molto squilibrati a favore del nucleare”.

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