Approvata la Convenzione Internazionale per la Protezione delle Alpi
 Approvato dalla Camera il disegno di legge 
 "Ratifica ed esecuzione dei 
 Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la 
 protezione delle Alpi", con annessi, fatta a Salisburgo il 7 
 novembre 1991, già a suo tempo approvato dalla Camera, modificato dal Senato 
 (C2381/C) e ora, licenziato da Montecitorio, torna per il 
 definitivo O.K. all'esame dell'altro ramo del Parlamento.
 Nel 1991 i Paesi alpini hanno firmato la Convenzione per la 
 protezione delle Alpi che ha lo scopo di salvaguardare 
 l'ecosistema naturale delle Alpi e di promuovere lo sviluppo 
 sostenibile in quest'area, tutelando gli interessi economici e 
 culturali delle popolazioni residenti dei Paesi aderenti.
 La Convenzione quadro per la protezione delle Alpi è stata 
 ratificata dall'Italia nel 1999 ed è entrata in vigore dal marzo 
 2000. Questa Convenzione, che vede l'adesione dell'Unione 
 Europea, è sottoscritta, oltre che dall'Italia, anche 
 dall'Austria, dalla Confederazione Elvetica, dalla Francia, 
 dalla Germania, dal Principato di Monaco, dalla Slovenia e dal 
 Liechtenstein.
 Per tutelare e valorizzare la regione alpina la Convenzione 
 prevede un'intensificazione della cooperazione transfrontaliera 
 per giungere a misure concrete in vari campi: la pianificazione 
 territoriale, la salvaguardia della qualità dell'aria, al fine 
 di ridurre drasticamente le emissioni inquinanti e i loro 
 effetti negativi nella regione alpina; i trasporti, al fine di 
 ridurre gli effetti negativi e i rischi derivanti dal traffico 
 interalpino e transalpino a un livello che sia tollerabile per 
 l'uomo, la fauna, la flora e il loro habitat, tra l'altro 
 attuando un più consistente trasferimento su rotaia dei 
 trasporti e in particolare del trasporto merci.
 L'Italia ha firmato tutti i Protocolli in cui sono definiti gli 
 aspetti particolari contenuti nella Convenzione (quelli sulla 
 Pianificazione Territoriale e sviluppo sostenibile, sulla 
 Protezione della natura e tutela del paesaggio e 
 sull'Agricoltura di montagna il 20 dicembre 1994; quello sulle 
 Foreste montane il 27 febbraio 1996; quelli sui Trasporti e 
 sulla Difesa del suolo il 31 ottobre 2000; quelli sul Turismo e 
 sull'Energia l'8 febbraio 2001). Il protocollo sui trasporti non 
 è stato però ancora ratificato.
 La Camera ha reinserito il protocollo trasporti nel disegno di 
 legge per la ratifica della Convenzione delle Alpi rinviando il 
 tutto per l’approvazione definitiva al Senato.
 “Sono passati 5 anni da quando il nostro Paese ha ratificato la 
 Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi, 
 dedicando la sua attenzione ad una delle 200 aree più ricche di 
 biodiversità al mondo, secondo gli studi condotti del WWF 
 internazionale. Sono passati 2 anni (era il 7 febbraio 2002) da 
 quando in Consiglio dei Ministri è stato approvato il disegno di 
 legge di ratifica dei nove protocolli operativi. Dopo il voto 
 positivo dei giorni scorsi sui protocolli alla Camera dei 
 Deputati c’e’ soltanto da augurarsi che anche il Senato abbia la 
 sensibilità di rendere concrete le speranze delle comunità 
 locali – sottolinea il WWF e commentano Daniele Meregalli, 
 responsabile del Programma Alpi del WWF Italia e Stefano Lenzi, 
 responsabile dell’ufficio istituzionale dell’associazione – 
 ratificandolo in tempi brevi per avviare così politiche e piani 
 integrati di tutela e sviluppo dell’eco-regione alpina, dove 
 vivono 14 milioni di persone in 8 Stati diversi, in un’area di 
 191.000 kmq dove sono state censite 30.000 specie di animali e 
 13.000 specie vegetali. Il WWF Italia ricorda che uno degli 
 aspetti nodali che ha ritardato sinora la ratifica è stato 
 proprio l’approvazione del Protocollo Trasporti, dopo lo 
 stralcio avvenuto nel novembre 2003 proprio al Senato”.
 Il Protocollo Trasporti punta a superare lo squilibrio tra gomma 
 e ferro, particolarmente grave in Italia (sulla strada vanno il 
 60% delle merci e l’85% dei passeggeri), e impedisce la 
 costruzione di nuovi assi autostradali transalpini. Dai valichi 
 alpini passano oltre 145 milioni di tonnellate di merci ogni 
 anno (il 68% dei quali su strada).
 Le merci trasportate dai TIR aumentano del 9.4% rispetto 
 all’anno precedente in 10 anni si rischia dunque, in assenza di 
 misure correttive, il raddoppio del traffico su strada dei mezzi 
 pesanti. Ciò avviene mentre i 5 principali assi ferroviari di 
 attraversamento dell'arco alpino (Moncenisio/Frejus, Sempione/Loetschberg, 
 Gottardo, Brennero e Tarvisio) sono sfruttati in media solo per 
 il 30% circa delle loro potenzialità complessiva.
 Più precisamente: il Frejus sarebbe sfruttato solo per il 37% 
 della sua reale capacità, il Sempione per il 14%, il Gottardo 
 per il 60%, Il Brennero per il 33%, il Tarvisio per il 18%”
NLC/WWF
 GdS 30 I 2005 - www.gazzettadisondrio.it
