CHI FOMENTA L'ODIO?

di Valerio Delle Grave

La manovra finanziaria varata dal governo per il 2004, la
cui entità é di circa 16 miliardi di €uro, per l’80% circa (14
miliardi di maggiori incassi) é attesa, ancora una volta, da
misure di carattere temporaneo: operazioni di cartolarizzazione,
vendita di immobili destinati a uffici pubblici, condono
edilizio e sanatorie fiscali. Altre entrate aggiuntive
deriverebbero dall’aumento dell’imposta sugli intrattenimenti,
dall’aumento dei contributi previdenziali per i co.co.co e dalle
indennità per l’occupazione delle aree del demanio (segatura).

Pressato dalle sollecitazioni provenienti da vari settori della
propria maggioranza, relativamente alla riduzione delle tasse,
il Presidente del Consiglio, unitamente al suo Ministro per
l’Economia, ha dichiarato che è allo studio un progetto di
riduzione fiscale a due aliquote che, però, presenterà dopo le
elezioni europee di giugno. Alle obiezioni mosse da più parti
(opposizioni, sindacati, associazioni di categoria,
Confindustria e associazioni varie della società civile) il
Premier ha risposto, con toni accesi e spesso provocatori,
ribadendo le sue “certezze” sulla sua capacità di mantenere gli
impegni assunti con il proprio elettorato e con il “contratto
con gli italiani” firmato nel corso della trasmissione a “Porta
a porta”, testimone Bruno Vespa.

L’unico modo per rilanciare l’economia del Paese, ha ribadito
Berlusconi, è quello di ridurre le tasse alle imprese e ai
cittadini, per permettere alle prime di fare più investimenti e
ai secondi di aumentare i consumi.

Chi non la pensa come Lui è un fomentatore di odio: (tra questi
i comunisti, l’opposizione, la CGIL, i sindacati, i pacifisti e
chi altro ancora?).

Le Istituzioni che non si allineano al suo pensiero sono in
difetto o poco credibili.

Prima l’ISTAT, che pubblica dati artefatti e non attendibili.


Poi l'assemblea di Confindustria e il nuovo presidente Luca Di
Montezemolo che ha osato richiamare concetti quali
“concertazione, politica dei redditi, innovazione tecnologica e
sforzo collettivo”, auspicando un nuovo ”Patto sociale” per lo
sviluppo del Paese.

Infine il Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, che ha
“osato” criticare la politica economica del governo e mettere in
guardia il Paese contro il rischio di recessione e di
splafonamento del rapporto tra deficit e Pil.

Tutti costoro: o non sono attendibili, o sono degli sprovveduti,
oppure sono pieni di pregiudizi e carichi di odio.

Un dato recentissimo rileva che l’occupazione in generale nel
settore produttivo è diminuita (meno 14%, anche se parzialmente
compensata da un aumento nel settore dei servizi con + 6%); che
l’inflazione è tendenzialmente in aumento e che l’evasione
fiscale, lungi dall’essere in declino, nel 2003 è stata pari a
100 miliardi di €uro; che l’11% delle famiglie italiane è sotto
il livello di povertà e che l’8% è a rischio povertà (circa 3,5
milioni di famiglie).

Insomma, da parte di molti settori della società civile italiana
e anche da parte di significative Istituzioni, si ostentano
preoccupazioni e si suggeriscono cambiamenti di rotta, ma il
governo sembra sordo; anzi, addirittura riottoso verso quanti
esternano proposte e indicazioni. Nemmeno di fronte ai dati di
fatto come quelli appena richiamati (e come l'assurda
partecipazione alla guerra in Irak), da parte del governo si
denotano ripensamenti o tentativi di inversione di rotta.
Imperterrito, il Presidente (e il suo governo) marcia spedito,
tronfio di sé, convinto di avere ragione su tutta la linea e
reagendo contro i suoi obiettori con accuse tanto gratuite
quanto odiose.

Da parte mia, in tanti anni che per ragioni professionali seguo
da vicino la politica italiana, e non solo, non ho mai sentito
nessun Presidente del Consiglio, e nemmeno nessun ministro della
Repubblica, proferire anatemi di quella misura e di quella
portata contro gli oppositori. Registro una caduta di stile e
una arroganza di linguaggio che mi ricordo di avere ascoltato
alla radio solo all’inizio degli anni ’40. E quelli erano gli
anni dell’odio assurto a regime!.
Valerio Delle Grave


GdS 30 V 2004 -
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Valerio Delle Grave
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