IL FORUM IN AUDIZIONE AL SENATO SUI CUS

Ribadito il giudizio negativo sul ddl che vorrebbe istituire i “Contratti di unione solidale” da inserire (!) nel Libro I del Codice Civile, lo stesso che si occupa della famiglia

Il Forum delle associazioni familiari, incontrando la Commissione giustizia del Senato, ha ribadito il proprio giudizio negativo sul ddl che vorrebbe istituire i “Contratti di unione solidale” (Cus).

La delegazione del Forum ha fatto notare ai senatori presenti che il ddl in esame, contraddicendo le premesse, introduce nell’ordinamento giuridico un istituto para-familiare. Lo dimostra l’articolato che ripercorre pedissequamente, mutuandone spesso gli stessi termini, la struttura giuridica della famiglia. Lo dimostra l’inserimento delle norme proposte nel Libro I del Codice Civile, lo stesso che si occupa della famiglia. Lo dimostrano l’ufficializzazione del contratto davanti al Giudice di Pace e la creazione di un apposito Registro. Lo dimostra la creazione di diritti per i contraenti che comportano il sostegno e l’impegno per lo Stato nonostante tali contratti non debbano rivestire interesse pubblico o collettivo.

In sostanza i Cus riproducono il modello della famiglia facendo discendere dalla libera unione di due persone diritti simili a quelli derivanti dall’unione matrimoniale, senza prevedere obblighi precisi. Il risultato è che il soggetto debole della coppia finisce per non essere tutelato.

La questione - ha rilevato la delegazione del Forum - gira poi intorno a due interrogativi: “perché i Cus? e perché ora?”. La società civile infatti non richiede un riconoscimento delle unioni di fatto come attestano, senza tema di smentita, i registri anagrafici che, dove sono stati istituiti, sono rimasti clamorosamente vuoti. Anzi, è vero l’esatto contrario: la società civile si è espressa chiaramente contro ogni forma di riconoscimento delle unioni di fatto, scendendo in piazza lo scorso 12 maggio con dimensioni neppure lontamente confrontabili con “piazze” diverse.

Ed in ogni caso è questione di elementare ragionevolezza dare la priorità ad una politica familiare autentica e audace che il Paese non ha mai visto e che invece rappresenta la vera urgenza sociale. La proposta avanzata alla Commissione presieduta dal senatore Salvi è dunque di sospendere il dibattito sulle unioni di fatto concentrando le migliori energie del Paese sul welfare familiare che deve fare uno scatto in avanti fin dalla prossima Finanziaria in particolare su fisco ed educazione.

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