UNIVERSITA', UNA VOCE FUORI DAL CORO

16 novembre 2008

Ci sono sprechi dell'Università pubblica da eliminare. Ma quali sono i più gravi?

- Primo: le sedi distaccate proliferate negli anni, i corsi brevi nelle località più impensabili. Tutto ciò è nato non per volontà dei baroni (che non esistono più da anni...), ma per volontà del politico locale che voleva portare a casa un po' di voti creando una fucina di posti per amministrativi, tecnici e portaborse vari. I baroni (o chi li ha sostituiti) hanno ringraziato x tanta dissennnatezza e spreco di denaro pubblico e ne hanno approfittato per permettere (doverosi) avanzamenti di carriera a persone che da anni li affiancavano nella didattica e nella ricerca. La scelta di parcellizzare le sedi non è degli universitari, ma della politica clientelare. Chi fa davvero ricerca, sa che è necessario unire risorse umane e finanziarie.

- Secondo: i concorsi. Dato atto che alcune situazioni sono imbarazzanti, nella maggior parte dei casi, il concorso serve per dare finalmente una collocazione a qualcuno che (dopo la laurea, dopo 3 anni di dottorato di ricerca, dopo 4 di assegno di ricerca, insomma dopo anni di precariato sottopagato) non si vuole e non si può perdere perchè ha imparato a fare didattica e ricerca.

Vogliamo correggere il tiro? Aboliamo i concorsi. Ogni due - tre anni si compilano liste per i vari settori scientifici dove vengono iscritti coloro che hanno determinati requisiti (numero

di pubblicazioni internazionali, incarichi didattici, ecc.). Le Facoltà, in base alle loro risorse ed esigenze, chiameranno gli idonei. Ditemi in quale attività privata ci si basa solo sull'esito di un test prima di assumere qualcuno?

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Prof.ssa Elisabetta Ferro (x)

(x) Clinica Medica Veterinaria Università degli Studi di Milano - Sindaco di Bormio

Prof.ssa Elisabetta Ferro
Politica