ROMA: TARANTELLA PRODIANA IN FRICASSEA

Premessa. Stiamo ragionando nella probabile ipotesi che il Senato voti la fiducia al Governo mercoledì 28 febbraio quinto anniversario – che coincidenza – della cessazione del corso legale della lira, sostituita dall’€uro.

Altamente improbabile infatti una situazione diversa. Già nel 1998, il 9 ottobre il Governo Prodi 1° dopo quasi due anni e mezzo di attività veniva affondato in Parlamento perché qualcuno aveva sbagliato i conti, fidando dunque di reggere anche senza Bertinotti e i suoi. Sbagliati i conti anche il 21 febbraio, giorno delle Ceneri con la bocciatura dunque del Governo sulla politica estera.

Festa per i produttori di champagne. Prodi ha quasi svuotato le cantine con tutte le bottiglie che ha dovuto mandare dopo il voto negativo al Senato. Lo si definiva furibondo ma questo, comprensibilmente, era il frutto della tensione emotiva. Passato il raptus anche contro qualche suo Ministro la riflessione non può aver portato che ad una soluzione: rispolverare il famoso proverbio “Non tutto il mal vien per nuocere”. Anzi, quel voto ci voleva proprio. La dimostrazione che si è all’ultima spiaggia perché se cade il Governo si va ad elezioni, prima o poi non importa, ma si va. E il centro-sinistra non ce la farebbe. Di liberto è stato il primo a dare la linea dicendo di non essere autolesionista. Digerisco qualsiasi rospo pur di evitare di digerire quello più grosso di tutti: Berlusconi. Questo è il suo ragionamento ripreso dall’ala sinistra dello schieramento

Casse di Champagne anche da Berlusconi che aveva chiesto le elezioni sapendo che non ci si sarebbe andati. Non per il risultato. Sondaggi amici ma anche sondaggi di nemici danno il centro-destra tranquillamente vincente qualora si andasse alle urne. Due ragioni. Da un lato alle urne non si sarebbe andati in tre giorni. E col Governo più o meno tecnico avrebbe dovuto rinunciare a posizioni di vantaggio che oggi si ritrova. In secondo luogo il centro destra non è sicuramente pronto a governare di nuovo vista la politica di Casini, peraltro ora spiazzato da Follini, alcune incertezze e soprattutto i problemi sul tavolo. Vedasi il problema delle pensioni che fa imbizzarrire i Sindacati già con il centro-sinistra, figurarsi con il centro-destra.

Marco Follini é nato lo stesso giorno di Alice che sfonda vincendo nel 1971 il Festival di Castrocaro con la canzone “Tanta voglia di lei”dal titolo allusivo. Per la situazione politica presente si potrebbe infatti pensare a un “Tanta voglia di maggioranza”: Lui ha detto che va di là rispetto a dove ha preso i voti “per un nuovo centro-sinistra”. Han detto che è andato di là per avere un Ministero, quello della Turco. Una cretinata perché se Prodi è stato rinviato alle Camere Prodi deve presentarsi con il suo Governo (salvo sostituzioni successive). Vera un’altra cosa: un pochettino tanto di presunzione il pensare che il suo arrivo farebbe pendere la bilancia, sinora squilibrata a sinistra, verso il centro tornando da sinistra-centro a centro-sinistra. Che parlamentari siano andati da una parte all’altra non è una novità. Per Follini è un po’ diverso visto che si parla di uno che è stato Vicepresidente del Consiglio e leader di un Partito.

Torniamo al Governo. Cambia tutto dunque con i 12 punti di Prodi oltre al Convitato di pietra, vale a dire quello invisibile relativo ai DICO. Qualcuno del centro si è dichiarato soddisfatto che i DICO sono spariti dall’agenda di Prodi. Qualcun altro – come il Ministro s.ra Pollastrini – ha sostenuto invece che i DICO non ci sono perché il Governo in questa materia ha già fatto quel che doveva, e cioè la proposta che sta per iniziare il suo iter in Parlamento.. Chi ha ragione allora? Per parte nostra osserviamo semplicemente che essendo in discussione il DdL del Governo in una con altri 7, sulla parte che riguarda il Governo il Presidente della Commissione, ad ogni emendamento o proposta chiederà al rappresentante del Governo la posizione, appunto, del Governo. Si farà finta di niente? Ci si dimenticherà di andare? O si andrà e si troverà il modo di giustificare con Mastella e altri dissenzienti eventuali via libera a parti del provvedimento?

Ci sono poi, a raffica, gli altri problemi sui quali non c’è proprio una corrispondenza di amorosi sensi all’interno della maggioranza. Su tutto sovrasta l’imperativo categorico, priorità delle priorità: disponibilità a tutto pur di non far tornare il centro-destra al Governo. Non è il massimo, visto che in genere quello che conta è quello che si vuol fare e non le posizioni negative. Ma questo è quello che passa il convento, Tarantella Prodiana in fricassea…

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini
Politica