UN 25 APRILE A MILANO ALL’INSEGNA DELL’INTOLLERANZA FAZIOSA

Tre punti – La Moratti “in cerca di pubblicità” – La Moratti-contestazione – L’Osservatore Romano – I politici – Il peggio deve ancora venire – Serie B – Dachau, luogo di delizie? – Partigiani di Serie B – Mentalità stalinista -

I fatti di Milano richiedono qualche considerazione oggettiva pur considerando diversi il caso della bandiera israeliana bruciata e il caso della Moratti, con padre, contestata.

TRE PUNTI

1) In premessa osserviamo che non ci fosse stato il fuoco alla bandiera la contestazione a Letizia Moratti sarebbe stata sottotono cosa impedita dall’insieme, e dalla gravità, delle due cose.

2) Sul discorso della bandiera siamo alla barbarie. Cossiga ha commentato “Milano chiama Nassirya risponde” con una lunga dichiarazione obiettivamente sopra le righe anche se in questi casi la durezza non è solo spiegabile ma anche indispensabile. Va detto in ogni caso che si tratta di un ennesimo episodio che vede protagonisti gli estremisti di sinistra non isolati come dovrebbero. Basti pensare che il quotidiano Liberazione ha scelto la comoda via del “non c’ero e se c’ero dormivo”. Una scelta eloquente.

3) La contestazione alla Moratti, presente con il padre Paolo Brichetto Arnaboldi, medaglie d’argento e di bronzo alla Resistenza, deportato a Dachau.

LA MORATTI “IN CERCA DI PUBBLICITÀ”!

Taluni, anche autorevoli, hanno accusato il Ministro Moratti di essere andata “a cercare pubblicità”. Anche se le voci sono autorevoli si tratta di ragli d’asino che non salgono, come si sa, al cielo.

Non c’è nessuna posizione politica nel definire così la cosa, ma una considerazione oggettiva in quanto ragionare in questi termini vuol dire istigare a proseguire sulle strade sbagliate. Come avrebbe potuto infatti qualsiasi candidato-sindaco, ripetiamo qualsiasi, venir meno ad un dovere morale e disertare la celebrazione del XXV aprile a Milano? E lasciare a casa il padre che contrariamente ai contestatori che oggi godono, senza pagare pegno, i frutti del benessere, - anche di quello venuto nel 1945 per il 25 aprile, per l’8 maggio e per il 15 agosto/2 settembre -, aveva provato insieme ad altri 206.205 sfortunati, le delizie del lager di Dachau? E se queste fanfaluche le dicono persone autorevoli…

LA MORATTI-CONTESTAZIONE

Se a dar fuoco alla bandiera e a festeggiare l’improvvisato “forno” – gli incendiari pare che ignorino la storia e che di forni conoscano soltanto quelli delle pizzerie che frequentano – c’era un gruppo di estremisti definiti dal Console di Israele “fascisti di sinistra”, a contestare Letizia Moratti non erano quelli dei Centri Sociali o dei gruppi eversivi. La TV ha mostrato chiaramente che chi urlava e contestava era gente molto ben vestita, sicuramente non operai. Il centro-sinistra deve preoccuparsi di questo perché significa che c’è gente che continua a non capire niente. L’avversario politico è un nemico non una persona che ha solo idee diverse ed è difficile che uno possieda tutta la verità e l’antagonista invece sia un minus quam. Non è che questa caratteristica sia tipica solo del centro-sinistra, tutt’altro perché certi settori del centro-destra abbondano nell’ostracismo del “nemico”.

Il problema è che il centro-sinistra si sta preparando a governare e non c’è dubbio che queste cose mettono in difficoltà il manovratore e rendono non credibili le esecrazioni verbali quando sarebbe bastato a Milano, come succede nelle manifestazioni sindacali, che fosse intervenuto il servizio d’ordine interno magari con qualche autorevole esponente a far capire che questi comportamenti sono, come dice il Console, di “fascisti di sinistra”,

L’OSSERVATORE ROMANO

Ha stupito la durissima discesa in campo dell’Osservatore Romano il cui commento sarebbe da riprendere tutto se non fosse che ce lo impedisce il copyright. Alcuni brani sono comunque significativi: Il giornale parla di “due vergognosi oltraggi: a un anziano disabile reduce da un Lager nazista, padre del ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, e alla bandiera dello Stato d'Israele e a combattenti ebrei.

L'oltraggio … è tanto più riprovevole e disgustoso in quanto quell'anziano invalido incarna in se stesso, con il suo passato di partigiano pluridecorato e di deportato, i grandi ideali del 25 aprile.

E non meno grave e disgustoso è stato l'oltraggio alla bandiera d'Israele avvenuto pare da parte di ‘autonomi’ di estrema sinistra che prima avevano proferito frasi ingiuriose al passaggio in corteo in Piazza San Babila della ‘brigata ebraica’ che prese parte alla Resistenza”.

L’Osservatore Romano va oltre: “Ed è amaro aver dovuto constatare che le condanne e le prese di distanza per i due gravi fatti siano venute solo dopo, mentre sul momento non pare ci sia stata reazione adeguata”.

Il giornale infine cita anche l’episodio di Parma dove il sindaco Elvio Ubaldi, contestato da un centinaio di aderenti ad un Centro sociale, ha così replicato: "Qualcuno ha scritto che la Resistenza ha consentito anche ai fascisti di essere liberi: la vostra presenza ne è un esempio".

I POLITICI

Ovvie le reazioni a livello politico, con diversi accenti, ma tutte di condanna. Tutte? No. C’è anche chi si vergognava di dover prendere posizione e ha preferito il silenzio. E pensare che quel giornale si chiama “Liberazione”!

IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE

Il peggio deve ancora venire perché abbiamo appreso che ci sono partigiani di serie A e altri di serie B, se non C eccetera. Abbiamo appreso inoltre che ci sono deportati di serie A e deportati di serie B.

Questo incredibile puzzle non è il frutto di qualche estemporaneo zuzzurellone che vuol divertirsi con argomenti tremendamente seri. Nossignori. Queste enormità escono dalla bocca di un autorevole personaggio, il noto penalista avv. Gianfranco Maris, già deputato del PCI. Nato a Milano nel 1921 fu arrestato il 20 gennaio del 1944 a Lecco dalle SS per attività partigiana proprio mentre era diretto in Valtellina secondo gli ordini ricevuti. Dopo essere stato rinchiuso a Lecco Bergamo, Milano nel Carcere di S. Vittore, venne deportatp nel lager d'Italia: a Fossoli e poi a Mauthausen ea Gusen 1 (sottocampo di Mauthausen). Libertato dagli americani il 5 maggio 1945 da parte dell'esercito americano. La sua vicenda bellica, dalla Croazia fino alla prigionia, è raccolta in una testimonianza. Proprio per questo ci sarebbe da attendersi un comportamento del tutto diverso.

SERIE B

Invece no. Sul Giorno del 27 aprile, nel fascicolo “Lombardia”, troviamo “il peggio” che abbiamo ricordato prima. Sono due i punti:

1) Il papà della Moratti ha il torto di aver fatto il partigiano “nella Franchi, un’organizzazione legata agli inglesi che non aveva rapporti con la Resistenza italiana, era il Gruppo di Sogno”.

2) “Fu deportato a Dachau, che non era certo Mauthausen”.

DACHAU, LUOGO DI DELIZIE?

Per quanto riguarda questo secondo punto vale la pena di dare qualche notizia riprendendola tal quale di un saggio in merito “Il bilancio dei prigionieri di Dachau è impressionante: il totale dei detenuti passati a Dachau è di 206.206 anche se la cifra non è del tutto certa in quanto molti prigionieri non vennero registrati o si prese il numero di altri prigionieri. Il numero dei morti è di 30.000 circa. Secondo la ricerca internazionale di "Arolsen" a Dachau morirono 27.734 persone durante la prigionia e 1.704 deceduti dopo la liberazione per un totale di 29.438 morti. Stime però sicuramente per difetto. Pochi giorni prima della liberazione, avvenuta il 29 aprile 1945, il numero di detenuti era di 67.665 (30.442 nel campo centrale di Dachau e 37.223 nei campi filiali, sorti intorno al 1942). Gli italiani erano 3.388. Secondo l’ineffabile commento dell’avv. Maris dunque si trattava “solo” di Dachau, come se fosse un luogo di delizie…

PARTIGIANI DI SERIE B

Il primo punto è molto grave. Ha rischiato la vita. Ha svolto un ruolo importantissimo, certamente molto più importante di quello dell’avv. Maris, perché il collegamento con gli Alleati era essenziale, tanto più che è storicamente acclarato che se politicamente il ruolo della Resistenza è stato rilevante, sul piano militare la Liberazione la dobbiamo agli Alleati. Ma era “della Franchi”, ma era “con Edgardo Sogno”. Partigiano di serie B, se basta. Una medaglia d’argento e una di bronzo non gliel’hanno certo regalate…

Eppure il 26 giugno 2002, comunicato ufficiale della Presidenza della Repubblica, “Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi”, uomo della Resistenza, aggiungiamo noi, “ha ricevuto al Quirinale una delegazione di appartenenti all'organizzazione partigiana ‘Franchi’, accompagnata dal Coordinatore Reduci, Dott. Paolo Brichetto Arnaboldi.”….

Eppure si tratta di chi il 25 aprile di tre anni fa era nella trasmissione RAI 2 EXCALIBUR, in prima serata. Con Antonio Socci, c’erano il Ministro Buttiglione, il coordinatore della Margherita Franceschini, il senatore Ds Salvi, il segretario socialista De Michelis, il professor Giorgio Israel, Francesco Confuorti, e, appunto, in collegamento da Milano l’ingegner Paolo Brichetto Arnaboldi comandante partigiano…

MENTALITA’ STALINISTA

Il punto è molto grave non tanto con riferimento alla persona, che può guardare l’avv. Maris dall’alto delle sue medaglie (nel senso di ciò che rappresentano e delle ragioni che le hanno determinate). E’ grave con riferimento alla mentalità totalizzante, stalinista, quella stessa mentalità che dopo il 25 aprile aveva portato le frange estreme, e non solo in Emilia-Romagna, a degenerazioni che tutto sommato è stato bene per le generazioni successive non siano emerse vistosamente.

E con questa mentalità poi che l’avv. Maris condanna chi brucia le bandiere ma poi fa il distinguo perché l’attacco non era alla brigata partigiana ebraica ma allo Stato d’Israele e alla sua politica. Ultime nove righe dell’articolo, una cosa dell’antica realtà romanzesca. Capito che mentalità?

Per quanto riguarda poi la contestazione a Letizia Moratti l’avvocato dice che ha scelto di partecipare proprio mentre è candidata a Sindaco. Ma se la candidata fosse andata al mare il 25 aprile senza partecipare alla manifestazione, apriti cielo, cosa avrebbero detto in tanti, magari avv. Maris per primo? C’è andata, e come hanno detto in tanti a cominciare da Prodi, ha fatto bene.

ARCHIVIARE

Con i problemi che ci sono la cosa migliore sarebbe certamente quella di archiviare se non fosse che sono diversi i segni quantomeno di una tensione in estremità che può provocare guai. Non è incoraggiante, per fare un esempio, quanto succesde in Comune a Bologna. Il Sindaco Cofferati, “il duro della CGIL”, è impegnato giustamente da tempo sulla linea della correttezza istituzionale e del rigore in piena polemica con Rifondazione che difende i no-global.

L’interesse del Paese vuole che si archivi, ma l’interesse del Paese vuole anche che le teste abbastanza vuote dentro e calde fuori non abbiano diritto di cittadinanza all’interno delle forze parlamentari.

GdS

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