Guerra. La CGIL, dicendo "nè con Saddam né con Bush" fa un grosso favore a Saddam. Contenti i suoi iscritti... Ma lo sono proprio?

di Red

La democrazia, si diceva, è il peggiore dei sistemi ma
l’unico possibile, esige il numero dispari ma in qualche
occasione tre è troppo. In democrazia c’è spazio per tutte
le opinioni, anche quelle fantasmagoriche, per non usare
altro termine. A questa categoria appartengono senz’altro le
dichiarazioni della CGIL. Diciamo così perché quando il
leader di una grande organizzazione si pronuncia i casi sono
due, o l’organizzazione è d’accordo con quel che dice il suo
capo, o non è d’accordo e in tal caso provvede alla
sostituzione. La frase, molto commentata, “né con Saddam né
con Bush”, al di là dei bizantinismi di chi ha voluto fare
l’interprete delle idee del Capo nel tentativo di attenuare
la scontata serie di critiche, è chiarissima nel suo
lapidario significato. Mettere sullo stesso piano il
Presidente di una democrazia, di quella che ha risparmiato
anche al signor Epifani, un avvenire all’insegna della croce
uncinata, della dimostrazione di essere di razza ariana,
delle genuflessioni al sommo caporale tedesco di nome
Adolfo, e successori dello stesso stampo, è una cosa
democraticamente abominevole. Noi siamo stati fin
dall’inizio ferocemente contrari a questa guerra. Ne abbiamo
illustrato le ragioni, continuiamo a sottolineare i
clamorosi errori fatti, evidenziamo una serie di aspetti
negativi ma non riusciamo neppure lontanamente a capire come
il leader di una organizzazione che ha nella sua storia i De
Vittorio piuttosto che i Lama, sprofondi a tal punto.

Facendo, di fatto, un grosso favore a Saddam.

Non entriamo neppure nel merito del confronto ma facciamo
un’osservazione: cosa avrebbe detto Epifani se qualcuno
avesse messo sullo stesso piano un tiranno sanguinario come
Stalin e l’on. Berlinguer, segretario del PCI? O Pinochet e
Mitterand?

C’è infine un aspetto politico - che riguarda i politici e
non certo il giornale che tiene una linea di obiettività, ma
è tale la cosa da meritare di essere comunque appuntata -.
Dopo una simile dichiarazione l’on. Berlusconi si dovrebbe
sentire in dovere di far avere al dr. Epifani una cassa di
bottiglie di Champagne, Magnum naturalmente. Non vi è
infatti chi non veda che fantasmagoriche dichiarazioni di
questo tipo sono ad un tempo un siluro ad un Ulivo già non
certo in buona salute per conto suo e un regalo d’oro su un
vassoio d’argento alla maggioranza. Già ai tempi questa
linea aveva indicato Moravia (“né con lo Stato né con le
Brigate Rosse”) ma in quel caso se non altro c’era
l’attenuante della senilità. Per Epifani non c’è neppure
questa.

A conclusione una domanda: ma gli iscritti alla CGIL sono
proprio d’accordo con il loro leader?
Red


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