Guerra. La cinica contabilità (con i primi irakeni "liberati"). La contabilità che conta: finalmente é l'ora del business!

di Red



LA CONTABILITA' DELLE CASSE DA MORTO

Contabilità cinica.

Abbiamo dunque sentito dal Generale-Capo che al 1 aprile si
era arrivati a 700 missili e 9000 bombe di precisione
(tragica ironia usare questo termine, al pari dell’idiozia
di chiamarle “intelligenti”), salite a 12.000 due giorni
dopo, un dato comunque in continua ascesa, per la felicità
di managers e azionisti delle aziende che le producono che
vedono lucrose commesse intense assicurate per lungo tempo.
E’ andata bene all’Irak, sia ai pro-Saddam che ai
contro-Saddam che soprattutto alla povera gente, che le cose
siano andate come sono andate. Erano infatti partiti dagli
Stati Uniti gli ultimi “gioielli” della tecnologia militare,
le bombe chiamate Moab (Massive Ordnance Air Blast),
sperimentate appena lo scorso 27 marzo in Florida. Bombe da
10 tonnellate, a guida satellitare con un software
d’avanguardia, un prodotto della società di cui era magna
pars il Segretario di Stato alla Difesa Rumsfeld, la Lockeed,
con un potenziale distruttivo incredibile, tanto che
l’esplosione dà vita a qualcosa di simile al fungo atomico.
Bombe che tranquillamente possono essere considerate vere
“armi di distruzione di massa”.

Sta comunque il fatto che l’asserita precisione delle bombe
“intelligenti” ha lasciato a desiderare in numerose
circostanze, e per stare solo a quelle che si sanno.

Era stato trionfalmente comunicato alla vigilia che i nuovi
ordigni sarebbero stati non solo molto più potenti ma anche
straordinariamente più precisi in modo da assicurare una
“guerra chirurgica” con risparmio di vittime civili. I casi
sono due: o questo era un bluff e l’affidabilità di queste
armi non era affatto quella descritta oppure sono gli
armieri i responsabili di tanti disastri. Disastri che sono
massacri veri e propri, oltre che di inermi civili irakeni
persino di americani ed alleati dato che non bisogna aver
paura a chiamare le cose con il loro nome.

Qualcuno puntualizza rilevando che gli errori sono un dato
statistico. Fosse così non si dica che non lo si sapeva
prima, che non era stato preventivato, ed allora i massacri
vanno ascritti al previsto.

Sta il fatto che i chirurghi cui, con il totale appoggio dei
falchi, erano state affidate le operazioni pensando che
usassero il bisturi in realtà hanno usato "ascia e sigurello",
persino nei confronti di commilitoni.
In questo modo sono riusciti a "liberare" anzitempo
dall'oppressione di Saddam tanta di quella gente inerme,
specie donne e bambini, che
nulla aveva più da temere essendo in tal modo finita
sottoterra.
Un numero altissimo di famiglie – qualcuna anche
americana ed inglese – è stata liberata, controvoglia, dalla
presenza di un familiare. Al migliaio (e rotti – ndr -) di
civili massacrati va infatti aggiunto il numero non noto ma
certamente di tante migliaia, di soldati, sia di quelli
fedelissimi di Saddam che di quelli con la divisa indossata
non per scelta come capita ai nostri soldati di leva.


L'ALTRA CONTABILITA'

L'altra contabilità é già cominciata. Per ora con i primi
appalti per il porto e opere complementari. Poi via via con
il resto, ma evidentemente dietro le quinte qualcosa si é
già mosso sul fronte che conta, quello del petrolio. Lo
lascia intendere la discesa in campo della Lukoil, la
maggiore compagnia petrolifera russa, con alla testa Vagit
Alekperov già viceministro sovietico per il petrolio, che é
uno dei maggiori proprietari mondiali di riserve provate di
greggio (con 13,5 miliardi di barili) e come il quarto
maggior produttore del globo (75,6 milioni di tonnellate nel
’99, circa il 24% della produzione russa).

Compagnia inoltre che da poco é divenuta proprietaria sulla
costa atlantica USA di 1.300 distributori, che rappresentano
il 4% del mercato.
Dichiarazione di
fuoco la sua relativa al ricorso a tutte le sedi
internazionali ove si pensi di toccare i contratti che ha
con l'Irak.

Si spara ancora, si saccheggia, si cerca Saddam, ma intanto,
finalmente, é giunta l'ora del business. Visto che gronda
sangue, tanto, l'auspicio é che l'Italia se ne stia fuori e,
se c'é da andare in Irak, ci vada per fare quello che ai
business-men interessa di meno: ospedali, orfanotrofi (ne
occorreranno tanti) e simili.
Red
                     



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