Prodi: i cattolici vogliono giustizia

di "Papaboys"

Nasce la nuova costituzione
europea, e nasce senza la sua radice cristiana. A noi
Papaboys non sta bene! Non ci basta un riferimento
simbolico, tanto per accontentarci, non ci basta essere
menzionati! Noi cattolici, caro Presidente Prodi, e tu ne
sai qualcosa, abbiamo contribuito a costruirla questa
Europa, in duemila anni di storia vissuta sul campo, di
impegno costante alla moralità, alla crescita, anche con
sangue sparso e non in pochi mesi che ti hanno portato a
guidarla, anche con il voto di alcuni nostri fratelli. E
quindi, nella Costituzione Europea, si deve parlare di
questo profondo senso di civiltà che nasce anche dal nostro
impegno!


NON VOGLIAMO ESSERE ACCANTONATI in nome del potere o del
business che la politica, irrimediabilmente porta a
intrinsecarsi nell’attualità di un’assemblea costituente.
Troveremo il modo di ricordartelo, ed in più di una
occasione! Ricordiamo la visita al Papa per parlare della
nuova Europa: Dal Nuovo (30 NOVEMBRE 2001). “C’è stato un
vertice importante in Vaticano la mattina del 30 novembre
perché Romano Prodi, dopo aver avuto un colloquio di
venticinque minuti con il Papa per discutere del futuro
dell’Europa e del suo allargamento a Est come del ruolo
delle Chiese in questo processo, ha approfondito questi temi
in successivi incontri con il Segretario di Stato, cardinale
Angelo Sodano, e con il ministro degli esteri monsignor
Jean-Louis Tauran. Prodi ha pure riferito della sua recente
visita in Terra Santa per la quale il Papa ha appena
convocato in Vaticano una riunione dei Patriarchi cattolici
della regione insieme ai presidenti di alcune Conferenze
episcopali al fine di contribuire a sbloccare la sempre più
allarmante situazione. Le conversazioni che Prodi ha avuto
con il Papa e con gli altri interlocutori, come ha precisato
il portavoce vaticano Navarro-Valls, hanno riguardato le
“priorità dell’Unione europea, in particolare il processo di
riforma dei Trattati dell’Unione e il suo allargamento a
nuovi membri”. Va ricordato che il Papa, in questi anni, ha
continuamente esercitato la sua pressione perché il futuro
dell’Europa sia, prima di tutto, politico, nel senso della
partecipazione democratica dei popoli dall’Atlantico agli
Urali alla sua costruzione, e sia, perciò, “la politica a
guidare l’economia e non viceversa”. Concetti che Giovanni
Paolo II ha ribadito a Prodi sottolineando, contestualmente,
“il contributo che possono offrire le Chiese in Europa e la
necessità del loro adeguato riconoscimento giuridico
all’interno dell’ordinamento dell’Unione”. In sostanza, la
Santa Sede chiede quel riconoscimento giuridico all’interno
dell’Unione europea come lo ha avuto, finora, all’interno
dei singoli Stati europei. La Santa Sede non aveva accolto
con soddisfazione, per il non esplicito riferimento al
cristianesimo per il ruolo avuto nella formazione
dell’Europa, l’abbozzo della Carta approvato a Nizza e che
ora dovrebbe essere definita dall’apposita Commissione per
la quale è candidato alla presidenza anche Giuliano Amato.
Prodi ha, però, rassicurato il Papa che la Carta, in quanto
integrerà i Trattati, fra cui quello di Amsterdam, farà
riferimento al cristianesimo ed alle Chiese dell’Europa fra
cui la cattolica, l’ortodossa e le riformate. Anzi, il
contributo delle Chiese cristiane sarà importante anche per
combattere il risorgere di esasperati etnonazionalismi e del
terrorismo.”


I cattolici avevano preso con te, caro Presidente Prodi un
impegno, che per ora non hai mantenuto, provvedi, perché
verrà a mancare sul più bello, il nostro appoggio.
Papaboys


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