Cimitero istituzionale: Province, Camere di Commercio, Prefetture e Questure ecc.

Un pellegrinaggio laico tra le macerie di una democrazia alluvionata. E fra due mesi si vota per quella specie di Ente che dovrebbe sostituire la Provincia!!!

Da chiudere

Partiamo da un epitaffio. Il CNEL è già morto e per la verità nessuno lo rimpiange tranne chi in Villa Lubin, prestigiosa sede romana, ci va o per l'incarico che ha o perchè lì lavora. “Il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualitativa. È organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge. Ha l'iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge”. Tutto questo lo afferma la Costituzione, articolo 99.
Non serve a niente per cui, se le riforme vanno avanti, è, giustamente, morto. E partiamo da qui per dimostrare obiettività di giudizio sia quando si dice “da tenere”, che quando si dice “occorre cambiare” sia infine quando si recita il 'De Profundis'.

Da cambiare
Seguiamo 'la filiera'. Le Camere di Commercio. Che sono? "Enti pubblici dotati di autonomia
funzionale che svolgono, nell'ambito della circoscrizione territoriale di competenza, sulla base del principio di sussidiarietà di cui all'art. 118 della Costituzione, funzioni di interesse generale per il sistema della imprese, curandone lo sviluppo nell'ambito delle economie locali".
Per Renzi non servono e quindi bisogna chiuderle o ridurle a tanto poco che a quel punto è sì veramente meglio chiuderle. Anche qui senza distinguo e generalizzando. Se ce ne sono in giro per l'Italia con una presenza notevole di girapollici (quello che fa chi ha niente da fare, incrociando le 4+4 dita mentre un pollice gira attorno all'altro con qualche pausa per invertire il senso di rotazione) e ce ne sono non devono andarci di mezzo tutti compresi quelli, come è il caso di Sondrio, dove la Camera di Commercio è sempre stata organismo vitale ed utile al sistema economico, Si chiudono i battenti? Pura follia, come il discorso delle Province che d'altronde era prodromico al resto. Province cioè come cavallo di Troia per fare piazza pulita dell'esistente. Chi vuole può andare a leggere il nostro giornale che tutto quello che sta succedendo a livello istituzionale l'aveva esattamente previsto, come molti altri mentre a Roma nei due rami del Parlamento valeva il detto “non c'ero e se c'ero dormivo” (in fin dei conti “mors tua vita mea” e se per salvarsi occorre la testa di qualcuno meglio le altre, nella fattispecie le Province e il resto. No?

Non capacità profetiche ma semplice uso delle meningi
Non per capacità profetiche ma perchè s'era considerato il disegno, un disegno di forte carattere centralistico e, inevitabilmente, tecnocratico. La democrazia cede il passo, i partiti non esistono, i politici subiscono e Renzi gioca le sue carte, peraltro notevoli, soprattutto sul ritmo. Rispetto ad un iter di qualsiasi provvedimento regolarmente condizionato da una pigrizia endemica e nella logica del fare domani quel che oggi è noioso fare lui ha introdotto una variabile, quella della velocità. E' come scendere dalla montagna ed essere in un gandone dove si corre forte staccando il piede da una sasso prima che quello si metta in movimento.

I 3000 che erano circa un quarto. E tutti zitti
Basta, del resto, vedere come è andata per le Province quando lui ha sostenuto che mandava a casa 3000 amministratori provinciali risparmiando 3000 stipendi. Non era vero, non è vero perchè l'indennità la prendevano solo Presidenti, della Giunta e del Consiglio e assessori ma non i consiglieri. Di fronte al falso su 945 parlamentari, esclusi quelli a vita, nessuno ha contestato l'evidentissimo falso. Basta correre, teoria della locomotiva, del resto usata in passato anche in provincia: avviare la locomotiva e lanciarla al massimo, i vagoni non possono fare altro che seguire, con la sola avvertenza in accelerata di non strappare perchè in tal caso si corre il rischio che i ganci si rompano.

Da chiudere (tante). Da tenere quelle “virtuose”
Via le partecipate dei vari Enti locali. Siamo arrivati ad oltre 8000, cosa folle ma cosa ancor più folle è, secondo quanto dichiarato, il fatto che la maggioranza sia in deficit. Chiuderle ma senza generalizzare perchè se ce ne sono tante che funzionano male benvenuta la scure ma da ricordare che ce ne sono invece che funzionano perfettamente. E ce ne sono: basta vedere quelle valtellinesi. Giù le mani da queste aziende!

Cambiare non ghigliottinare
Via le Prefetture. Lasciarne 20 e quindi solo nei capoluoghi regionali: altra follia: una Prefettura nel Molise e ad Aosta come una per la Lombardia che ha una popolazione che è 76 volte quella aostana e 31 volte quella molisana. E questo discorso va avanti con gli altri uffici statali, con le Questure, con i Comandi provinciali delle varie Forze dell'Ordine od equiparate. Non siamo d'accordo con il referendum della Lega di soppressione delle Prefetture, e consecutivamente delle Questure (con gli altri sì come tante persone, persino gente di dichiarata fede di sinistra), quantomeno nel caso della nostra provincia che si sviluppa su un arco di 200 km di Alpi. 5 i transiti di confine (Spluga, Maloia, Bernina, S. Maria, Livigno tunnel) e una serie di attraversamenti che non sempre vengono valutati. Un esempio, sia pure di limite: Tizio arriva a Chiareggio una domenica quando ci sono centinaia e centinaia di auto, Parcheggia là in fondo e poi comincia a salire, zaino in spalla magari non da solo, magari con la mazza da cercatore di cristalli. Passa l'Alpe Oro e in tre ore è al Passo del Muretto, confine di Stato, da cui in lunga e facile discesa si scende al Maloia. E' uomo robusto e ha portato sulle spalle 33 kg di peso.  Non sono cristalli ma banconote e precisamente 30mila banconote da 500 € per un totale di 15 milioni di €uro pari a circa 29 miliardi di lire di una volta. Siamo una zona nella quale un tempo ”si avevano scambi commerciali atipici, propri delle zone di confine”, soprattutto caffè e sigarette, e, in teoria, oggi potrebbero passare mimetizzate  altre merci, non certo angurie, cavolfiori, libri eretici come un tempo...

Noi, confine d'Europa
Al di là della forzatura resta il dato di fondo di una provincia il cui territorio a nord è per lunghissimo tratto confine non solo di Stato ma dell'Europa visto che AL DI LÀ C'É UN PAESE EXTRACOMUNITARIO, l'unico fatti salvi solo i Paesi dell'Est, con sue leggi e regole, con sua attrattività, con capacità concorrenziale e via dicendo. Un Prefetto domani a Milano, con gli abituali interlocutori (Questura, Comandi delle Forze dell'Ordine, riferimenti locali) viene ad essere lontanissimo dal territorio e il territorio non può non risentirne. Non è comunque il caso particolare che conta. E' l'organismo complessivo che viene ad afflosciarsi in una sorta di contrappunto. Da un lato si punta sulle aree metropolitane, per loro natura a vocazione centralista e concorrenziale con le Regioni, cosa che a Roma non dispiace. Dall'altro resta un microcosmo da prendere con le pinze ma, poco alla volta, da sbriciolare con provvedimenti parziali successivi visto che la gente non ne vuol sapere di perdere il proprio Comune, la propria identità, la propria storia. Troppo sordi a Roma, ma STRUTTURALMENTE DEFICITARI per le ragioni che esporremo avanti. Troppo intenti a guardare il perimetro tra il Pantheon, Palazzo Chigi e Monte Citorio, e quindi incapaci di guardare a chi fa meglio di noi, anzi chi ha il massimo di considerazione per l'efficienza della Pubblica Amministrazione. Stiamo parlando della Francia che non è così folle da smantellare una organizzazione che ha come punto di forza l'Ente analogo alle nostre Province come invece stiamo facendo noi. Di un Paese che va benissimo pur avendo non gli 8100 Comuni italiani (qualcuno di meno per via delle recenti, pochissime, fusioni) ma la bellezza di 36568 (a fine 2011, territorio metropolitano Oltremare esclusi)

Va chiuso
Il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualitativa. È organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge. Ha l'iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge.

Non vanno chiuse ma cambiate
Camere di Commercio, " Enti pubblici dotati di autonomia funzionale che svolgono, nell'ambito della circoscrizione territoriale di competenza, sulla base del principio di sussidiarietà di cui all'art. 118 della Costituzione, funzioni di interesse generale per il sistema della imprese, curandone lo sviluppo nell'ambito delle economie locali".

Dal loro sito: “Protagoniste nell’universo delle economie locali, le Camere di commercio costituiscono un importante punto di riferimento per i settori produttivi, sia nel panorama nazionale che in quello internazionale. Le Camere, che sono definiti enti autonomi di diritto pubblico dalla legge 580/93, sono al centro di una fitta rete di organismi che lavorano con istituzioni, enti e associazioni, garantendo servizi, strategie di sviluppo e progetti, per una crescita equilibrata dell’economia.
La rete del Sistema camerale in cifre: 105 Camere di commercio, 1 Unione italiana, 19 Unioni regionali, 16 Società di sistema, 66 Camere arbitrali, 103 Camere di conciliazione, 21 Laboratori chimico-merceologici, 38 Borse merci e Sale di contrattazione, 146 sedi distaccate per l’erogazione di servizi sul territorio, 144 Aziende speciali per la gestione di servizi promozionali e infrastrutture, 607 partecipazioni con altri soggetti pubblici e privati in infrastrutture, 9 Centri per il commercio estero, 65 Eurosportelli, 74 Camere di commercio italiane all’estero, 32 Camere di commercio italo-estere”.
Da noi sono anni che la CCIAA 'fa rete' con l'apparato istituzionale della provincia, oltre ovviamente ad essere sintesi delle forze economiche e, in parte, sociali.  Chi lo farebbe domani?

STRUTTURALMENTE DEFICITARI, in parola povere “non ci arrivano”
Dianzi si diceva” Troppo sordi a Roma, ma STRUTTURALMENTE DEFICITARI”. Riguarda tanti, a cominciare dagli entusiasti. Pochi giorni fa sono venuti da Belluno e Verbania due deputati che vedono bene la riforma Del Rio e puntano molto

Comune - Provincia
--- Amministratore comunale. Siamo alle fondamenta, il primo riferimento della comunità con un rapporto diretto, analitico, circostanziato. La gente dunque. Ruolo di coesione sociale.
--- Amministratore provinciale. Siamo alle fondamenta dell'organizzazione territoriale con un rapporto mediato ma gerarchico. Non con la gente direttamente ma con il livello comunale sempre nel principio di sussidiarietà ma con una opzione ben precisa, il territorio appunto (per territorio non si intende soltanto il dato geografico ma in una con questo, e su questo, tutto l'intreccio di relazioni che la logica di sintesi porta a compimento). Ruolo di governo.

Tutto l'impianto della legge Del Rio e di ciò che l'ha preceduta è fortemente condizionato dal primo punto. Basta vedere le prime proposte, le successive, il dibattito. C'era una fortissima incomprensione, perdurante anche se i sostenitori hanno dovuto arrendersi di fronte all'evidenza che certe funzioni non le potevano fare né Regioni né Comuni. Il territorio  convitato di pietra. Il frutto è un aborto istituzionale che obtorto collo de mantenere un Ente di maglia larga di cui non si può fare a meno, ma di fatto di stampo consortile in una perversa logica di controllori-controllati. Già perchè la pianificazione di maglia larga non può essere passata alle Regioni, quantomeno a quella lombarda, impossibile a gestirsi. La farà, come ora, questo Ente i cui amministratori sono i i Sindaci che da una parte fanno il loro PGT passandolo al nuovo Ente e dall'altra vanno dall'altra parte del tavolo per dare o non dare l'OK! Non si dica che in un caso del genere il Sindaco uscirà dalla seduta perchè è la logica complessiva che viene meno. La logica di governo, l'azione di governo in un cestino,
Non è colpa loro, di questi entusiasti parlamentari. Sono cresciuti in tempo in cui sono venute meno la formazione e la selezione della classe dirigente che i Partiti, almeno i maggiori coltivavano, almeno qui in Valtellina. Nessuno di quelli venuti a Sondrio sembra essersi posto questo tipo di problema che comunque mina alla base l'aborto che è stato prodotto. Non si sottrae a questo condizionamento dell'aspetto amministrativo su quello territoriale neppure il sen. Del Barba che pure ha dimostrato capacità, professionalità e di muoversi bene a Roma. Non è una colpa, è un portato del tipo di formazione nella quale non vi è stata una esperienza di azioni di governo. Stiamo facendo un discorso apertis verbis, possiamo essere contraddetti e criticati ma è giusto che quel che si pensa lo si dica. Il confronto è lievito di crescita. E nel confronto vale la pena di attingere a chi invece le esperienze sui due versanti le ha fatte entrambe, Ci riferiamo all'ing. Marchini – che a 18 anni andava a prendere appunti a Cosio del comizio dell'on. Zappa... - che ha avuto il rapporto con la gente da Sindaco, e con il territorio da Presidente della Provincia. Il sen. Del Barba si confronti con lui che oltre a tutto è dello stesso schieramento politico, pensi all'azione di governo e veda come si possa uscire dal ginepraio Del Rio con facile battuta più che Rio fiume in pericolosa piena.

Ma lo status speciale?
L'entusiasmo rischia di non far vedere i limiti del 'privilegio' concesso a Sondrio, Belluno, VCO. Risultato notevole certo, tale da poter essere fatto valere in situazioni da 'de jure condendo' future o in sedi giurisdizionali. Ma limiti ci sono che rischiano di diventare fregatura

Rischio di fregature
I rischi sono due
--- Il privilegio concesso alle tre Province vale fino a quando le Province esistono. Dopo la doppia lettura in Parlamento del DdL di soppressione non ci sono più le Province e quindi neanche il privilegio (hanno la forza i parlamentari entusiasti di introdurre il Costituzione lo status speciale per Sondrio, Belluno, VCO ???
--- Il secondo riguarda i contenuti dei privilegi. Non ce li dà lo Stato che invece dice alla Regione di darceli, in particolare per le materie 'di legislazione concorrente', ossia di quelle che sono ora di competenza sia di Stato che di Regione. Piccolo particolare: nella riforma in atto si sta andando nella direzione di ridurre al massimo le materie che devono passare sia da Milano che da Roma, un bis che determina contrasti, perdita di tempo, danni ai cittadini. Non è che restiamo col cerino in mano?

Calendario
il 19 agosto, anniversario della battaglia delle Termopili quando i pochi, (come i valtellinesi), sconfissero i tanti (come i valtellinesi?), il Presidente della Provincia dovrà decretare l'indizione dei comizi e la costituzione dell'Ufficio elettorale che sarà composto da sei dipendenti della Provincia. 10 giorni dopo dovrà essere pubblicato il numero degli elettori (se non ci saranno modifiche 907).
Dalle 8 alle 20 del sette settembre e dalle 8 alle 12 dell'8 settembre presentazione candidature.

Fra 62 giorni le candidature
Due mesi in sostanza, ferragosto compreso – per arrivare a presentare i candidati. In teoria per presentarsi con programmi, idee, prospettive. Per inciso naturalmente gratis, un provvedimento assolutamente democratico visto che consente di fare il Presidente della Provincia a ben tre file di persone di cui a seguire.

Chi può fare il Presidente della Provincia?
--- un ricco;
--- un pensionato preferibilmente da 'pensione d'oro' che si paga persino l'assicurazione;
--- un mantenuto da parte di privati o società (senza contropartite? Chissà).

Era ora. Basta con la troppa democrazia!
Cosa giustissima questa scelta romana perchè in questo modo si impedisce a milioni di lavoratori di perdere tempo dal lavoro, si compie una benefica profilassi sociale dando da fare qualcosa a pensionati senza alternative, si trasferisce l'ufficio dalla società privata a Palazzo Muzio, evitando poi il fastidio e la spesa ogni 5 anni di dover fare le elezioni, un fastidio da superare come per i parlamentari che provvidenzialmente vengono scelti a tavolino da pochi leaders che così evitano spese di campagne elettorali, dibattiti, vita di partito e simili ammenicoli propri della Prima Repubblica.
E, finalmente, si smette con la troppa democrazia dato che, come si sa, il troppo stroppia e dà fastidio ai manovratori, non importa di quale tram siano alla guida.
a.f.

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