Sondrio. Ufficializzato Comitato per il SI

SONDRIO, UFFICIALIZZATO IL COMITATO CIVICO PER IL Sì AL REFERENDUM
Anche nel capoluogo continua la mobilitazione dei cittadini a favore della riforma costituzionale

Il comitato nasce per iniziativa di diversi cittadini del capoluogo ed ha eletto come coordinatore Chiara Pozzi, giovane mamma lavoratrice, laureata in Scienze della Formazione: “Abbiamo fondato questo comitato con una chiara ispirazione civica: non ci interessano le polemiche politiche.” ha dichiarato Chiara Pozzi. “Crediamo in questa riforma perché vogliamo maggiore efficienza e rapidità, per garantire stabilità istituzionale, per aumentare la partecipazione democratica. Il nostro impegno fino al 4 dicembre sarà rivolto a raggiungere più persone possibili per spiegare il contenuto della riforma costituzionale e le ragioni del SI. Per chiunque voglia aderire o collaborare con il nostro Comitato, aperto a tutti, è possibile contattarci tramite la pagina facebook “Comitato per il sì - Valtellina e Valchiavenna” o attraverso la mail comitatosondrio.perilsi@gmail.com.”

“La riforma costituzionale introduce moltissimi aspetti positivi: in particolare vorrei soffermarmi sui vantaggi per i cittadini e gli incentivi alla partecipazione popolare in merito all’attività legislativa” ha dichiarato Pozzi. “Su tutte, credo che la più importante sia l’obbligo di discussione, da parte del Parlamento, delle proposte di legge d’iniziativa popolare per la quale vanno raccolte 150mila firme. Ad oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, queste proposte di legge non vengono discusse nemmeno dalle commissioni parlamentari, ma vengono “dimenticate” nei cassetti. Grazie alla riforma costituzionale il Parlamento sarà obbligato a tenerle in considerazione e ad avviare la loro discussione, prendendo pertanto in carico le richieste espresse dai cittadini.”

“Molto interessante anche la nuova disciplina del referendum: oltre a quelli abrogativi vengono introdotti anche i referendum propositivi e di indirizzo.” ha concluso Pozzi. “Ai cittadini è dunque dato un potere concreto di proposta e non più di semplice “censura” rispetto alle scelte dei loro rappresentanti in Parlamento. Per richiedere l’indizione di un referendum serviranno sempre 500mila firme, ma qualora la mobilitazione raggiunga un numero maggiore di persone (almeno 800.000) diventerà più semplice raggiungere il quorum affinché la consultazione sia valida: dovrà recarsi a votare non più la metà degli aventi diritto al voto - quindi il 50% più uno del corpo elettorale, ma solo la metà dei votanti alle ultime elezioni politiche e dunque circa il 37%. Tutte queste misure permetteranno quindi di rafforzare la partecipazione popolare, restituendo la centralità dei cittadini all’interno del processo legislativo.”

Adesso basta un SI. Adesso serve anche il vostro SI.

 

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