Vogliamo il ritorno dell'Aler. Si legga l'intervista del Commissario

Se tutto funziona bene, come dice il Commissario e come del resto sappiamo noi,perchè dobbiamo dipendere da Como e da Lecco?

Ci perviene l'intervista al dr. Mendolicchio Commissario Straordinario alla tri-Aler derivata dalle Aler di Sondrio, Lecco e Como per il quale si è più forti insieme. Le competenze, dice, saranno condivise, Sondrio spicca per qualità dei servizi e, per quanto riguarda il personale resteranno tutti e nessuno verrà trasferito. Nel pubblicarla, sinora non l'ha fatto nessuno e può darsi che siamo minoranza a sostenerlo, aggiungiamo un messaggio: l'Aler deve tornare a Sondrio.

Sinora non ha operato bene ma benissimo e non c'è chi non lo abbia riconosciuto. L'organizzazione deve restare come prima, a quel che abbiamo sentito dal Commissario. Per i servizi siamo al top e allora perchè finire in cooperativa? Per essere più forti? E' vero che non c'è limite al meglio ma se tutto funziona al meglio siamo noi a voler diventare 'più forti'? No.
E allora teniamo anche conto che per via della montagna e del confine la Regione dovrà dare deleghe alle altre Province-simulacro mentre insieme con noi deve varare un sistema istituzionale adeguato, si marci in questa direzione.
Della Bitta e Spada siete d'accordo?
a.f.
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L'intervista
La legge regionale 27/2009 del 26 novembre 2013 e il futuro dell'Aler di Sondrio, che entro il primo gennaio 2015 sarà definitivamente accorpato alle sedi di Lecco e Bergamo: Luigi Mendolicchio Commissario Straordinario in capo alle tre province -nominato il 23 dicembre scorso-  risponde alle domande legate a questo delicato processo di fusione, che lo vede saldo al timone verso il cambiamento.

Commissario Mendolicchio, innanzitutto, in che stato di salute ha trovato l'azienda di edilizia sociale valtellinese?
L'Aler di Sondrio è certamente tra i più sani a livello italiano: la morosità degli inquilini si ferma al 7,5%, quindi di molto inferiore alla media italiana, mentre le liste d'attesa per gli alloggi contano 202 cittadini nel capoluogo e 328 nel resto della provincia: una situazione sotto controllo per la quale si sta già lavorando con nuovi interventi, progetti e recuperi immobiliari. I conti economici sono sani con un bilancio chiuso nel 2013 in attivo.  Per quanto riguarda invece la struttura amministrativa, gestionale e tecnica, non posso che dirmi colpito dalla competenza e dall'organizzazione dimostrata da tutti i dipendenti.
Sondrio vanta un personale con esperienza decennale, cresciuto all'interno dell'azienda della quale conosce perfettamente tutte le dinamiche. Questo significa che gli addetti al rapporto con gli inquilini sono in grado di gestire le relazioni, in alcuni casi anche critiche, con soluzioni vantaggiose per entrambe le parti -come sottolinea il basso tasso di morosità-. L'ufficio tecnico ha ampiamente dimostrato di essere all'altezza dei migliori studi privati, concentrandosi sulla strada del risparmio energetico, che condivido a pieno,  che consentirà di avere immobili, nuovi o riqualificati,che manterranno alto il valore di mercato, ma anche bollette leggere per gli inquilini che potranno coprire più serenamente i canoni di affitto. Inoltre evitiamo consulenze esterne costose e che non ci permettono di avere il controllo assoluto su progettazioni e preventivi.
Mentre per quanto riguarda i conti, io sono per una gestione trasparente e verificabile e, devo dire, che Sondrio ha un'amministrazione interna estremamente chiara e scrupolosa.

La fusione avrà ripercussioni sulla struttura di Sondrio e sui suoi dipendenti?
Assolutamente no. Ho già incontrato il personale di piazza Radovljika, dove lavorano 21 persone, garantendo loro il posto in loco, questo significa non solo che non ci saranno tagli ma nemmeno trasferimenti.

Mentre per gli inquilini ci saranno ripercussioni?
Nessun cambiamento nemmeno per loro, resterà la sede territoriale valtellinese che resterà il punto di riferimento per tutti i nostri inquilini.

La decisione di unire tre province sotto un unico tetto, maturata all'interno di un più ampio piano di riforme voluto dal Governo in tema di spending review quali effetti avrà?
Innanzitutto porterà in Regione Lombardia da 13 a 5 gli Aler con un taglio di 144 poltrone sulle 169 presenti, per un risparmio annuo di 5 milioni di euro. Per quanto riguarda il nostro territorio, l'unione tra tre province con caratteristiche ed esigenze simili, seppur Sondrio sia l'unica totalmente montana non potrà che rafforzare l'Aler che avrà dunque più voce anche sul tavolo regionale.

Per il territorio della provincia di Sondrio l'accorpamento con province più popolose come Lecco e Bergamo, potrà avere ricadute negative?
No, perché manterrà il presidio sul territorio e resterà quindi punto di riferimento per la Valtellina, inoltre sia Lecco che Bergamo godono di buona salute con bilanci positivi, quindi non ci sono debiti da dover estinguere.

Quale strada seguirà l'Aler di Sondrio per il futuro? Riuscirà a mantenere l'ottimo stato di salute di oggi?
Certo ci auguriamo di sì, e tutto fa pensare che non potrà andare diversamente, anzi, lavoreremo per migliorare ulteriormente il nostro operato in provincia.
Ci impegneremo a rafforzare il rapporto con le istituzioni, in particolare con i comuni, e sempre maggior peso avrà l'attività di edilizia residenziale, concentrandoci sulla vendita -che porta introiti-, mentre in città cercheremo di evitare nuove cementificazioni, dunque saranno fondamentali sia gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione degli appartamenti occupati ma anche quelli di recupero di alloggi sfitti perché in condizioni che li costringono fuori mercato. Alla provincia di Sondrio, con le sue caratteristiche montane, vogliamo poter garantire case in affitto o in vendita anche ai centri alpini a quote più elevate, come dimostrato da quanto fatto a Bormio e Madesimo, un'attenzione necessaria per combattere anche lo spopolamento delle stesse aree.

Secondo lei quale sarà la chiave del successo della fusione?
Sarà un successo se le tre strutture collaboreranno condividendo le proprie competenze e 'know how', in modo costruttivo, con un dialogo costante che permetta a Lecco, Sondrio e Bergamo di lavorare nel proprio territorio con una politica però che potrà giovare all'intera struttura.

 

 

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