Il 28 la nuova Provincia. Dio ce la mandi buona!

Comincia una fase difficile per Valtellina e Valchiavenna chiunque la governi

Nel più totale disinteresse della gente – un bel contributo alla crescita democratica da parte di chi a Roma ha legiferato come peggio non si poteva – si è giunti a quattro giorni dal voto. E' la prima volta dal 1945, è la prima volta nella storia della Repubblica che vengono lasciati a casa, che vengono declassati a ruolo di spettatori, che vengono in definitiva scippati di uno strumento che costituisce il fondamento di libertà e democrazia, il voto, oltre 160.000 valtellinesi.

Al posto nostro, di tutti e 160.000 considerati minus-quam politicamente parlando, voteranno i Sindaci e i consiglieri comunali in carica e gli amministratori provinciali. Siccome al peggio non c'è mai limite in un mix da dilettanti allo sbaraglio, burosauri al top, incapacità eretta a sistema sono riusciti a praticare un ulteriore sfregio profondo alla democrazia, oltre a tutto con patente di incostituzionalità qualora qualcuno si decidesse a sollevarne relativa eccezione. Ci riferiamo al sistema elettorale per il quale hanno inventato, roba da IG-Nobel (x), “l'indice di ponderazione” per riequilibrare le differenze di abitanti fra un Comune e un altro. L'hanno fatto così bene che un consigliere di Pedesina viene ad avere una rappresentanza circa 100 volte superiore a quella di Sondrio. Il meccanismo, roba da cervelli matematicamente pervertiti, si basa sulle fasce. Comuni sino a 3000 abitanti, da 3 a 5000 e così via con elucubrazioni aritmetiche, fino al millesimo, per attribuire infine ad ogni elettore un suo peso riconoscibile dal colore delle schede. L'Ufficio Complicazione Affari Semplici non ha mai toccato nella sua storia vertici altissimi come in questa occasione anche perchè il meccanismo non semplice ma addirittura semplicissimo era stato già indicato dalla Gazzetta di Sondrio e se lo aveva indicato un giornale era sicuramente indicabile da milioni di persone munite di buon senso ed in grado di fare una semplicissima divisione. Un Comune ha 2200 abitanti e quindi 10 consiglieri+Sindaco?. 2200 diviso 11 dà 200 e quindi ogni amministratore di quel Comune al seggio riceve due schede da 100 voti l'una. Un altro ne ha 3900 e quindi 12+ Sindaco? 3900/13 = 300 e quindi riceve tre schede da 100. Pedesina ne ha 33 e 10 consiglieri più Sindaco? 33/11 = 3 e quindi al seggio riceve tre schede da un voto l'una. Per semplicità abbiamo fatto scelte con quozienti interi ma il meccanismo oltre che semplice sarebbe stato costituzionalmente corretto, democraticamente rappresentativo e con una caratteristica del tutto assente in quello varato a Roma da funzionari degni di incarichi zootecnici in qualche sperduta isola e fatto proprio da qualche parlamentare in periodo di forte calo del suo QI (alias Quoziente di Intelligenza) e cioè il buon senso.

Domenica si vota. Il sistema è tale per cui se l'elezione del Presidente è una scelta fra due candidati per i 10 consiglieri provinciali il rischio è che si abbia una specie di lotteria, in primo luogo, e di avere un Consiglio Provinciale 'di persone', certamente stimate ma senza un riferimento esterno di coordinamento, di stimolo, di supporto come potevano essere un tempo i Partiti. Teniamo poi conto che una fetta importante dell'attività dovrebbe consistere con i rapporti extraprovinciali, Stato e Regione alla base dei quali elemento fondamentale è quello dei rapporti sì istituzionali ma inevitabilmente connessi anche quello dei rapporti politico-patitici.

Tanto per cominciare su questa strada c'è il problema delle richieste avanzate dal Presidente Sertori alla Regione per quanto riguarda le materie delegabili.
Da domani e sino a domenica le vedremo.
f.

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