Ampia disanima del Presidente della Provincia sul tema istituzionale

"Referendum a Belluno. Vogliono anche loro quello che la nostra Regione ha già passato alla Valtellina

Ai Signori Sindaci della provincia di Sondrio
Ai Signori Consiglieri Provinciali
St.mo Sen. Mauro Del Barba

Carissimi, 

nella giornata di ieri ho avuto modo di leggere, dagli organi di informazione prima, e, successivamente, nella casella di posta di Presidente della Provincia e di Sindaco, la proposta del Sen. Mauro Del Barba di promuovere, come intende fare la Provincia di Belluno, un referendum provinciale in concomitanza della consultazione del 22 ottobre proposta da Regione Lombardia.

Devo dire, innanzitutto, che ho registrato con molto piacere la condivisione del fatto che la battaglia che da tempo conduciamo sul tema dell’AUTONOMIA sia la madre di tutte le battaglie. È l’aspirazione di tutti i valtellinesi e valchiavennaschi e, a livello provinciale, è sempre stato il nostro primo e più alto impegno.

Stupisce però che questa proposta arrivi dopo alcuni anni, e soprattutto l’ultimo, dove abbiamo dovuto dedicare grandi energie per contrastare un modello, poi fortunatamente bocciato dal popolo italiano con un referendum nazionale, che avrebbe attuato la più grande riforma centralista della storia repubblicana. Avrebbe cancellato le province dalla Costituzione, avrebbe tolto competenze alle regioni per portarle a Roma. Autonomia e centralismo, è evidente, sono concetti contrapposti.  Voglio quindi sottolineare come il fatto di difendere, prima, la riforma costituzionale proposta, ed ora, avanzare ipotesi di autonomia siano scelte in totale contrapposizione, del tutto incoerenti.

Venendo al tema della proposta di referendum provinciale mutuando quella di Belluno voglio esprimere alcune considerazioni in merito.

Innanzitutto desidero condividere con Voi il fatto che conosco molto bene quella realtà amministrativa ed ho seguito passo passo la scelta di affrontare questo percorso da parte della “Provincia gemella” interamente montana.

Questo perché, in questi anni difficili e complessi, ho sempre mantenuto contatti frequenti e collaborativi con i colleghi presidenti e amministratori delle Province interamente montane ai sensi della legge “Delrio”. Abbiamo sempre cercato di fare squadra, senza barriere di carattere territoriale o di appartenenze politiche, nell’obiettivo, innanzitutto, di sopravvivere ai pasticci creati sulle Province (basti leggere i comunicati e conoscere le iniziative dell’Unione Province Italiane, a nome di tutti, nei confronti del Governo) ed insieme di concretizzare quella “specificità montana” rimasta, a livello nazionale, sulla carta, ma mai tradotta in termini concreti e reali. 

Dal livello nazionale abbiamo ricevuto un susseguirsi di provvedimenti che hanno significato il prelievo di circa il 97% delle risorse da entrate proprie della Provincia a favore dello Stato, l’obbligo del taglio del 30% di personale, il divieto di assunzioni di dirigenti e personale. Credo basti questo per comprendere come il lavoro delle tre Province montane abbia significato un confronto serrato ed una collaborazione leale, a volte anche con grandissima preoccupazione.

Siamo sopravvissuti a questa situazione (voglio ricordare che nonostante tutto questo la Provincia di Sondrio, a differenza del panorama delle altre Province italiane, non ha tagliato alcun servizio sul territorio) solo grazie ad uno stretto rapporto con Regione Lombardia ed al fatto che abbiamo potuto utilizzare i c.d. fondi del Demanio Idrico per proseguire con le attività dell’Ente senza toccare i servizi ai Comuni ed ai cittadini. Certamente, e questo non è corretto, abbiamo dovuto stravolgere il senso di queste risorse, destinate agli investimenti, utilizzandole, per una parte importante su spesa corrente.

Non ci siamo fermati qui.

Avviando un confronto leale e di rispetto reciproco con Regione Lombardia abbiamo raggiunto l’obiettivo di scrivere “una legge regionale per la Provincia di Sondrio”, la legge n. 19/2015.

In sostanza, quello che è avvenuto per la prima volta per la nostra Provincia, abbiamo tradotto concretamente la specificità di Sondrio in azioni reali, vere. Abbiamo ottenuto tutte le competenze possibili dalla Regione e le relative risorse in un percorso che certo potrà essere migliorato, declinato, perfezionato, ma che è scritto e approvato dal Consiglio Regionale. 

Ci siamo spinti anche oltre, in virtù di una precisa scelta politica condivisa, attivando straordinari strumenti di protagonismo nella formazione delle leggi regionali, come il comitato paritetico (in Italia solo le Regioni/Province autonome ce l’hanno) o dicendo con chiarezza che tutte le risorse derivanti dalle acque sono e saranno della Provincia di Sondrio. In questo secondo esempio sono comprese le concessioni degli impianti idroelettrici già scadute o di prossima scadenza. Sono cifre importanti di cui il nostro territorio potrà beneficiare anche dopo l’avvenuto rinnovo, che però è fermo dal 1998/1999 a causa di scelte non prese dal Governo.

Abbiamo quindi fatto la nostra parte, (Provincia e Regione) fin dove era possibile, e stiamo continuando a lavorare ogni giorno per declinare ogni aspetto organizzativo ed economico che la legge prevede. 

IL REFERENDUM REGIONALE Si tratta di una grande opportunità per tutti noi. Unica. Potremmo avere una Regione che ha la possibilità, come dovrebbe già essere, di disporre delle proprie risorse e dentro questo contesto (perché già la legge n. 19/2015 lo sancisce) una Provincia speciale, cioè la nostra. Avremmo risorse e strumenti per dare ai nostri cittadini ed al territorio le risposte ai bisogni di servizi e di opere. È talmente evidente l’importanza di questa sfida, che ha travalicato ogni confine di carattere partitico e politico, ad esempio con una convinta adesione al referendum, seppur in un secondo momento, da parte di tutti i sindaci dei Comuni capoluogo di Provincia della nostra regione che fanno riferimento all’area del centro sinistra e del Partito Democratico. Per questo motivo sono convinto che il referendum regionale sia una occasione importante, votando SI con una massiccia adesione, non solo per una Regione che veda finalmente riconosciuto il suo valore, ma, anche, in quella cornice, per confermare, con ulteriori risorse, la specialità della nostra Provincia.

 

  

IL REFERENDUM PROVINCIALE DI BELLUNO Avendo contatti frequenti con la Provincia di Belluno, spesso anche senza troppi giri di parole da parte loro, ho ben compreso come quel territorio guardi con invidia e ammirazione al percorso che la Provincia di Sondrio ha fatto in questi tre anni. Belluno non ha una legge regionale con i contenuti della nostra legge n. 19/2015, non ha le nostre risorse e opportunità. E per provare ad averla ha dovuto addirittura pensare di promuovere un referendum.  In altri termini, il quesito del referendum provinciale proposto a Belluno potrebbe essere, con un pizzico di esuberanza che mi consentirete, tradotto in questo modo “Vuoi che a Belluno avvenga ciò che a Sondrio è accaduto con la l.r. n. 19/2015?”

Quindi, tornando alla proposta del Sen. Del Barba,  credo sia evidente che noi chiederemmo ai Valtellinesi e Valchiavennaschi di esprimersi sul fatto che vogliano o meno qualcosa che già esiste ed è scritto in una legge della Regione.

Voglio però, come cerco di fare in ogni circostanza, evitare una possibile lettura polemica o di puro scontro di posizioni, anteponendo l’interesse dei Valtellinesi e dei Valchiavennaschi.  Partiamo dalla novità positiva che, anche chi era critico sul tema dell’autonomia, oggi è disposto a mettersi in gioco in questa battaglia.   Quindi, insieme, che cosa potremmo fare?

Credo sostanzialmente due cose.

La prima è, con una proposta di legge in Parlamento, lasciare alla Provincia di Sondrio non solo il 3% delle entrate proprie ma il 100% (si tratta di circa 11 milioni di euro all’anno), consentire di assumere il personale che ci serve per erogare i servizi, ripristinare l’elezione diretta da parte dei cittadini del Presidente della Provincia e del Consiglio Provinciale, riconoscere risorse aggiuntive per le funzioni statali ulteriori che la legge “Delrio” affida alla nostra Provincia.

La seconda, visto che tutti siamo pienamente convinti che l’autonomia è il nostro futuro, è quella di promuovere, con il livello nazionale (che, ovviamente, se condivide deve consentirlo) la vera autonomia totale che la nostra terra merita, senza se e senza ma, cioè quella che già oggi hanno le Province di Trento e Bolzano.

Su questo sono pronto a impegnarmi da oggi e con il massimo dell’impegno senza alcuna preclusione di carattere politico o partitico. E sono certo, se cosi sarà, che insieme a noi ci saranno tutti i valtellinesi ed i valchiavennaschi.

Vi ringrazio per l’attenzione e resto a disposizione

DELLA BITTA LUCA Presidente della Provincia

(riprenderemo questa tematica - ndr)

 

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