"Riconoscimento delle unioni civili", se ne discute in Comune di Sondrio

Proposta di tre consiglieri (Racchetti, Catonini, Limuti) della lista di maggioranza “Sondrio città ideale”

Spett. Gazzetta
Un amico mi ha dato copia della convocazione che segue: “Le commissioni consiliari prima e seconda sono convocate il prossimo 6 novembre ai sensi degli artt. 13 comma 2 e 19 del regolamento delle commissioni consiliari permanenti in seduta congiunta alle ore 18 di mercoledì 6 novembre nella sala consiliare per trattare il seguente ordine del giorno. “Riconoscimento delle unioni civili – indicazioni per il relativo regolamento. Discussione - espressione parere”.

Vi avevo scritto tempo fa, senza avere riscontro, per commentare la presentazione della proposta di istituire il registro delle unioni civili avanzata da tre consiglieri comunali della lista di maggioranza “Sondrio città ideale” (Racchetti, Catonini, Limuti) «in conseguenza del diffondersi di nuove tipologie di convivenza personale». Motivo: «È giunto il momento di dotarsi di un registro delle unioni civili, nella convinzione che diritti civili e sociali siano indivisibili, con fondamento nella persona, anche in attuazione del “principio di uguaglianza” sancito dall’articolo 3 della  Costituzione», visto che in città si diffondono «nuove tipologie di convivenza personale».
Vi avevo scritto allora e ripeto, con la speranza questa volta di pubblicazione che la Costituzione va presa per intero e non in una sua sola parte.

L'art.3 su cui si basa la proposta dei tre consiglieri é questo:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Non si può prendere un pezzo lasciando indietro altri pezzi. Li ricopio:

“TITOLO II   RAPPORTI ETICO-SOCIALI
Art. 29.
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.
Art. 30.
È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.
Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima.
La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.
Art. 31.
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”.

Ci sono problemi che riguardano le coppie di fatto che il Parlamento ha sul tavolo con le più svariate tipologie comprendendo badanti, perpetue, familiari assistiti. Il Registro delle Unioni civili non ha alcuna efficacia, è provvedimento quindi solo demagogico con uno sfondo laicista. Sono contrari a queste iniziative non solo ambienti cattolici e di altre confessioni religiose ma anche laici a prova di bomba che le ritengono fughe in avanti e controproducenti. Lo dimostra l'esito di questi registri dove sono stati istituiti. La fonte non può essere discussa visto che si tratta del quotidiano Repubblica e non di Avvenire o di Libero. A ormai 20 anni dal primo creato a Empoli nel 1993, insomma nei 137 Comuni dove il Registro è stato istituito “sono appena 2mila (tra coppie etero e omosessuali) in tutto il Paese quelli che si sono iscritti come 'coppia' all'anagrafe. Flop persino a Milano, 650 di cui appena un quarto omosessuale. Nel resto d'Italia i numeri sono ben più bassi e addirittura a Gubbio - tra le prime a istituire il registro - si sono iscritti solo in due, fino alla chiusura dell'ufficio competente”.
Con tutti i problemi che Sondrio ha non c'è altro da pensare che le unioni civili?
(Lettera firmata)
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Nostra nota
In premessa una precisazione. Facciamo già fatica, per la mole, a pubblicare quello che ci viene mandato ma diventa impossibile pubblicare quello che non ci viene mandato, o meglio, quello che ci sarà stato mandato dalla lettrice ma che a noi non è pervenuto (abbiamo verificato nelle nostre nove caselle di posta elettronica).

In secondo luogo il contraddittorio gergo degli addetti ai lavori. La convocazione infatti recita
“Le commissioni consiliari prima e seconda sono convocate...”. Statuto, regolamento, prassi tutto positivamente cospira per andare verso i cittadini avendo la partecipazione come metodo (in qualche passaggio sembra come fine...!). Poi invece il gergo. Gli addetti ai lavori sanno di che si devono occupare quelle due commissioni. Il cittadino qualunque no. Per questa volta provvediamo noi auspicando che per le prossime convocazioni ci pensi il Comune.
Le due Commissioni :
1. Lavoro - organizzazione - programmazione economico/finanziaria - rapporti con aziende partecipate - risorse umane - servizi demografici e cimiteriali.
2. Casa - famiglia - giovani - pari opportunità - politiche sociali - rapporti con il volontariato - servizi educativi.

In terzo luogo il commento che la lettrice si attende. Non lo daremo. Da sempre abbiamo scelto il confronto come metodo considerandolo lievito di crescita. Le raccolte dei giornali che ho diretto o di quelli cui ho collaborato sono a dimostrarlo. Mi dà però fastidio entrare in dispute in qualche modo condizionate dalla ideologia, indipendentemente dal fatto che i proponenti, domani probabilmente con l'avallo della maggioranza consiliare, possano avere avanzato la loro proposta in buona fede dal loro punto di vista. Saranno loro a spiegare ai colleghi consiglieri non tanto il perchè della proposta ma che cosa si propongono e soprattutto quali risultati si attendono. Saranno i loro colleghi consiglieri a entrare nel merito. Per non deluderla del tutto preciserò che, per quello che può valere, letto a suo tempo quel che si passa in Parlamento considero alcune proposte del tutto ragionevoli, anche trasversali, per definire alcuni problemi reali e concreti delle coppie e credo che su questa linea si debba cercare il massimo di consenso. Inevitabile il dissenso, razionale e non ideologico, dove, volenti o nolenti, consciamente o inconsciamente interviene invece questa componente ideologica. 
(a.f.)

Lettera firmata e nostra nota
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