ARRIVA IL 2002 Mondo - Europa - Italia - Provincia

Mondo - Europa - Italia - Provincia


MONDO


Mondo inquieto.

Lo é sempre stato. Ogni fine d'anno, analizzando la situazione,
i motivi di preoccupazione erano tanti. Qualche volta più seri,
qualche volta meno gravi, ma punti caldi non sono mai mancati.

Oggi la situazione é per certi versi più preoccupante, per altri
meno.

Più preoccupante perché la tragedia dell'11 settembre ha messo a
nudo quel che si sapeva ma si fingeva di ignorare e cioé la
fragilità della società moderna. Fanatici o folli hanno mille
punti di attacco, e basta anche poco per sconvolgere il
meccanismo che presiede alla vita quotidiana, in ogni settore.
Basti pensare cosa comporta un semplice black-out elettrico di
poche ore...

Meno preoccupante perché gli ammortizzatori sono notevolmente
aumentati. La tecnologia al servizio di chi deve tutelare
società e cittadini consente interventi e iniziative sino a
qualche anno fa impossibili. La politica aiuta nel senso che
qualsiasi Governo, indipendentemente da differenze di ogni tipo,
sa che la tutela dell'ordine passa attraverso una cooperazione
internazionale strettissima, in diversi settori.

Il maggior punto critico é il Medio Oriente.

Bin Laden e la sua rete di terroristi sono nel mirino. Hanno
perso lo Stato che in sostanza dominavano con i Talebani
rivelatisi poco di più che servi la loro vera forza essendo
rappresentata da quella specie di Legione Straniera che Bin
Laden aveva messo insieme. Hanno ancora nel mondo qualche Stato
che potrebbe essere loro amico, ma quel che é successo in
Afghanistan scoraggia appoggi evidenti. Al più, come in Somalia
o in Sudan i fanatici terroristi potrebbero trovare aree di
sostanziale anarchia, ma ormai sono sotto controllo. Seppur non
inoffensivi, perché il terrorista può sempre colpire, ovunque.

Il mondo intero o quasi ha avvertito però il pericolo delle
schegge pazze ed anche questo é un elemento positivo.

Il Medio Oriente no. Lì c'é un doppio problema, a quello
effettivo sul campo aggiungendosi la solidarietà araba, per
quanto non per tutti molto calda, nei confronti dei Palestinesi.

Il vero problema é rappresentato da quel quarto della
popolazione israeliana arrivata negli ultimi anni e destinata
nei territori occupati, gente che ha trovato finalmente Patria,
casa, lavoro e che si oppone tenacemente a qualsiasi ipotesi di
intesa con i Palestinesi. Una fetta rilevante della popolazione
e quindi anche dell'elettorato.

E poi c'é Sharon, falco da sempre, avversario giurato da sempre
di Arafat.

Tutti vedono cosa sta succedendo. Attentati palestinesi e
risposta, comprensibile, degli israeliani. Senonché, al posto di
prendersela con Hamas e le altre frange oltranziste palestinesi,
le ritorsioni sono contro Arafat e le sue Istituzioni.
D'altronde Sharon é coerente. Da sempre, e anche recentemente,
ha affermato che con Arafat non ci può essere accordo, e che va
spazzato via. Ma se va via Arafat chi resta? Hamas ed altri come
lui. Con loro non si ragiona. Con loro c'é quindi la motivazione
della guerra totale. Strategia lucida ma con un buco vistoso.


In questa ipotesi cosa crede Sharon? Che gli Arabi stiano fermi?

Né l'Europa, né, ora, gli stessi USA, potranno mai accettare una
ipotesi di questo genere.

Nodo aggrovigliatissimo che potrà sciogliersi solo se i potenti
fiancheggiatori di Israele sparsi nel mondo occidentale, e in
particolare nei suoi gangli vitali, si decideranno a dire anche
loro che in Medio Oriente devono esserci due Stati: Israele,
garantitissimo da tutti, URSS compresa, e lo Stato Palestinese,
pure lui garantito.

Con un'aggiunta: pugno durissimo, con consenso anche di tutto il
pan-arabismo, contro gli oppositori di un simile status, e
trattamento "afghano" nei confronti dei terroristi.


EUROPA


In Europa l'Euro domina questo scenario di inizio 2002. Da
osservare, verso marzo, come é stato l'andamento dei cambi.

Restano tre nodi: inglesi e altri Paesi fuori-Euro - ma Blair ha
già dichiarato che é stato un errore non essere nell'Euro -,
Svizzera - ma ineluttabile il processo di integrazione anche se
durerà qualche anno, e questo ci interessa da vicino in quanto
potranno cambiare diverse cose nel momento che i nostri valichi
di confine non saranno più tali, e confine d'Europa come sono
ora -, e infine Stati dell'Est di prossimo ingresso nell'Europa,
cosa che qualche problema all'Italia potrà dare.


ITALIA


In Italia. Non entriamo nei problemi politici, salvo una
considerazione che non sembra essere presente neppure nei
commenti degli analisti politici.

Da moltissimi anni a questa parte non si registrava una così
larga maggioranza, tale numericamente ma anche politicamente, al
governo del Paese. Noi abbiamo sempre ritenuto, scrivendolo, che
questo sia un fattore decisivo di sviluppo perché senza una
stabilità politica diventa velleitario parlare di riforme di
struttura che esigono tempo e sostegno convinto in Parlamento.
Le riforme saranno poi di un tipo o di un altro tipo secondo chi
abbia il timone delle operazioni, ma non vi é dubbio che é
meglio una riforma parzialmente non condivisa che lasciare le
cose come stanno, mentre il tempo passa e gli altri Stati
corrono.

Ora tocca al Polo, o meglio alla Casa delle Libertà, di
cimentarsi su questo terreno, facilitata da un'opposizione che
dopo la sconfitta elettorale non ha ancora saputo prendere il
bandolo della matassa dal verso giusto.

La CdL sulle riforme gioca il suo futuro. Se passa la prova é
probabile che si apra un periodo di egemonia del Centro-destra.
Se non la passa si riaprono i giochi per il Centro-sinistra
posto che trovi quel bandolo di cui si diceva.

Un dato va sottolineato, argomento di cui si parla molto poco in
provincia.
TREMONTI. Tremonti sta dimostrando di saper fare il
Ministro. Spigoloso, brusco nei modi, ma concreto e competente.
Lo diciamo in assoluta obiettività, guardando le cose in modo
politicamente del tutto neutro, cosa rara in Italia. E ci fa
piacere in quanto Tremonti é un valtellinese che sta confermando
negli alti livelli, la tradizione di capacità e competenza della
gente di questa Terra.


PROVINCIA

In provincia il 2002 si apre con
una serie di problemi sul tavolo, problemi che sono ancora
quelli dell'inizio del 2001.

Per le strade cuore in pace. Per la verità passi avanti
sono stati compiuti da quando la progettazione della 38 é
tornata a Milano, ma i tempi tecnici sono quelli che sono, oltre
al problema dei soldi. Si tranquillizzino il Comitato di Tirano,
i delebiesi e i morbegnaschi: per il 2002 non si vede la
possibilità concreta di apertura di cantieri, e neppure per il
più semplice di tutti, quello del peduncolo conclusivo della
tangenziale di Sondrio con sbocco in Fiorenza all'incrocio della
strada per Tresivio.

Per i rifiuti di male in peggio, visti i soldi in più che
i cittadini dovranno sborsare dopo la contestatissima decisione
di portare a Milano quel che viene raccolto nel sacco nero, e
l'aumento ulteriore che dovrà arrivare nel 2003 in virtù della
strada scelta.

Per l'acqua tempi grami, anche se non a breve, perché con
la realizzazione dell'ATO (in pratica tutto il ciclo integrato
delle acque verrà gestito autonomamente per l'intera provincia)
migliorerà il servizio, almeno così si dice, ma per questo ci
vorrà un certo tempo, mentre le tariffe saliranno e non di poco,
salvo forse Sondrio che le ha già elevate.

Per il turismo c'é la prospettiva dei mondiali di sci, ma
neppure con gli occhi puntati da tutto il mondo si riesce ad
evitare di litigare ancora una volta per la famosa pista di
Santa Caterina. E' abbastanza il colmo che debba intervenire un
assessore regionale da fuori provincia per cercare di mettere a
posto le cose...

Per il Piano Territoriale, certamente strumento da
addetti ai lavori ma di grandissima importanza per tutti, uno
spiraglio visto che quantomeno si é arrivati a dare l'incarico
progettuale. Nessuno però ne parla, come se il Piano lo
dovessero fare i tecnici. Lo devono stendere ma gli input
debbono pur riceverli dalla classe dirigente, e non solo
politica. Ma il silenzio regna.

Per l'elettrosmog in compenso ...invece pure regna il
silenzio. E sì che avremmo la possibilità di un generale nuovo
assetto degli elettrodotti che ricoprono con la loro rete la
provincia. Meno male che il Ministro Matteoli, volendo vederci
chiaro, ha nominato un'altra commissione ancora, ora con esperti
internazionali, per cui é scivolato il termine di emanazione dei
decreti attuativi della legge 36. Se fossero usciti i valori che
il precedente Ministro Bordon intendeva fissare sarebbero stati
dolori. Lo saranno lo stesso, probabilmente un po' meno. E meno
ancora però se ci si fosse occupati del problema.

Per la sanità resta, grosso, il problemone di Sondalo. Si
é aperta una via nuova con la prospettiva dell'Università, vista
con favore da tanti ma non c'é quella generale convinzione che
potrebbe e dovrebbe esserci.

Lasciando nel carnet des doléances qualche altra nota
preoccupante, vediamo almeno una nota positiva che arriva dalla,
si fa per dire, "Repubblica autonoma di Livigno". Lassù non
dormono e hanno fatto studiare la possibilità di un
collegamento ferroviario con la vicina Svizzera
. E' vero che
400 miliardi sono tanti, ma non é detto, visto che anche la
FerroviA Retica é fortemente interessata, che la cosa non possa
avere sviluppi.

Non dimentichiamo il secondo posto in Italia per qualità di
vita, di fatto il primo visto che chi ci precede, Bolzano, ha
una Provincia Autonoma con quel che ciò vuol dire. Non solo
soldi ma anche la possibilità di farsi le leggi su misura in
base alle esigenze. Un secondo posto che potremmo anche
mantenere, ma a caro prezzo.

Altri facciano le valutazioni di carattere politico, pro o
contro a chi governa, pro o contro a chi ha governato. Noi
registriamo le cose come sono.

E la conclusione non può essere che una sola: un 2002, e magari
anche anni seguenti, con tanto olio di gomito. Senza un grande
impegno sarebbe dura.
Amarilli

30 XII 2001

Società