Gli assi del calcio si riducono lo stipendio: uguale a quello di 90 metalmeccanici invece che di 100... Situazione finanziaria gravissima del calcio - Autoriduzione dello stipendio. E allora? - Calciatori e metalmeccanici - L'esempio del Chievo - E la TV

...di AmarilliSituazione finanziaria gravissima del calcio - Autoriduzione dello stipendio. E allora? - Calciatori e metalmeccanici - L'esempio del Chievo - E la TV?

SITUAZIONE
FINANZIARIA GRAVISSIMA DEL CALCIO


Assi del calcio eroi perché si tagliano lo stipendio?


Scherziamo?

La crisi finanziaria del calcio è giunta a un punto tale che
autorevolissimi rappresentanti di quel mondo dubitano della
possibilità di un regolare inizio del campionato alla prevista
data del 1 settembre. I deficit delle società sono astronomici e
in compenso quella che era ritenuta la chioccia dalle uova
d’oro, ossia la TV con i suoi diritti, soprattutto per le
Pay-Tv, si sta rivelando una gallinella in grado di sfornare al
più qualche ovetto.

Si parla di un deficit complessivo di un miliardo di €uro, quasi
duemila miliardi di vecchie lire, circa il triplo della somma
stanziata dal Governo per i gravissimi danni prodotti dalla
siccità! E sono comparsi sui giornali i conti, dai quali si
evince che la maggior parte delle società con gli incassi non
riesce neppure a pagare gli stipendi! Tanto per chiarire: in
Serie A solo il Parma - ma per altre 2/4 squadre gli stipendi
assorbono quasi tutti gli incassi), in Serie B 8 su 20, in Serie
C1 15 su 32 con la Spal che spende per i giocatori quasi il
triplo degli incassi totali, in Serie C2 17 su 44 con il Foggia
che quasi raggiunge il quadruplo.

Un esito positivo della nostra nazionale ai mondiali avrebbe
potuto fornire una boccata d’ossigeno per l’effetto-rimbalzo sul
mondo delle sponsorizzazioni, ma è mancato pure questo.

La
gravità della crisi è evidenziata dalla soluzione della crisi
del vertice della Lega che durava da molti mesi senza che si
trovasse un’intesa per la Presidenza. La si è trovata, con Galliani alla guida, con una persona cioè che pare proprio sia
in ottimi rapporti con il Presidente del Consiglio e quindi in
grado di caldeggiare presso il Governo qualche soluzione che sia
un aiuto, e con (!) Matarrese alla Vicepresidenza. Tutti sulle
mura cioè nel momento dell’assedio.


AUTORIDUZIONE
DELLO STIPENDIO, E ALLORA?


In questo clima comatoso ha impressionato l’Italia la notizia
che tre assi del calcio, giocatori dell’Inter, abbiano
autonomamente deciso di ridursi lo stipendio. Sono diventati una
specie di eroi da additare ad esempio.

Non ci entusiasmiamo affatto.


CALCIATORI E
METALMECCANINI


Primo perché pensare che un tizio che in un anno guadagna quanto
guadagnerebbe un metalmeccanico in almeno un secolo di vita
lavorativa – o, per fare un altro confronto, per avere quello
che uno degli illustri calciatori guadagna in un giorno quel
metalmeccanico deve lavorare qualcosa come 5 mesi – sacrifica un
5 o 10% - 90 anni di vita lavorativa del metalmeccanico anziché
100! -, non induce a spellarsi le mani dagli applausi o a
inzuppare fazzoletti per le lacrime di commozione.


L'ESEMPIO DEL
CHIEVO


Secondo perché fortunatamente il campionato il suo esempio
luminoso ce l’ha già dato, ed è il Chievo. Sommando il valore di
tutti i suoi giocatori non arrivava a quanto pagato dalle
squadre che vanno per la maggiore per un solo calciatore, per
quanto possa essere di grido.

Terzo perché sono in molti a pensare, vero o no che sia, che
vista la mal parata i tre abbiano scelto di anticipare con la
loro mossa a sorpresa, e magari di limitare la riduzione degli
astronomici compensi, cresciuti a vista d'occhio un po' in tutta
Europa con il risultato che la crisi non ha risparmiato società
internazionalmente quotate e non solo le italiane.

Il calcio-mercato é rimasto stagnante, visto che mancava la
materia prima (i soldi, non i giocatori) lasciando finalmente a
bocca asciutta procuratori, intermediare e quant'altri. C'é
stato il blocco per gli extracomunitari, non essendo possibile
per le regole dell'Europa, quella vera non quella calcistica,
vietare l'utilizzo di giocatori della CEE. Si é diffusa la
consapevolezza che i tempi del Bengodi sono finiti e che occorre
stringere la cinghia, tutti, società e giocatori.


E LA TV?


Occorrerebbe solo un altro passo, nei confronti di tutte quelle
trasmissioni TV che eccitano gli animi, che drammatizzano tutto,
che contribuiscono a determinare il degrado. Nessuna censura
dato che la libertà di espressione é garantita dalla
Costituzione, ma la Federazione potrebbe ben proibire ai suoi
tesserati di frequentare i salotti televisivi dell'urlo, dove la
dietrologia impera, dove in definitiva si parla poco di calcio e
tanto di caccia grossa (all'arbitro, a questo o a quell'altro,)
e dove tutti sanno tutto e di tutti, pur di agganciare al
televisore un po' di gente. Il fine giustifica i mezzi insomma,
audience uber alles.
Amarilli

GdS 18 VII 2002

Amarilli
Società