Una Biennale tutta veneziana?
 Finalmente a capo della Biennale diventata una Fondazione (sul tipo della Giorgio Cini o della Levi?) vi è un 
 Presidente veneziano D0C, con un altrettanto Consiglio di 
 Amministrazione, così composto: Davide Croff, Paolo Costa, 
 Sindaco di Venezia e vice Presidente della Fondazione; 
 Giancarlo Galan, Presidente della Regione Veneto, o un suo 
 delegato; Luigino Busatto, Presidente della Provincia di 
 Venezia, o un suo delegato; l'Avv. Bruno della Ragione 
 avvocato romano molto noto a Roma, competente in questioni 
 legali collegate al mondo dello spettacolo, della 
 televisione e del cinema, Della Ragione è stato indicato dal 
 ministro Urbani come rappresentante del ministero in seno al Cda. Sarà, un trait-d'union con il mondo dei produttori e 
 delle star cinematografiche. Della Ragione, infatti, tutela 
 tra gli altri gli interessi di Roberto Benigni e Leonardo 
 Pieraccioni, oltre che essere ben addentro alle vicende del 
 cinema italiano.
 E questo, in prospettiva di una Mostra del 
 cinema destinata a essere guidata da uno del mestiere come, 
 per esempio, Giancarlo Giannini, affiancato da uno o due 
 collaboratori (come prevede il decreto di riforma della 
 Biennale). Al direttore uscente, Moritz de Hadeln è stato 
 assegnato un incarico "stagionale" di tre mesi, altrimenti 
 la Biennale cinema precipiterebbe nel caos.
Come hanno reagito i veneziani?  
 Il mondo della cultura veneziana ha accolto con molto favore 
 la nomina di Davide Croff a presidente della Biennale sia 
 per le sue doti professionali , sia per il fatto che, a 
 distanza di circa 35 anni, questo incarico venga ricoperto 
 da un veneziano, con esperienza internazionale. 
 Orgoglioso della nomina è il rettore di Ca' Foscari, Pier 
 Francesco Ghetti. «Siamo legati da stima e da riconoscimento 
 per Davide Croff, che è stato nel consiglio di 
 amministrazione dell'Università per due mandati e siamo 
 orgogliosissimi che egli sia un cafoscarino, anzi che sia 
 stato, in passato, designato come Cafoscarino dell'anno. 
 Penso che abbia le qualità umane e professionali per 
 svolgere al meglio questo prestigioso incarico: naturalmente 
 ci auguriamo, per il futuro, un rapporto di collaborazione».
 Il rettore dello Iuav, Marino Folin ha dichiarato: «Penso 
 che sia una buona scelta, sulla stessa linea dei presidenti 
 che l'hanno preceduto. Credo abbia tutti i requisiti per 
 fare un buon lavoro e mi auguro che possano proseguire gli 
 stessi rapporti di collaborazione tra lo Iuav e la 
 Biennale». 
 Giampaolo Vianello, sovrintendente alla Fenice aggiunge: «Ho 
 potuto constatare l'efficacia e la snellezza della sua 
 conduzione della Fondazione Levi, da quando ne ha assunto la 
 presidenza i mesi scorsi. Se i rapporti tra la Biennale e la 
 Fenice sono sempre stati ottimi, verranno ancor più 
 facilitati da Croff, che crede nella trasversalità delle 
 diverse istituzioni. Certo non guasta anche il fatto che sia 
 un veneziano». 
 Luca De Fusco, direttore del Teatro Stabile del Veneto, 
 ricorda che la Banca Nazionale del Lavoro, quando era 
 amministratore delegato Croff, ha finanziato le stagioni del 
 teatro veneto, compreso il Goldoni. «Anche quando era 
 impegnato professionalmente altrove - dice De Fusco - Croff 
 è sempre stato attento alla realtà veneziana, per cui 
 ritengo che per la Biennale dia il massimo della 
 disponibilità e di tempo. Come direttore del teatro mi 
 auguro che adotti una linea di continuità negli incarichi 
 dei diversi direttori, la cui durata dovrebbe coincidere con 
 quella della sua presidenza. Nominare ogni anno un direttore 
 diverso è, infatti, considerata una "bizzaria" a livello 
 europeo. La continuità è la condizione di partenza per 
 scrivere, insieme, programmi a lungo termine. È questa 
 un'elementare formula per ottenere successo, magari 
 rinunciando ciascuno a un po' del nostro egoismo e 
 narcisismo». 
 Giandomenico Romanelli, direttore centrale per i beni e le 
 attività culturali e il turismo del Comune, conosce Croff da 
 molti anni. «Ritengo positivo il fatto che sia 
 un'espressione della cultura veneziana , ma che, insieme, 
 abbia maturato una grande esperienza a livello nazionale ed 
 internazionale. Non dubito che con Croff si possano 
 rinsaldare e consolidare i rapporti di collaborazione con il 
 Comune.
 Anche per Alfredo Bianchini, presidente dell'Ateneo Veneto, 
 Croff ha il merito di unire le qualità manageriali a quelle 
 culturali, essendo anche in grado di interpretare al meglio 
 la venezianità nella sua connotazione internazionale, mentre 
 Giuseppe Donegà, vicepresidente di Palazzo Grassi, plaude 
 alla sua nomina che ritiene una persona di grande qualità, 
 come ha avuto modo di verificare , quando Croff lavorava per 
 la Fiat e quando era amministratore delegato della BNL. 
 L’essere poi veneziano è un quid in più». 
 Maria Teresa Rubin de Cervin, sovrintendente regionale, 
 ritiene positivo il fatto che sia nelle condizioni di 
 dedicarsi alla Biennale a tempo pieno. Così si augura, 
 sperando anche in una fattiva collaborazione, il direttore 
 dell'Accademia di belle arti, Riccardo Rabagliati(Cfr.: Il 
 Gazzettino del 16 gennaio 2004). 
 Insomma, i veneziani confidano vivamente che Croff e il 
 nuovo Cda operino in piena autonomia nell'unico e superiore 
 interesse della salvaguardia e del rilancio internazionale 
 della Biennale, nell'interesse della città e del suo 
 prestigio internazionale.
Chi è Davide Croff.
 Davide Croff, economista e veneziano DOC, laurea a Ca' 
 Foscari e specializzazione ad Oxford, banchiere imprestato 
 all'industria e poi rientrato alle origini con gli ultimi 14 
 anni trascorsi alla BNL, amante delle Ferrari e dei 
 Labrador, è un uomo tanto elegante da meritarsi, sempre in 
 BNL, l'appellativo di 'indossatore delegato' (Cfr.: 
 Dagospia.com gennaio 2004). Nato a Venezia il primo ottobre 
 1947, sposato con tre figli, Cavaliere di Gran Croce della 
 Repubblica Italiana, Davide Croff vive a Roma ma ha 
 mantenuto i suoi legami con la città natale. 
 Il suo curriculum è ineccepibile: dopo un esordio presso la 
 Banca d'Italia, 10 anni in FIAT come responsabile della 
 Tesoreria internazionale, direttore finanziario, direttore 
 affari e finanza del gruppo, Vice direttore generale e poi 
 amministratore delegato della Banca nazionale del lavoro, 
 fino allo scorso anno, conta anche un curriculum "artistico" 
 più che consistente. Infatti, a Venezia ricopre la carica di 
 presidente della Fondazione musicale Ugo e Olga Levi, oltre 
 a quella di consigliere della Fondazione Querini Stampalia, 
 dell'Accademia di Santa Cecilia a Roma. e della Fondazione 
 Malipiero. 
 Appena è stato informato della nomina da parte del ministro 
 Urbani, ha dichiarato: all’agenzia di stampa Ansa: 
 «Ringrazio il ministro per questa designazione che accolgo 
 con grande entusiasmo, perché la Biennale è un’istituzione 
 di alto profilo per la cultura, un patrimonio del nostro 
 Paese e del mondo intero. La Biennale nei suoi 110 anni di 
 vita si è sempre rinnovata ed è stata capace di mantenere il 
 suo ruolo di alta espressione culturale. E si appresta a 
 farlo ancora un volata sulla base della riforma appena 
 varata. 
 Non appena le Commissioni parlamentari si saranno espresse - 
 ha aggiunto - potranno essere avviati i lavori del consiglio 
 di amministrazione cui spetta la guida della nuova 
 Fondazione». 
Cosa succederà alla Mostra del cinema?  
 E’ possibile che la mossa del ministro spiazzi i 
 contestatori più furenti, inclusa Natalia Aspesi, autrice su 
 “la Repubblica” di un commento al vetriolo nel quale Urbani 
 veniva definito, in progressione, “impavido, scaltro, 
 cocciuto e totalmente disinteressato alla cultura”, insomma 
 uno che “si serve della cacciata di de Hadeln per annettere 
 totalmente la Biennale a se stesso e al suo governo”.
 Certo 
 è che la direzione della Mostra del cinema sarà, per il neo 
 presidente Croff, la prima gatta da pelare: de Hadeln 
 rimarrà solo per tre mesi (almeno così si dice), mentre le 
 ipotesi sul suo sostituto sono due: Marco Müller (iperprofessionale) 
 e Giancarlo Giannini (nazionalpopolare) che ha già 
 dichiarato che sarebbe disposto ad essere affiancato, sul 
 piano pratico da esperti per organizzare il festival, 
 rafforzare le strutture e selezionare i film in tutto il 
 mondo.
 Secondo alcuni, Giancarlo Giannini, quadra molto di più con 
 le ambizioni di Urbani. Egli, infatti, potrebbe portare 
 avanti quello che rimane il progetto fondamentale del 
 Ministro, e cioè inserire gli organismi romani, Cinecittà e 
 la Scuola nazionale di cinema all'interno della Mostra del 
 cinema.
 Mah, chi vivrà, vedrà.
 Maria & Elisa Marotta
GdS 30 I 04  www.gazzettadisondrio.it
