“Chissà se sarò ancora vivo domani”
A leggerla così, sembra una frase di un tizio/a con i suoi
felici anni, magari 80 o giù di lì,
che, appunto, spera di vedere l’alba di un altro giorno.
Invece, con nostra immensa afflizione e dolore insopportabile, è
quanto ha detto un
piccolo bambino di Salvador de Bahia a Francesco Zizola (Born
somewhere, Fusi Orari)
che ha raccolto una serie di foto- agghiaccianti- per gli
Obiettivi di sviluppo per il Millennio
che l’ONU vorrebbe realizzare entro il 2015.
Per questo, basterebbero 40 miliardi di dollari l’anno per
abbattere la percentuale di bambini senza cibo,
istruzione, acqua, cure mediche…la 25.ma parte di quanto gli
Stati spendono in armamenti.
Le statistiche che non sono noccioline.
Nel nostro piccolo mondo italiano , oggi, si pone in prima
pagina( giornali e TV) la nascita
del figlio di Totti , un giocatore di calcio, mentre si ignora
che globalmente : 90 milioni di bambini soffrono
di grave carenza di cibo; 2 milioni muoiono ogni giorno nel
mondo
perché non accedono alle vaccinazioni comuni;500 milioni di
piccoli non hanno servizi
igienici di base; 120 milioni di bambini( specie bambine)
tuttora non vanno a scuola;
246 milioni di minorenni lavorano e di cui 73 milioni hanno meno
di 10 anni; quasi
9 milioni sono prigionieri per saldare i debiti dei loro
genitori; 1,2 milioni sono vittime della tratta destinati al
mercato nero e a quello del sesso; 300 mila, invece, sono
reclutati nelle guerre(Cfr.: quotidiani e settimanali di
novembre 2005).
Per tale motivo, il 20 novembre 2005, è la Giornata mondiale
dell’infanzia.
Quest’anno l’UNICEF l'ha dedicata ai Bambini invisibili, che è anche
il titolo di
quel toccante film All the Invisible Children, seguito con
grande emozione
alla 62. ma Mostra di Venezia e che, speriamo, susciti nel cuore
di chi lo vedrà, almeno
quei sentimenti di pietà che gli faranno porre la mano nella
tasca per destinare qualche
euro alle varie associazioni globali che cercano di tergere le
lacrime dagli occhi di tanti innocenti
( Emergency, Comunità di s. Egidio, Amani, Fondazione Benedetta
d’Intino…).
In Italia, con la Legge 23 dicembre 1997, n. 451 , è stata
promossa una "Istituzione della Commissione parlamentare
per l'infanzia e dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia"
Storia in poche righe dell’UNICEF
L'UNICEF (United Nations Children's Fund, Fondo delle Nazioni
Unite per l'Infanzia)
è un'Agenzia delle Nazioni Unite fondata l'11 dicembre 1946 per
aiutare i bambini vittime della
Seconda Guerra Mondiale.
La sua sede centrale a New York, è presente in 158 Paesi. Si
occupa di
assistenza umanitaria e dello sviluppo per i bambini e le loro
madri nei
Paesi in via di sviluppo. I bambini ed i ragazzi sotto i 15 anni
sono circa 2 miliardi nel
mondo. L'UNICEF è finanziato con contributi volontari di Governi
e privati. Ha ricevuto il
premio Nobel per la pace nel 1965.
Cosa fa
L' UNICEF ha ricevuto dall'Assemblea Generale delle Nazioni
Unite il mandato alla difesa
dei diritti dei bambini, per venire incontro ai loro bisogni
essenziali e per migliorare le loro possibilità di raggiungere
una completa realizzazione.
E’ guidato dalla Convenzione dei diritti dell'infanzia del 1989
e si adopera per affermare i
diritti dei bambini come principio etico permanente e per
stabilire criteri standard di comportamento verso i piccoli
dell’uomo.
Inoltre, è convinto che la loro sopravvivenza, la protezione e
lo sviluppo, siano
criteri di crescita universale come parte integrante del
processo di evoluzione umana.
Infatti, mobilita strategie politiche e risorse materiali dei
paesi, in particolare
quelli in via di sviluppo, per assicurare un pronto soccorso per
bambini e per far
maturare la loro capacità di creare adeguate politiche sociali e
di assistenza verso
di loro e le loro famiglie.
Ha il compito prioritario di assicurare protezione ai bambini
maggiormente colpiti - vittime
di guerra, disastri naturali, estrema povertà, ogni forma di
violenza e sfruttamento,
disabili.
Non è di parte (almeno lo si spera fortissimamente) e la sua
assistenza è esente da discriminazione.
In ogni cosa che realizza, la priorità è sempre per i bambini
più
svantaggiati e per i Paesi più bisognosi.
L' UNICEF punta, attraverso i suoi programmi nazionali, a
sviluppare uguali
diritti per donne e bambine e a sostenere la loro completa
partecipazione nella vita
sociale, politica ed economica dei paesi in cui vivono.
Naturalmente, l’organismo ha alcune priorità, quali:
• Sviluppo della prima infanzia - 28%
• Vaccinazione e cure a basso costo - 24%
• Protezione dallo sfruttamento - 11%
• Istruzione di base per le bambine - 19%
• Lotta all'HIV/AIDS - 9%
Tanto per non dimenticare, alcune tappe dell’UNICEF.
1946 L'Assemblea generale delle Nazioni Unite crea l'11 dicembre
1946
un'organizzazione di soccorso per l'infanzia nell'Europa
distrutta del dopoguerra.
1947 Su richiesta della Croce Rossa scandinava, l'UNICEF attua
la più vasta campagna internazionale di vaccinazione infantile:
milioni di bambini in Europa vengono
vaccinati contro la tubercolosi.
1953 L'Assemblea generale delle Nazioni Unite indice la Giornata
mondiale
del bambino per onorare il sostegno accordato agli obiettivi e
agli scopi dell'UNICEF
1959 Il dottore Hans Conzett fonda il 13 giugno il Comitato
svizzero per l'UNICEF, da lui presieduto fino al 1988.
1965 L'UNICEF riceve il Premio Nobel per la Pace.
1967 L'UNICEF fornisce aiuti d'emergenza e partecipa alla
ricostruzione durante la Guerra nel Biafra.
1968 Peter Ustinov diventa ambasciatore dell'UNICEF.
1976 L'UNICEF vara la Strategia dei Servizi di base e per cure
sanitarie elementari.
I punti focali dei programmi per l'aiuto allo sviluppo sono la
salute, l'alimentazione, l'approvvigionamento
Idrico.e l'istruzione.
1979 L'Anno internazionale del bambino diventa il punto di
partenza per l'affermazione
della Convenzione sui diritti dell'Infanzia. L'UNICEF coordina
l'intervento internazionale in Cambogia.
1982 L'UNICEF lancia una vasta campagna denominata "GOBI" volta
a diffondere
quattro semplici misure sanitarie a basso costo per salvare la
vita dei bambini:
il controllo della crescita, la terapia di reidratazione orale,
la promozione dell'allattamento
al seno e la vaccinazione per debellare le sei malattie
infantili più pericolose.
1985 L'UNICEF ottiene nel Salvador un cessate il fuoco durante
la guerra civile.
In tre giorni vengono vaccinati 250'000 bambini
1986 Si tiene in Brasile il primo Congresso dei bambini della
strada. L'UNICEF
appoggia la costituzione di un movimento dei bambini della
strada in 300 comuni.
1987 L'UNICEF pubblica lo studio "Adjustment with a Human Face"
("Per un aggiustamento dal volto umano"), nel quale vengono
evidenziate le
conseguenze sociali degli adeguamenti suggeriti dalla Banca
mondiale e dal Fondo monetario internazionale nella
struttura politica, e sottolineati i bisogni e le necessità dei
bambini poveri e delle loro famiglie.
1989 L'Assemblea generale delle Nazioni Unite approva il 20
novembre la Convenzione
sui diritti dell'Infanzia. All'UNICEF viene assegnato il compito
di sostenere il neocostituito Comitato delle
Nazioni Unite per i diritti dell'Infanzia, a riferire in merito
all'attuazione della Convenzione e ad assistere in veste di
consulente i governi nell'applicazione dei diritti del bambino.
1990 Il 30 settembre, ha avuto luogo a Nuova York il Vertice
sull'Infanzia. I capi di Stato
e di governo di 71 Paesi hanno sottoscritto l'impegno a
migliorare sensibilmente la salute, l'alimentazione e
le possibilità di formazione dell'infanzia entro il 2000.
1992 L'UNICEF attua i primi programmi nell'Europa dell'Est.
1993 Fin dall'inizio della guerra nell'ex Iugoslavia, l'UNICEF
fornisce aiuti d'emergenza soprattutto a donne e bambini.
1994 Guerra civile in Ruanda: in tre mesi viene ucciso un
milione di persone, tra i quali 300'000 bambini. L'UNICEF
interviene fornendo aiuti d'emergenza mai visti prima.
1996 L'UNICEF festeggia cinquant'anni. In Svizzera, la campagna
ruota attorno al motto "Dalla parte dei bambini", un'iniziativa
volta ad affermare la dignità dei bambini e il
loro diritto in un futuro migliore.
1997 La campagna internazionale contro le mine antiuomo, alla
quale partecipa anche l'UNICEF, riscuote pieno
successo e circa 120 Stati firmano il Trattato di Ottawa per il
divieto totale delle mine antiuomo. La campagna riceve
il Premio Nobel per la Pace.
1999 Dal 6 all’8 settembre, si svolge a Nuova York il Vertice
del millennio delle Nazioni
Unite. La comunità internazionale si impegna a eliminare le
disparità tra i sessi nell’insegnamento primario e
Secondario.
2000 Vengono rinnovate le promesse di eliminare le disparità tra
i sessi nell’insegnamento primario e
secondario( ancora di là da venire, però).
2002 Dall’8 al 10 maggio, si tiene a Nuova York la II Sessione
speciale dell’Assemblea generale dell’ONU dedicata all’infanzia,
alla quale, oltre ai rappresentanti di 180 Paesi, partecipano
anche circa 400 giovani del globo.
Viene adottato un piano d’azione per l’infanzia che spazia dalle
misure contro gli abusi, lo sfruttamento e la
violenza dei e sui minori entro il 2010 ad altri progressi nella
lotta contro la denutrizione e la mortalità
infantile, per l’aumento progressivo della scolarizzazione.
2003 Jenö C. Staehelin, ambasciatore svizzero , è nominato per
un anno Presidente del Consiglio di amministrazione dell’UNICEF.
2004 Sir Peter Ustinov, attore, regista e ambasciatore
dell’UNICEF, muore il 28 marzo (è stato un commovente
ambasciatore dell’UNICEF perché amava davvero i bambini) all’età
di 83 anni. Con lui, l’UNICEF perde un uomo
che per 35 anni si è battuto con cuore e tenacia a favore dei
diritti dell’infanzia in tutto il mondo.
2005 All the invisible Children, un film terribile sulla
condizione dell’infanzia nel mondo, presentato alla 62.ma
Mostra del cinema di Venezia, di cui consigliamo la visione e il
cui ricavato andrà all’UNICEF e agli altri fondi
associati per la protezione dei piccoli dell’umanità, verrà
proiettato nelle sale italiane prima di Natale
( speriamo nell’effetto Silent Night).
Cos’è All the invisible Children.
Il film “corale” All the Invisible Children, presentato alla
62.ma Mostra di Venezia, nella sezione Fuori Concorso,
gronda tanto sangue di innocenti, torturati, uccisi, venduti,
stuprati, abbandonati( altro che Erode!).
In un certo senso, é un notevole spot sull’infanzia abbandonata
sul nostro pianeta( e dire che i bambini sono il
suo futuro)ed è stato promosso da così tanta gente di cinema,
dall’Unicef e dal World Food Program, che meriterebbe
di essere visto almeno nelle scuole d’Italia dagli studenti,
proprio dai più piccoli ai più grandi, oltre che dai
comunissimi cittadini di ogni dove cui sta a cuore la sorte dei
propri discendenti( e del proprio Paese).
Il film ALL THE INVISIBLE CHILDREN (di M.Charef, E.Kusturica,
S.Lee,K.Lund, J.Scott, R.Scott, S.Veneruso,
J .Woo, Italia), uscirà nei cinema italiani il 13 dicembre 2005,
giusto poco prima di Natale, il tempo adatto alle
lacrime e ai pentimenti per quello che non si fa abbastanza per
i piccoli, tanto spesso abbandonati crudelmente a se
stessi, magari con tanti giocattoli e leccornie ingrassanti.
In esso, otto registi lavorano gratis a favore dell'Unicef e del
World Food Program,
Ciascuno svolge un episodio sul drammatico problema dei bambini
massacrati, sfruttati, diseredati, spinti in prima fila a fare la guerra, privati
in sostanza della loro dignità di esseri umani.
Naturalmente, ciascun regista presenta un episodio, non più
lungo di 15’ intessuto nella realtà del suo paese d’origine.
Infatti, la pellicola racconta sette storie completamente
diverse tra loro, delicate, lievi, ma allo stesso tempo
profonde, realizzate da registi differenti tra di loro come la
luna e il sole, concordi nel rinunciare al compenso e che,
soprattutto, ciascuno non ha visto il lavoro dell'altro.
La pellicola si apre con l'episodio di Mehdi Charef -- "Tanza"
-- storia di bambini soldato in un paese africano in
guerra.
"E' stata una esperienza incredibile", ha raccontato Charef. "Ho
lavorato con ragazzi trovati per strada, .che non
riuscivano a guardarci negli occhi, tanto sono abituati ad
essere invisibili.
Il protagonista mi ha rivolto la parola dopo un mese e mezzo.
Vorrei sapere cosa è successo dentro di loro quando li abbiamo
lasciati".
Emir Kusturica ha raccontato in "Blue Gipsy" la storia di un
piccolo zingaro dell'Europa dell'est, che preferisce
restare in riformatorio piuttosto che tornare ad essere libero e
non sapere come sopravvivere.
"In alcune parti della Serbia, la prigione diventa libertà. Mi è
sembrato un paradosso interessante", ha detto
il regista( e vedendo la storia che ha raccontato è da
prestargli fede totalmente).
Spike Lee - con una sceneggiatura scritta dai suoi fratelli -
affronta invece la storia di una ragazzina di Brooklyn,
Blanca che scopre di essere figlia di genitori drogati e siero-
positiva.
Katia Lund racconta con "Bilu e Joao" la giornata di due bambini
che tentano di sopravvivere nelle favelas di
San Paolo, in Brasile, mentre Jordan e Ridley Scott hanno
diretto insieme "Jonathan", la storia di un fotoreporter
che sfugge ai suoi problemi tornando alla sua infanzia.
Chiudono i sette racconti Stefano Veneruso, regista di "Ciro",
ambientato in un quartiere degradato di Napoli
e John Woo, che con "Song, song and little cat", racconta in
parallelo la vita a Pechino di due bambine, una ricca
e una più sfortunata, ma non per questo infelice. E’ la storia
più disperante, tristissima per la realtà che mette a crudo:
l’egoismo degli adulti( genitori) cui sta a cuore, innanzitutto,
la propria felicità, a discapito di quella dei loro figli.
"Ho sempre desiderato fare un film sui bambini", ha spiegato
Woo, famoso soprattutto per i suoi film di azione.
"A Pechino ci sono molti bimbi poveri, che anche se hanno molto
sofferto hanno una forte personalità e sperano
comunque nell'avvenire".
Colonna sonora della pellicola è "Teach me again", scritto da
Elisa e interpretato da Tina Turner. Il brano è pubblicato da
Sugar e il ricavato delle vendite del disco andrà al fondo "All
the invisible children", legato a progetti sull'infanzia.
Gli episodi più riusciti:
Sicuramente indurranno a riflettere( e magari a spargere lacrime
sincere di pentimento e di dolore sincero) i sette
episodi il cui filo conduttore è l'infanzia rubata, l'esistenza
di creature indifese, che soffrono per grandi problemi
sociali, ma anche per l'indifferenza degli adulti che camminano,
spesso, senza vederli e , purtroppo , ignorandoli.
Tra i più toccanti, senza peraltro offuscare gli altri che
doverosamente si sono prestati nel realizzarli
senza un minimo compenso e solamente per amore dei bambini,
"Tanza", di Mehdi Charef; "Blue Gypsy",
di Emir Kusturica; "Song Song and Little Cat", di John Woo(
questa storia, in modo particolare, riflette la solitudine
e la disperazione dei bambini “abbandonati” dall’amore di mamma
e papà che hanno scelto altre passioni,
altre strade, senza preoccuparsi minimamente dei loro figli).
Domande & Risposte
Ad E. Kusturica:
-
Perché ha accettato di partecipare a questo progetto?
Quando mi hanno detto che volevano raccontare i bambini che sono
nascosti agli occhi del mondo, con tanti problemi
nei Paesi come il mio, sono stato felice di farmi coinvolgere.
Mi interessava esplorare il concetto di libertà che per
loro ha un significato opposto a quello che noi ci aspettiamo.
Significa che quando non hanno un soldo preferiscono tornare in
prigione commettendo un piccolo crimine, come rubare una
macchina, soprattutto in inverno. Sono rimasto sorpreso di
quanta gente preferisce la prigione alla libertà e questo mi ha
spinto a realizzare Blue Gypsy.
-
Cosa l'ha guidata verso questo film?
L'idea per fare un film segue sempre due strade. Da un lato c'è
un produttore che ti chiama e ti chiede di dirigere una
produzione, dall'altro sei tu che decidi di portare uno script
ad un produttore.
Questa è stata la prima volta in cui io non sono stato il
principale motore della produzione. Poiché mi è stata data una
libertà assoluta, non ho trovato particolari differenze con
quello che ho fatto prima. Sinceramente non amo avere
persone che mi dicano quello che devo fare nel mio lavoro e
avevo il campo totalmente libero.
-
Anche in questo suo piccolo film la musica ha un valore
fondamentale...
E' vero, ma questo perché la musica è l'elemento più vicino al
cinema. La musica definisce moltissimo la cultura
da cui provengo.
-
Conosceva le storie dei suoi colleghi prima di girare il suo
corto?
Non avevo alcuna idea di quello che avrebbero fatto e -
all'inizio - non sapevo nemmeno quello che avrei fatto io.
L'elemento promettente erano i nomi coinvolti dalla produzione.
Il fatto che i protagonisti dei film fossero
i bambini era molto interessante. Il tema può sembrare
deprimente, ma in realtà c'è anche un grande entusiasmo nei
confronti dei ragazzi che rappresentano l'umanità alla base
della storia.
Questo è anche un film sulla paternità. Un tema ricorrente nel
suo cinema...
Sono uno slavo. Nelle mie contraddizioni, nel mio desiderio di
vedere il mondo in bianco e nero, nel mio umorismo,
nei miei improvvisi cambi d’umore, ma anche nella mia
comprensione della storia. Sono nato ai confini tragici tra
Est e Ovest e ricordo le ansie dei miei genitori. Questo film è
basato sull’esperienza di mio figlio che ha scritto
la sceneggiatura e su quello che so di questa gente, perché ho
intervistato molti giovani criminali e il film è basato
su uno di loro. Mio figlio ha lavorato con me non perché sia mio
figlio, ma perché è un grande esperto della
cultura gitana.
-
Parliamo del villaggio che lei ha costruito e di cui è -
praticamente - il sindaco...
Ho perso la mia città durante la guerra, per questo ho voluto
costruire un mio villaggio. Vi organizzerò seminari
per la gente che vuole studiare cinema, concerti, corsi di
pittura e di ceramica. Sogno uno spazio aperto con diversità
culturali che si oppongono alla globalizzazione.
-
Lei crede che film come questo possano cambiare il mondo?
Qual è la funzione del cinema nel mondo? Oggi la crisi del
cinema e la sua recessione è dovuta al fatto che in giro
ci sono troppi film il cui interesse principale è il box office.
Questo tipo di film ha un impatto terapeutico e ha come missione
fare stare meglio le persone obbligandole a pensare a qualcosa
di importante e concreto come i figli che rappresentano
certamente il nostro futuro.
Il cinema, infatti, ha una missione culturale per fare stare
meglio le persone.
A Spike Lee, autore di uno dei più commoventi degli episodi di
All the invisible children,
Jesus Children of America, un cortometraggio molto duro sulla
condizione di una ragazzina:
Blanca, un’adolescente di Brooklyn che frequenta quotidianamente
la scuola e si diverte con le amiche,
malgrado lo squallore e la povertà dell’ambiente in cui vive.
Dopo un incidente a scuola, Blanca capisce
di essere sieropositiva perché i suoi genitori sono drogati e la
storia ha una svolta drammatica.
-
Cosa voleva raccontare attraverso questo cortometraggio?
Sono molto preoccupato per i bambini del mondo e in particolare
per quelli nati con l’HIV. E’ un problema globale
e ho cercato di immaginare cosa deve significare per quei
bambini cui i genitori non hanno mai detto niente,
e cosa succede quando scoprono la loro malattia. Sono stato
felice che mi abbiano chiesto di entrare in questo
progetto e mi sento onorato di essere con grandi registi. Non ho
avuto un attimo di esitazione a unirmi a loro.
Ho girato tanti spot non è stato particolarmente difficile. Non
è un film allegro e divertente, ma ho sentito che
dovevo affrontare questo argomento. Alla fine c’è un messaggio
di speranza, quando Blanca vede una strada
davanti a sé. Ho voluto che ci fosse una luce alla fine del
tunnel. Ma è dura, l’AIDS ci sta uccidendo.
Ho mirato che questo film aiutasse a migliorare la
consapevolezza dell’HIV, in particolare nei bambini che
subiscono abusi e sono dimenticati in tutto il mondo.
-
Mi auguro che il mio episodio ce lo ricordi spesso.
E’ questo il motivo per cui l’ho girato. Del resto il film è
stato realizzato interamente a Brooklyn, perché è lì che
vivo, è lì che sono cresciuto. E’ casa mia. Non me ne sarei mai
potuto allontanare, né fingere che lì tutti i bambini
sono felici e contenti.
Curiosità
Uno degli elementi comuni ai vari cortometraggi è quello in cui
le istituzioni pubbliche sono rappresentate in maniera positiva
e diventano il vero appiglio per la serenità dei bambini:
scuole, ospedali e perfino prigioni sono per loro un
punto di riferimento!
Inoltre, i cineasti che hanno realizzato questo insieme di
tragedie umane nel mondo in cui sono primi attori bambini
e bambine, pensano che il cinema possa aiutare a cambiare il
mondo.
In ogni caso, non bisogna assolutamente dimenticare di proporre
e riproporre il compito altissimo che ha l’UNICEF
nella nostra contemporaneità e ripetere fino all’infinito che
Esso , Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia, è
un'Agenzia delle Nazioni Unite fondata nel 1946 per aiutare i
bambini vittime della Seconda Guerra Mondiale.
Nel periodo tra il 1946 al 1953 fu presente in vari paesi
europei, e anche in Italia, con moltissimi interventi a difesa
dei bambini.
L'UNICEF aiutò l'Italia del dopoguerra in modo massiccio: per
esempio, fornendo
800.000 paia di scarpe per bambini e 700.000 mq. di stoffe per
abiti, ma anche
costruendo centrali del latte in molte province italiane,
dotando delle prime incubatrici
i reparti pediatrici di molti grandi ospedali specie nel sud del
paese, distribuendo latte
in polvere e vitamine, medicinali e antibiotici, allora rari e
preziosissimi contro le malattie infettive, sostenendo
le mense scolastiche e ricostruendo scuole e corsi di educazione
popolare (nel 1950, l'11 % degli italiani era analfabeta, e in
alcune zone del sud lo era addirittura il 30%!
Dalle ultime indagini proposte da TV e New Media, risultano
ancora analfabeti 6 milioni di nostri connazionali).
Con la graduale ripresa dell'economia dei Paesi europei, le
attività del Fondo
vennero rivolte ai bambini dei paesi in via di sviluppo in
Africa, Asia e America Latina,
fino a che nel 1953, a seguito dei risultati ottenuti, le
Nazioni Unite decisero di prorogare indefinitamente il mandato
dell'UNICEF.
Nel 1965 l'UNICEF riceve il Premio Nobel per la Pace. Nel 1989
viene approvata la Convenzione sui Diritti
dell'Infanzia nella quale si stabilisce che l'UNICEF sia parte
in causa per garantire il rispetto dei diritti dei bambini
di tutto il mondo.
Territorialmente l'UNICEF è presente con proprio personale in
158 Paesi, dove vivono
oltre due miliardi di bambini e ragazzi sotto i quindici anni,
con programmi di sviluppo
a lungo termine nel settore sanitario, dei servizi, delle
forniture d'acqua, dell'istruzione e dell'assistenza alle madri,
oltre che con programmi di emergenza, per difendere i bambini
dalle conseguenze delle guerre e di altre calamita'.
Cibo, acqua potabile, vaccini e medicine: portare gli aiuti
necessari ai bambini, ovunque
ce ne sia bisogno è il lavoro dell'UNICEF. Gli aiuti vengono
fatti arrivare dal grande
centro di magazzinaggio e imballaggio UNICEF situato a
Copenaghen (UNIPAC), per accelerare i soccorsi
in caso di emergenza.
Nei paesi in cui lavora, l'UNICEF impiega soprattutto personale
locale per garantire
un più facile ed efficace rapporto con la popolazione, con le
singole famiglie e comunità.
Invece di costruire ospedali, dighe, grandi impianti, l'UNICEF
fa un lavoro forse meno
visibile, ma più duraturo: prepara gli insegnanti e i tecnici
locali, forma infermieri e medici affinché possano
operare nei villaggi, utilizza tecnologie semplici, che non
richiedono necessariamente la presenza di tecnici stranieri.
In altre parole, l'UNICEF cerca di aiutare i paesi più poveri a
difendere da soli la vita
dei loro bambini. Perché i bambini sono il futuro di un Paese,
la risorsa più importante...
Per salvare i bambini e farli vivere meglio non servono sempre
soluzioni costosissime. Spesso basta garantire acqua potabile,
vaccinazioni, pochi e semplici farmaci di base,
gli strumenti per lavorare e la scuola elementare per tutti:
senza scuola non c'è futuro,
né per un bambino né per il suo Paese...
Quasi due milioni di bambini l'anno continuano a morire perché
non sono stati vaccinati contro le sei principali
malattie che colpiscono l'infanzia: morbillo, poliomielite,
tubercolosi, pertosse, difterite e tetano. Eppure vaccinare un
bambino contro tali
malattie costa, complessivamente, circa 20 euro...
Ogni anno, nel mondo, tre milioni di bambini continuano a morire
a causa della
dissenteria. La maggior parte di loro si potrebbe salvare se
fossero disponibili ovunque
le bustine di sali reidratanti da somministrarsi per via
orale (una bustina costa 6 centesimi
di euro e può salvare la vita di un bambino). Solo nell'ultimo
anno l'UNICEF, grazie alla diffusione
di questa semplice terapia, è riuscito a salvare la vita a oltre
un milione
di piccoli.
Per questa grande impresa spesso i mezzi scarseggiano: l'UNICEF
è finanziato
SOLTANTO con contributi volontari di Governi e privati.
Ciascuno di noi è invitato a costruire un futuro migliore per
tutti i bambini del mondo!
Maria De
Falco Marotta
GdS 30 XI 2005 - www.gazzettadisondrio.it