CINEMA: AMORE A PRIMA SVISTA
 
 I fratelli Farrelly dopo “Tutti pazzi per Mary” e “Io me e 
 Irene” ci regalano l’ennesima commedia brillante, colorata e 
 surreale, e giocano stavolta con lo stereotipo per eccellenza 
 del mondo occidentale; il mito della bellezza, che con le sue 
 ferree regole non ha pietà dei difetti e che tanto mette in 
 crisi gli adolescenti di mezzo mondo. Il gioco è proprio questo: 
 stravolgere i dettami dell’estetica per propugnare la 
 rivalutazione dei sentimenti e delle qualità interiori tanto 
 bistrattate nella società dell’immagine.
 Purtroppo però il risultato non può neanche lontanamente dirsi 
 pari alle intenzioni, perché al di là dello spettacolare trucco 
 di Gwyneth Paltrow questo lavoro non è esattamente un “cult”, il 
 messaggio non arriva in maniera sufficientemente incisiva e si 
 perde tra i sorrisi innocenti di una protagonista troppo magra, 
 bionda e sorridente per far rimpiangere in maniera credibile 
 qualche difettuccio di peso nelle vesti “oversize”; il risultato 
 è che il tentativo dei Farrelly non è più shockante ed esplosivo 
 come in” Tutti pazzi per Mary”, ma lascia un retrogusto di 
 ipocrisia che non sfugge allo spettatore. 
 Inoltre il film non brilla per divertimento o spunti di 
 particolare interesse, strappando qua e là soltanto qualche 
 timido sorriso.Peccato per il giovane ed apprezzabile Jack 
 Black, alla sua prima prova come protagonista.
 Mirko Spelta
               
 Per comunicazioni all'autore della recensione:
                
ginodilegno@inwind.it
 GdS 8 V 2002
 Torna
 all'indice-Cinema
 
 
