CINEMA: BEHIND ENEMY LINES



Girato con le steadycam che fanno tanto fashion, gli
avvicinamenti repentini della camera al soggetto che ci
rimandano a “The Snatch”, e i rallenty in digitale per cui
Matrix ha fatto scuola, “Behind enemy lines” è un classico
action movie impigliato nella moderna guerra serba e nel suo
fragile trattato di pace a cui il direttore della fotografia
Brendan Galvin deve aver lavorato molto (dopo aver studiato
molto) e con ottimi risultati.

A parte ciò com’è facile intuire non siamo certo di fronte a un
film “di spessore”, ma è comunque serrato, continuo, e lascia
con il fiato sospeso. Gene hackman quando gioca nel ruolo di
ammiraglio della marina gioca in casa e lascia comunque il segno
(per conferma si consiglia la visione di “allarme Rosso”)

Owen Wilson è forse l’unica nota debole del film, nonostante
l’impegno è troppo biondo, troppo truccato e troppo pettinato
anche dopo essere stato ricoperto di cadaveri.

Nel complesso, ad ogni modo, la nuova pellicola del regista John
Moore è dinamica, ben realizzata e gradevole, anche senza la
pretesa di aggiungere qualcosa alla nostro bagaglio culturale.
Mirko Spelta


GdS
28 1 2002

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