CINEMA: DANNI COLLATERALI

Talvolta si stenta a comprendere
come, nonostante gli ingenti investimenti, alcune opere
risultino così deludenti.

Danni collaterali è la storia di un uomo che tenta di farsi
giustizia da sè, e fin qui nulla di male, ci sono precedenti
illustri che vanno dal Giustiziere della notte al Fuggitivo fino
al recente Ransom con Mel Gibson. Ma il terreno è scivoloso ed è
stato in altri casi traditore, basti ricordare “La vendetta di
Carter”pellicola che, per fortuna di Stallone, in pochi
ricorderanno.
In questo caso poi
il risultato è davvero sconfortante:

Arnold Schwarzenegger
 non
riesce a piangere i propri familiari nè a sembrare 
realisticamente sconvolto per la loro morte, mostrando tutti i
limiti di recitazione la cui ombra 
da sempre aleggia funesta sui Men-toys; la sceneggiatura è
banale e prevedibile, i dialoghi sono ridotti al minimo e forse
è un bene dati i personaggi, il cattivo di turno Cliff Curtis
ricorda il proprio omologo nella serie “una pallottola spuntata”
di David
Zucker; Francesca Neri,
osannata in patria per la sua incursione nel tempio del cinema
mondiale, in fase di doppiaggio è francamente imbarazzante e
quel che è peggio per un action movie, è che non coinvolge, non
attira e non decolla mai.
Persino le scene
ricostruite al computer (vedi il salto nel fiume N.d.R.) sono
ricreate con grossolana approssimazione.

Guardiamola dal lato positivo, ora si può solo (forse)
migliorare.
Mirko Spelta


               

Per comunicazioni all'autore della recensione:

               
ginodilegno@inwind.it



GdS 28 II 2002


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Mirko Spelta
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