CINEMA: IL NOSTRO MATRIMONIO E' IN CRISI
 ...Ma pensa...” , è uno dei più 
 riusciti tormentoni con cui Antonio Albanese farcisce la
 sua terza
 fatica per il grande schermo.E’ 
 sempre difficile per un comico non cedere alla tentazione di 
 puntare sui propri personaggi collaudati, soprattutto dopo 
 quella piccola meraviglia che è stato “la fame e la sete”, ma il 
 caratterista Lecchese riesce a creare un racconto piccolo ma 
 verosimile, citando soltanto di passaggio i suoi figli 
 prediletti Alex Drastico e Pierpiero, e la scelta è vincente.
 I comici e il cinema hanno avuto negli ultimi anni una storia 
 d’amore e odio piuttosto burrascosa: molti ottimi professionisti 
 sono caduti miseramente nelle sale, anche perchè spesso i tempi 
 comici non si adattano ai lungometraggi e viceversa (l’ultima a 
 cadere in questa palude tentatrice è stata Luciana Littizzetto 
 con il suo “Ravanello pallido” n.d.r.).Ma Albanese, in compagnia 
 di Aldo Giovanni e Giacomo è una delle poche eccezioni di 
 questa troppo spesso puntuale regola.
 “Il nostro matrimonio è in crisi” è un film piuttosto 
 divertente, in cui un piccolo e semplice personaggio, giocato 
 dal comico con grande tenerezza ed una certa vena maliziosamente 
 naif, combatte la sua battaglia personale contro la società 
 dell’alternativo a tutti i costi, della segale che purifica 
 l’anima, del centro spirituale, dell’io decentrato da ritrovare 
 e del rinnovato coatto rapporto con la natura (cioè dell’obbligo 
 a defecare nei boschi), che le ha preso una moglie confusa e con 
 essa la propria felicità.
 Ritratto buffo e divertente, con una tanto sottesa quanto decisa 
 critica della credulità popolare, che nel corso dei secoli ha 
 cambiato faccia ma non sostanza, che ieri bruciava le streghe e 
 che oggi si veste di bianco e balla in gruppo, ma che costa 
 sempre otto milioni a settimana – vino escluso.
 In tutto questo un applauso particolare a Shel Shapiro, 
 santone-cialtrone che ha saputo tornare sulla scena dalla porta 
 principale e con grande dignità.
 Mirko Spelta
                
 Per comunicazioni all'autore della recensione:
                
ginodilegno@inwind.it
 GdS 5 iII 2002
 
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